*Eveline*
Il tragitto verso casa non fù dei migliori; bevetti ancora un po' dopo essere tornata dagli altri e l'alcol sembrò salire più velocemente, forse per il momento che avevo vissuto pochi attimi prima.
In auto mi scoppiava la testa e non riuscivo ad avere altri pensieri se non lui ed il suo corpo perfetto, che aveva le sembianze di una statua di porcellana.
L'odore della sua palle e la sua bocca sul mio corpo passavano nella mia mente come un proiettore.
Guardai Ryan al posto del guidatore, anche lui imprudentemente brillo, e mi domandai come nessun senso di colpa avesse ancora preso parte di me.
La risposta era semplice, in realtà: Remiel mi guardava come Ryan non aveva mai fatto.
L'angelo dagli occhi d'argento mi faceva sentire viva, mi rendeva la Piccola Eve che ero un tempo.
La sua piccola Eve, che però apparteneva a qualcun altro.
Certo non sarebbe durato ancora a lungo, avrei soltanto dovuto trovare il modo di chiudere la mia storia con Ryan senza ferirlo... e più me lo ripetevo, più capivo che era impossibile.
Dannazione! Eppure l'avevo tradito, avevo già ferito i suoi sentimenti... ma lui non lo sapeva ancora.
Quando arrivammo a casa e sfiniti ci gettammo sul caldo e comodo letto, senza neanche toglierci i vestiti di dosso, Ryan disse la prima parola da quando mettemmo piede in auto.
Era stato così silenzioso durante tragitto che quasi sospettai sapesse tutto.
«Io credo che...» Iniziò e fece una pausa. Il suo tono urlava "sbornia". «Che Remiel ci abbia provato con te.»
Improvvisamente la misteriosa forza che spingeva le mie palpebre a chiudersi scomparì.
Dovevo salvarmi in qualche modo; dovevo salvare lui.
Deglutii cercando di parlare. «Che cosa? Perché avrebbe dovuto?»
Lui chiuse gli occhi e si girò verso la mia direzione con le mani unite sotto la testa... sembrava un bambino. «Non lo so, ma ti guardava in modo strano.»
Dio, certo che lo faceva! Avevamo fatto sesso solo pochi minuti prima, sarebbe risultato strano il contrario.
«Sono idiozie! Mi ha parlato tutta la sera della ragazza con cui ha ballato. Ricordi la moretta?» Mentii.
Mentre mentivo, mi ricordai le parole di Remì: "Ci siamo solo baciati." Che schifo. Mi vennero i conati per quel pensiero unito ai postumi della sbronza.
«Come dimenticare quella fatina!» Commentò, e in un certo senso mi infastidì, ma non come il ricordare che avesse baciato Remiel.
Sentii ancora un conato, ma questa volta non feci in tempo a realizzare che non fosse soltanto una sensazione; immediatamente mi alzai dal letto e corsi in bagno, gettando fuori dal mio stomaco ogni cosa inghiottita quella sera.
Soltanto in quel momento mi ricordai di quanto odiassi vomitare, l'odore sgradevole ed il forte dolore alla stomaco che mi causava.
Forse era soltanto l'inizio della punizione per non essere stata fedele.. oppure era soltanto una stupida ubriacatura, un tantino esagerata.
Osservai il mio corpo seduto a terra davanti al WC, con il vestito sollevato che obbligava le mie gambe nude a toccare il pavimento freddo, congelando anche ogni altra parte di me. Giurai in quell'istante che non avrei mai più toccato un bicchiere di alcol fino alla mia morte, e nonostante sapessi già che non sarei mai riuscita nel mio intento, mi sembrò comunque un buon inizio.
Poggiai la schiena contro il muro alzando la testa e sentii il mio cellulare vibrare sul pavimento; allungai una mano cercando di non compiere movimenti troppo bruschi e per fortuna riuscii ad afferrarlo.
La testa mi scoppiava e mi domandai chi Diavolo mi stesse cercando alle tre del mattino. Naturalmente la risposta era ovvia: Remiel.
Sorrisi alla vista del suo nome, ma subito quell'espressione cessò. Non era alcun messaggio ricco di dolcezza o un ringraziamento per la bellissima serata passata, ma soltanto una domanda idiota e tipica di ogni ragazzo.
"Usi qualche contraccettivo? Ho dimenticato il preservativo questa sera." Citava l'sms.
Era ovvio che lo usassi, non sarei mai stata tanto irresponsabile.
"Non preoccuparti." Risposi soltanto gettando il braccio a terra con peso morto.
Mi alzai dal pavimento freddo soltanto una volta aver fatto cessare la sensazione di nausea distruggente e riuscii ad infilarmi sotto le coperte.
Ryan dormiva con le lenzuola fino alla testa, nonostante io provassi un caldo indescrivibile. Posizionai il guanciale talmente in alto da far tenere la mia testa in verticale, così che non avrebbe potuto provocarmi fastidio rischiando di farmi correre ancora una volta a rigurgitare. Cercai di addormentarmi tenendo lo sguardo fisso al soffitto bianco, ma l'immagine del corpo perfetto di Remiel non aveva intenzione di lasciare la mia mente... Il naso perfetto, la bocca carnosa e quei dannatissimi occhi color luna.
Ormai era inevitabile: ogni qual volta avessi guardato la luna, ci avrei visto i suoi occhi. Dannazione, ero completamente nella merda!
Sapevo di non potermi innamorare di Remiel, eppure, sentivo che non sarebbe stato così facile.
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REMIEL
RomanceEveline e Ryan sono la reincarnazione dell'amore e della relazione perfetta, sono ciò che tutti vorrebbero essere: amorevoli, sinceri e pieni di felicità. Ma è durante una serata, nel bel mezzo di una piccola festa di ritrovo tra amici di vecchia da...