I ragazzi della 4B erano in gita con la scuola quando entrarono nel ristorante dove avrebbero pranzato quel giorno.
Simone ovviamente non si staccava un attimo da Manuel, se non per andare in bagno. Ed è proprio quello che stava facendo in quel momento. Quando uscì, beccò Manuel così.«Manuel?»
Il suddetto Manuel, riconoscendo la voce di Simone dalla prima lettera che pronunciò, si affrettò a nascondere il cellulare come se niente fosse. Peccato che fosse troppo tardi per negare l'evidenza.
«Oh Simò.»
«Che facevi?»
«No niente.»
«Perché stavi fotografando 'sta scritta?»
«Ma che stai a dì, quale foto, e quante domande che fai, lasciame 'n po' in pace!»
Il ragazzo si allontanò lasciando l'amico impalato a fissare quel dannato cuore rosso sul muro.Era ormai sera e Simone non riusciva a smettere di farsi domande su ciò che aveva visto.
I due non si erano più parlati, neanche una parola per tutto il giorno.
Così come Simone, anche Manuel non riusciva a smettere di pensare a quel dannato cuore.
Lasciandosi guidare dall'impulsività, bussò alla camera del corvino.
«Oh Manuel, che ci fai qua?»
«Voi sapè perché facevo 'na stupida foto a quello stupido cuore, Simò?»
Il corvino annuì impercettibilmente.
«Perché, dannazione, me ha ricordato noi, Simone, noi non semo amici manco per il cazzo, non lo siamo mai stati.»
Simone aggrottò le sopracciglia.
«Ma che significa Manuel?»
«Eh che significa Simò, significa che semo molto più che semplici amici.»
Questa volta Simone strabuzzò gli occhi, non proferendo parola.
Manuel interpretò questo gesto come negativo, infatti fece per tornare nella sua stanza, ma Simone lo tirò per un braccio. Chiuse la porta e lo fece appoggiare ad essa, poi si avventò sulle sue labbra quasi con irruenza.
Una volta staccati, solo quando avevano necessità di prender fiato, Simone gli disse «cazzo Manuel, ce ne hai messo di tempo».
Manuel ridacchiò e semplicemente tornò a baciarlo.
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Scatti di noi • Simuel
Fiksi PenggemarPiccole, piccolissime scene che prendono ispirazione da foto.