Capitolo 44 - L'uragano

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Erano le ventidue e ventidue quando Rox lasciò Robert per fare finalmente rientro a casa; ormai erano circa trenta ore che mancava. Lo segui con lo sguardo fino a quando non fu sicuro che fosse entrato nel portone. Poteva dirlo? Lo disse: Missione compiuta.

Anche per lui era stata una giornata lunga anche se lui aveva una percezione diversa dello scorrere del tempo. Per lui il tempo non aveva segreti. Allungò la via del ritorno di qualche isolato; un paio di birre al Rocker non avrebbero guastato. Di solito ci andava in moto, quella fu una  rara volta in cui andò con il furgone nero. Parcheggiò sul retro. Come avventore di lunga data si era convinto che poteva parcheggiare anche lui nel cortile interno, quello destinato ai fornitori e lavoratori, ma non si avventò ad entrare dalla porta di servizio. Fece il giro dell'isolato fino a raggiungere l'ingresso principale.

I need someone to show me
The things in life that I can't find
I can't see the things that make
True happiness, I must be blind...

Entrare al Rocker era come entrare in una dimensione parallela dove non occorreva bere per dimenticare, bastava attraversare la porta. Paranoid dei Black Sabbath era un benvenuto con dedica. L'atmosfera era quella delle serate giuste, la sala piena, tante facce amiche, Roger era a spillare, buon segno. Posti a sedere non ce n'erano, ma lui non ne cercava. Fece un cenno di saluto verso Roger che rispose a suo modo con una lieve alzata del mento. Bastava questo ai navigati rockers per ordinare una Smog Rocket scura come la pece.

Vassoi carichi di pinte di birra navigavano verso anime da salvare, boccali vuoti scappavan via dai redenti. C'era Cindy e c'era anche Patty, sempre allegra.

And so as you hear these words
Telling you now of my state
I tell you to enjoy life
I wish I could but it's too late

Rox sapeva che per bagnarsi le labbra avrebbe dovuto aspettare qualche minuto. Quando spillava Roger, voleva dire che tutti i ragazzi erano ai sette mari; c'era da aspettare il proprio turno. Il divertimento era per tutti e il divertimento era anche attendere. Salutò Patty, non poco distante da lui, con un sorriso e il palmo della mano alzato a ritmo del jukebox. Patty gli veniva in contro con due boccali di bionde e un muso lungo che non le apparteneva.

«Vai via di qui! Porco di merda!» disse colpendo Rox con i due boccali. Rox  sorpreso e incredulo da quel benvenuto inatteso indieteggò. Patty ripetè le stesse parole una seconda volta, urlando non tanto per farsi sentire quanto per scaricare la rabbia che aveva. E questa volta non si limitò ad agitare i boccali, glieli lanciò con forza contro. Lui fu svelto a ripararsi con il braccio destro, quello con cui stava salutando. Nessuno dei presenti si scompose. I boccali rimbalzarono frantumandosi per terra ai piedi di Rox e la musica del jukebox cessò di esistere.

«Sei un bastardo!» continuò a urlare Patty contro Rox rimasto immobile, come tutti nella sala, congelato da quel flusso gelido di invettive.

Nessuno reagì. Patty spinse le persone che aveva intorno: tutte immobili. Le strattonò ma nessuna reagì. Anche la musica era sospesa.

«Ma che cazzo avete!!!» urlò Patty. «È uno scherzo di merda! Smettetela stronzi!» Nessuna reazione pervenuta.

«E tu sei un grandissimo pezzo di merda!» urlò a pochi centimetri da Rox, tirandogli uno schiaffo in piena guancia con tutta la forza che aveva. E ne aveva di forza la piccola.

Riprese a spingere e a strattonare tutti quelli che aveva vicino. C'era pure quel ciccione di Mike, anche lui inerme quasi fosse di cera! Patty era sconvolta, cercò di fuggire da quella angoscia. Le mancava l'aria!

«Smettetela! Smettetela!» urlò cercando l'uscita più vicina. La raggiunse, scappando via sul retro, trovò Rox fermo, braccia conserte.

«Non mi toccare! Stronzo!» urlò Patty. «Stai fermo, non ti avvicinare», continuò farfugliano un po' e alzando il palmo destro come a voler creare una barriera tra se e quel mostro. Patty si voltò di scatto per guardarsi le spalle e dare un occhiata veloce verso la porticina del retro del Rocker cercando di non perdere d'occhio quel porco. Nessuno. Nessuno era uscito dal locale oltre loro due. Nessuno li aveva seguiti. Il suo cuore cominciava a battere così forte che il respiro non riusciva a seguirne il ritmo. Non poteva essere quello credeva che fosse. Rox era ancora con le braccia conserte un paio di metri, non di più, davanti a lei. Non disse nulla, la osservava silenzioso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2022 ⏰

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