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1.

Jisung spegne la sveglia con addosso ancora la mascherina che gli copre gli occhi, schiaccia il bottone e il rumore assordante sparisce, si toglie i tappi e poi la maschera, la luce del sole gli blocca la vista per qualche secondo. Si alza da letto e prende il cubo di rubik dal comodino, lo completa in pochi secondi, come ogni mattina e lo appoggia accanto alla sua collezione. Si siede alla scrivania e fa partire il timer sul portatile, i minuti cominciano a scorrere lentamente e lui va in bagno, comincia a lavarsi i denti e al primo suono smette, poi si lava le mani con cura e al secondo bip si asciuga le mani.

Si fa una doccia e sente il terzo bip del timer mentre si asciuga i capelli, sorride compiaciuto quanto il quarto bip gli fa capire di essere perfettamente in orario, mentre indossa la felpa larga. Spegne il portatile e lo mette nello zaino, indossa le scarpe ed esce di casa, chiude la porta a chiave e tocca il pomello tre volte prima di girarsi e imboccare le scale. Scende i sette piani a piedi e conta tutti i duecento dieci gradini, arriva all'ingresso e aspetta tre secondi prima di uscire dalla porta scorrevole.

Sale sul bus 71, si siede al solito posto, il primo accanto alla seconda porta, vicino al finestrino, si mette le cuffie e la musica di Einaudi lo sconnette dalla realtà, in quel modo non sente il rumore delle persone accanto a lui, oppure quello del traffico, sono rumori che possono spaventarlo e non vuole affrontare una crisi proprio sul pullman, di prima mattina. Chiama la fermata e si alza tre minuti prima che il bus si arresti, salta fuori rapidamente, non appena le porte si spalancano. Si ferma per qualche secondo e poi riprende a camminare.

Il cambio di temperatura e il cambiare luogo da un momento all'altro lo destabilizza e ci vogliono pochi secondi per farlo abituare. Cammina in direzione dell'università, ci mette sempre sei minuti e ventitré secondi e controlla l'orologio quando arriva davanti al grande cancello. Sorride, anche oggi è in orario, entra e cammina a testa bassa verso l'entrata della scuola. La SNU ha trentamila e centoventisei studenti e la mattina sembra che siano tutti quanti presenti in quel cortile enorme.

Per Jisung non è facile muoversi in un posto del genere, il rumore, le persone, la possibilità di scontrarsi con qualcuno è troppo alta e a lui il contatto fisico non piace affatto. Respira profondamente e si avvia in mezzo alla grande folla, riesce a non toccare nessuno per quasi tutto il tragitto, quando poco prima di arrivare davanti alla sua aula qualcuno gli si schiaccia addosso. Lo scontro gli fa scivolare le grandi cuffie dalle orecchie. Smette di respirare e chiude gli occhi <<Oddio scusami! Ti ho fatto male?>>

La voce profonda gli invade le orecchie e apre gli occhi, cerca di capire perché quel ragazzo continua a toccargli le spalle e il suo sguardo deve aver parlato da sé perché il tipo si allontana e si copre la bocca <<Scusami pensavo di averti fatto male!>> Jisung si sofferma sui capelli biondi del ragazzo e poco dopo sul suo sorriso smagliante <<Abbiamo la stessa lezione, fisica quantistica!>>

He's the boss || Minsung (+16⚠️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora