Capitolo. 31 Voglio lei.

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Ciro

Come ogni mattina, io Ciro Ricci, l'uomo che non chiedeva mai

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Come ogni mattina, io Ciro Ricci, l'uomo che non chiedeva mai.
Preparavo la colazione e la merenda, per la piccola Sole.
Da quando non c'era Futura, eravamo solamente io e Carmine a sbrigarcela da soli.

:<<Papà ricordati, di portarmi mamma.>> disse Sole, mentre mi dava un bacino rumoroso sulla guancia.
Io non sapeva cosa risponderle.
:<<Lo scriveremo, sulla letterina per Babbo Natale.>> dissi, con uno sguardo sofferto.
:<<Aggiungici un fratellino.>> disse ingenua Sole, mentre si faceva accompagnare davanti al cancello rosso della scuola materna.

Carmine aveva gli occhi lucidi.

Eravamo ignari che Futura, era viva.

Ero ignaro, che da quel rapporto completo, ero diventato padre per la seconda volta.
Solo, ora ci penso, se fosse stata viva e se quel momento d'amore, avesse dato i suoi frutti!
Dovevo cercare anche mio figlio!

Dovevo ammettere, mio suocero o meglio il Piecuro, non era così male come credevo.

Grazie a lui, avevo imparato a fare il padre.
Seguendo il suo esempio.

Quella figura che avevo avuto fino all'età di sei anni, perché poi si era comportato come un sergente.
Trasformandomi in un mostro.

Ma anche la Bestia delle favole, che leggo per Sole, alla fine si trasformava in principe.

Io stavo solamente, aspettando di ritrovare la mia anima.

La mia stella.
Il mio girasole.
La ragazza occhi cielo, che mi aveva fatto dannare ma che mi aveva riscaldato il cuore, evitando che gelasse.

Quella mattina, sarebbero arrivate, le ragazze del Convento di Bolzano.

Sara, una credente convinta, aveva insistito nel voler assumere le ragazze che un certo Don Ignazio, raccoglieva dalla strada.
Nutriva la speranza che tra quelle ragazze ci fosse Futura.
Voleva illudersi che aiutando una di quelle ragazze, avrebbe aiutato Futura, che Dio vedendo la sua misericordia ci avrebbe restituito Futura.

Io mi limitavo ad annuire, qualsiasi cosa era ben accetta.
Volevo ritrovare Futura o quello che rimaneva di lei.

Avevano un colloquio, con noi nel pomeriggio.
Avremmo aperto il salone, il giorno seguente.

Al primo piano ci sarebbe stata la reception, al secondo la sala parrucco, al terzo piano la sala per tatuaggi.

Un progetto ambizioso, no?

Meritavamo di vivere il nostro sogno.
Tutti possiamo diventare migliori e misurarci con noi stessi.

Ora, ero Ciro, il padre di Sole, il tatuatore.
Il grande amore, della piccola Futura.

𝑨𝒎𝒐𝒓𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒊𝒃𝒊𝒕𝒐. 𝑪𝒊𝒓𝒐𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊 𝒆 𝑭𝒖𝒕𝒖𝒓𝒂𝑫𝒊𝑺𝒂𝒍𝒗𝒐.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora