«Lex, cos'è questo?» chiese inginocchiato accanto a me.
Esitai un momento, non sapevo cosa dire. «Sono caduta.» mormorai ritirando il braccio dalle sue mani e abbassando subito la manica della felpa.
Mi fissò per un tempo interminabile ed io da vera codarda feci di tutto per non incrociare il suo sguardo.
«E come hai fatto? Che ti è successo?» insistette serrando la mascella.
Restai in silenzio.
«Lexus.» sospirò. «Mostrami l'altro braccio.»
Trasalii alzandomi all'impiedi. «Non ho niente, Eddie.» strinsi forte le labbra per non mettermi ad urlare dal panico.
«Non mentirmi Lexus. Alza quella fottuta manica.» alzò la voce.
Indietreggiai spaventata scuotendo il capo.
Lui avanzò verso di me prendendomi l'altro braccio con la forza e alzando la manica. «Eddie, no!» urlai con la voce rotta.
Osservò le bende sporche di sangue e indietreggiò con la consapevolezza negli occhi.
«Porca puttana, Lexus.» sussurrò.
Mi morsi il labbro cercando di ricacciare indietro le lacrime. Talmente forte che sentii il sapore del sangue in bocca.
Il suo sguardo, in quel momento realizzai che non lo avrei mai più dimenticato.
Era un misto tra delusione e preoccupazione, mi guardava con le labbra piene leggermente schiuse e le sopracciglia aggrottate.
Le lacrime cominciarono a scendermi copiose dagli occhi, mentre distoglievo lo sguardo dal suo e lo abbassavo sul pavimento.
Vergogna era tutto ciò che riuscivo a sentire in quel momento.
«Vuoi ucciderti, Lexus?» chiese.
E quella domanda mi sembrò così surreale, perché nessuno l'avrebbe mai chiesto nella vita reale.
Non risposi, mordendomi forte il labbro inferiore.
«Non voglio che tu lo faccia.» mormorò con voce dura. «Non posso lasciartelo fare.» sentii la sua voce spezzarsi e lo vidi scuotere il capo con la coda dell'occhio.
Non sapevo cosa pensare, mi sentivo come una preda nel mirino.
Non riuscivo a parlare, le labbra erano serrate e la gola mi bruciava per lo sforzo di non piangere.
Sapevo che se avessi aperto bocca sarei scoppiata in un pianto disperato.
Si avvicinò a me chinandosi leggermente per arrivare alla mia altezza, i nostri nasi si sfioravano. Mi costrinse a guardarlo negli occhi. Quei grandi occhi marroni che in quel momento erano lucidi e profondi come due pozzi neri.
«Non puoi lasciarmi qui da solo.»
Le lacrime ripresero a scendermi lungo le guance. «Ho bisogno che tu sia qui.» la sua voce si spezzò di nuovo ed io non mi sarei mai perdonata per avergli causato quel dolore.
Alzò la mano per coprirsi il viso, stava piangendo.
«Scusami...» riuscii a dire. La sua faccia, corrucciata dal pianto, mi faceva stare male fisicamente.
Senza pensarci mi avvicinai di più a lui stringendolo. Sperai che con quel misero gesto gli avrei fatto capire tutto quello che mi passava per la testa. Perché era tutto ciò che riuscivo a dire in quel momento.
«Scusa, scusa, scusa...» mormorai in lacrime affondando la faccia nel suo petto e stringendolo più forte.
Mi bloccai, all'improvviso fui io a capire. Questo ragazzo, questa persona... Come ho fatto a metterci così tanto a capirlo?
Lui aveva bisogno di me, esattamente quanto io avevo bisogno di lui.
Mi staccai da lui con le lacrime agli occhi, tirai su col naso.
«Eddie, salvami.» sussurrai tra i singhiozzi.
Mi guardò negli occhi, i suoi erano arrossati. «Lexus, lo so che è difficile tutto ciò che stai affrontando. Ma questo non è il modo giusto per farlo. Hai capito?» mormorò poggiandomi le grandi mani sulle spalle.
Annuii, ero in una sorta di trance. Le lacrime non uscivano più, i singhiozzi si fermarono. C'era solo un enorme vuoto dentro di me e apatia.
Lui sospirò staccandosi la collana col plettro rosso che aveva al collo e che indossava sempre e la legò al mio.
«Puoi tenerla. Quando non sarò con te ti basterà toccarla e mi sentirai vicino.»
Sentii un calore invadermi il petto, mi tremò il labbro inferiore e scoppiai a piangere nascondendo il viso tra le mani.
Mi strinse fortissimo, il suo profumo era come un calmante. Mi accarezzò il capelli con una mano, mentre l'altra era ferma sulla mia schiena.
«Combatteremo i tuoi mostri insieme, esattamente come in DnD.» mi sussurrò all'orecchio. «Con me sei al sicuro, io non scapperò.»
«Ma i mostri non sono sotto al mio letto, sono nella mia testa.» singhiozzai. «Sono io il mostro.»
«Non dirlo neanche per scherzo, Lexus.» mi baciò i capelli cullandomi dolcemente.
Mi allontanai quel che bastava per alzare la testa e guardarlo negli occhi.
Non riuscivo a vedere altro che il suo bellissimo viso, i suoi occhi dolci e le ciglia lunghe, le sue labbra carnose.
Mi resi conto in quel momento che il mio cuore era pieno di amore per lui, capii di amarlo.
Amavo il modo in cui mi stava guardando, amavo il suo profumo e amavo il fatto che mi facesse sentire al sicuro e protetta.
Non ce la feci e senza pensarci mi alzai sulle punte dei piedi facendo leva con le mani poggiate sul suo petto e premetti le labbra sulle sue, morbide e calde.
Rispose subito al bacio, come se stesse aspettando anche lui quel momento. Il mio cuore perse un battito, mentre fece scivolare le mani sulla mia vita e fece aderire di più il mio corpo al suo.
Assaporai le sue labbra, che sapevano di sale a causa delle mie lacrime, ma anche di dolcezza e gratitudine.
Affondai le mani nei suoi capelli mentre le sue braccia avvolsero totalmente la mia vita. La sua lingua accarezzava dolcemente il mio labbro inferiore, schiusi automaticamente le labbra trasformando il bacio in qualcosa di tutt'altro che casto.
Avevamo fame l'uno dell'altra e nessuno dei due aveva intenzione di smettere.
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'86 Baby! || Eddie Munson
FanfictionLexus Murphy odia la sua vita. La odia da sempre, da quando suo padre alcolizzato ha cominciato a picchiare lei e sua madre. Così, dopo l'ennesima violenza, ha deciso di prendere in mano la sua vita e quella di sua madre e di trasferirsi ad Hawkins...