Più i giorni passavano, più il mio cuore si riempiva di tristezza e sensi di colpa.
Era ormai passata più di una settimana dal bacio con Remiel, avevo iniziato nuovamente a lavorare da Zed e tutto sembrava andare per il meglio. Saltai le feste dell'ultimo week-end per far si che non fossi costretta ad incrociare nuovamente i suoi occhi color luna e a perdermi nuovamente in loro come una bambina in cerca della strada di casa. Avevo già una casa, ma sentivo di aver rotto la bussola, senza ricordarmi la via di ritorno. Percepivo il mio fidanzato prendere sempre di più le sembianze di un cubetto di ghiaccio, senza alcuna intenzione di esporsi al sole per sciogliersi. Ma come avrebbe potuto farlo se io stessa ero la nuvola che glielo impediva?
Non era al corrente di ciò che era successo tra me e L'Angelo dagli occhi grigi, ma sentivo ugualmente che tutto non era liscio come un tempo. Fanculo Remiel ed il suo avermi complicato la vita. Fanculo tutto, da quel maledetto giorno in cui ho guardato le sue iridi color ghiaccio sperando di riuscire a vedere l'intero circolo polare.
La voce di Ryan mi distolse dai pensieri: «Non credi sia ora di voltare quella pagina?» Domandò notandomi ferma sulla pagina novantotto da più di cinque minuti. Ero così tanto persa nei pensieri da non essermene resa conto. Annuii sorridendogli, passando alla novantanovesima. Cercai di continuare il mio libro, ma capii che i romanzi rosa non erano la migliore opzione di lettura per quel momento, dunque piegai un angolino dell'ultima pagina letta e lo chiusi. Odiavo sgualcire o rovinare quei fogli perfetti, ma non ero ancora in possesso di un segnalibro degno di essere chiamato tale. Decisi che avrei provato a cercarlo, ma lo avrei fatto l'indomani. Era ormai sera tardi e l'ora di addormentarsi era arrivata.
Posai il romanzo sul comodino bianco accanto al letto e spensi l'abat-jour dalla luce calda che mi aveva permesso di leggere senza problemi nonostante l'orario e mi voltai vero Ryan, già girato nella mia direzione.
«Sei molto bella quando leggi!» Commentò quasi sospirando, creando un enorme peso sul mio stomaco. Ero felice del suo complimento, ma il senso di colpa tornò più forte della volta scorsa.
«Ti ringrazio» Risposi, accennando un sorriso.
Lui si avvicinò a me trascinandosi sotto le coperte e mi scostò una ciocca di capelli biondi dal viso.
«E sei ancora più bella quando mi guardi, quando mi stai vicina...» Continuò, annullando completamente ogni centimetro di distanza tra le nostre labbra. «Quando mi baci...» Fece ancora. Io mi sentii morire.
Assecondai il suo bacio, avvolgendogli le braccia attorno al collo. La sensazione era la stessa di sempre, ma del tutto diversa dalle emozioni provate con Remiel. Forse il proibito mi attraeva un po' di più.
D'un tratto le sue mani iniziarono a scorrere sotto la mia maglia di cotone divenuta ormai un pigiama, toccando il mio corpo come è sempre stato fatto.
Tentò con un dolce gesto di sfilarmela ed io acconsentii, alzando le braccia per facilitagli il lavoro. Neanche mi guardò, aveva smesso di farlo da tanto e me ne ero resa conto.
Iniziò a baciare ogni centimetro della mia pelle scoperta, delicatamente e dolcemente, come è sempre stato solito a fare. Chiusi gli occhi quando scostò i pantaloni abbassandosi di poco e continuo a baciarmi attraverso gli slip.
Improvvisamente due occhi grigi. Iridi d'argento come la luna.
Le sue mani su di me, le pupe dilatate, il suo respiro caldo sul mio viso ed i brividi su tutto il corpo. Il sapore del Rum che aveva bevuto. Ecco cos'era! Rum!
Aprii gli occhi e vidi il buio. Anche la piccola lampada del suo comodino era stata spenta. Nemmeno me ne resi conto... continuavo solo ad immaginarlo accanto a me.
Dovevo fermare Ryan, così da poter fermare i miei pensieri.
«Ry» Lo chiamai, sottovoce. Neanche io stessa riuscii a sentire il mio tono.
«Ryan...» Feci nuovamente, più forte.
Lui sembrò non sentirmi, dunque alzai la voce.
«Ryan, Ryan!» Quasi gridai.
Si spostò da me come impaurito e riuscii a vedere i suoi occhi scuri e sgranati, scossi dalla mia reazione insolita. «Che ti prende? Va tutto bene?»
Sembrò preoccuparsi.
«Io non...» Balbettai, cercando una scusa plausibile. «Mi dispiace, non sto bene.» Dissi soltanto, voltandomi dal lato opposto.
Oh no, non quella scusa!
Non potevo credere a quello che mi era successo... avevo desiderato Remiel al suo posto. Dannazione! Perché?
Perché mi era entrato in testa in quel modo? Perché la mia pelle si era cosparsa di brividi al solo pensiero delle sue mani su di me? Era questo quello che provava lui? Questo forte senso di attrazione e desiderio? Era pura follia, cazzo! Non poteva essere vero.
"Sto sognando, si. È solo un brutto sogno. Svegliati Eveline." Pensai.
Ma quando chiusi gli occhi capii che nulla era finzione e che il vero sogno sarebbe arrivato di lì a poco.
Lui, me. Un bagno stretto ed i nostri corpi ardenti avvinghiati l'un l'altro. La sua bocca sul mio collo mi rendeva elettrizzata ed i brividi che pian piano sembravano dissolversi andavano ad aumentare ogni volta che mi parlava... Ogni volta che il suo alito caldo si schiantava sulla mia pelle.
Mi guardava.
Eccome se lo faceva.
Lui mi guardava.
Chissà se mi avrebbe guardata anche nella realtà... La verità era che avrei venduto l'anima al Diavolo pur di avere una risposta. O meglio, avrei venduto l'anima all'angelo caduto.
Quando aprii gli occhi notai nuovamente il buio. Ryan dormiva accanto a me, così distante dal mio corpo che avrei giurato fosse a poco dal cadere a terra.
Era inutile negare che lui, per quanto amore mi avesse dato, stava pian piano evaporando via. Ero io a permettergli di farlo, perché d'un lato, desideravo immensamente quegli occhi grigi.
Afferrai il mio cellulare e notai non stupendomi di essermi nuovamente svegliata nel mezzo della notte.
Nessun messaggio, nessuna notifica, nessuna chiamata.
Entrai online e vidi la nostra ultima conversazione, risalente alla sera successiva al bacio.
Messaggi che mi fecero sorridere, ma alla quale non risposi.
"Mi dispiace per ieri."
"Non ti mentirò, mi è piaciuto da pazzi."
"Se vuoi parlarmi sono qui."
Volevo parlargli. Volevo farlo con ogni particella del mio corpo.
Non potevo. Ma volevo.
Cazzo, volevo.
Era tardi, ma non me ne importò. Premetti la cornetta lasciando il telefono lontano dal mio orecchio, osservando senza muovermi la scritta "Chiamata in corso..."
Al primo squillo, che fù decisamente più forte di quel che credetti, chiusi la linea. Tremavo. Tremavo come mai avevo fatto prima d'allora.
Presa dal panico spensi il cellulare e lo poggiai accanto al cuscino.
L'avevo chiamato realmente, e come se non bastasse erano le quattro del mattino. Mi voltai nuovamente e tentai di riaddormentarmi, sperando che qualche altra ora di sonno mi avrebbe permesso di ragionare in modo migliore e decisamente più lucido.
Mi svegliai il mattino...
STAI LEGGENDO
REMIEL
RomanceEveline e Ryan sono la reincarnazione dell'amore e della relazione perfetta, sono ciò che tutti vorrebbero essere: amorevoli, sinceri e pieni di felicità. Ma è durante una serata, nel bel mezzo di una piccola festa di ritrovo tra amici di vecchia da...