"Il divenire:umano"

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Guadalupe's POV.

Riapro con immane terrore gli occhi, schiudendoli lentamente,e non prima d'essermi sincerata che quelle luci non fosse dinanzi al mio viso.

Il mio sguardo ricadde sulla mano, e seguì il braccio annesso, sollevandosi intimorito, e seguendo come una scia di profumo, il volto che avrebbe visto.

Era Pennywise, ma non clown, era un uomo.

Era nella sua versione umana, semplicemente.

Ma totalmente nudo, fradicio e visibilmente provato.

-Che hai?! Urlo, tirandomi indietro, qualcosa in lui è diverso, qualcosa ha subíto un mutamento.

-Sono un uomo. Dice, in un flebile tono di voce, come se fosse spaventato da sé stesso.

-Vuoi dire che...Aggiungo, ma prima che possa aggiungere qualcosa, annuisce tenendo basso il suo sguardo.

-Cosa mi hai fatto?! Solleva improvvisamente lo sguardo sbraitando contro di me.

-Guardami! Non ho più nulla di me stesso, sono sporco, spoglio, vuoto, e senza più alcun posto su questa dimensione! Urla e si trattiene dalle lacrime soffocate nei suoi occhi verdegrigi.

Sta per...Piangere? Umanamente possibile.

-Non potevo permettere che tu facessi un'altra strage, non potevo! Dico, e mi sollevo mezzo busto dal terreno.

-Tu sei sulla terra da diciassette anni e decidi di porre fine alla mia esistenza millenaria. Sono nato con la Tartaruga ben prima dell'universo, sono stato il movimento del tutto, sono stato il tutto attorno a questa cittadina, ed oggi tu,
tu e la tua sporca identità da Grimm, prendete la mia luce dalla torbida gola del divoratore, e la lasciate in aria sbrandellando la mia testa in due per salvare delle stupide vite umane?!
Urla in un impeto di rabbia incontrollata, e le vene pulsano sul suo collo.

È furioso.

-Dovresti ringraziarmi! Ti ho salvato dal mostro che ha preso possesso di te da quando esisti, ti ho sottratto dalla fame incontrollata, dalla rabbia, dalla bolgia infernale che era la tua esistenza cazzo! Urlo a mia volta con tutto il fiato che ho in corpo.

-Vaffanculo! Urlo nuovamente prima che possa ribattere, e fuggo via, lasciandolo solo a sé stesso dietro alle mie spalle.

-Non lasciarmi anche da solo cazzo! Urla dietro di me.

Mi fermo all'improvviso sul posto.l durante la corsa.

È nudo, sporco, nel mezzo di questo posto, se lo mollo qui in queste condizioni morirà di stenti, o qualcuno lo vedrà e lo riempirà di botte.

"Non le merita, forse?"

Zitta voce interiore, fa silenzio.

Sospiro profondamente e volgo gli occhi al cielo.

Torno indietro, e lo vedo seduto tra le foglie secche con sguardo serio, mentre mi osserva avvicinarmi a lui.

Tolgo la mia giacca, e la dò a lui, cercando di limitare la sua nudità, almeno il tanto che serve per tornare a casa e dargli qualcosa da mettersi addosso.

Quando usava questo corpo come copertura, gli bastava pensare a qualcosa e semplicemente, compariva su sé stesso, essendo una creatura mistica, ed immortale.

Ma adesso, non è più così, perché gli esseri umani comprano i propri vestiti, e devono sostentarsi giornalmente, esattamente come da oggi dovrà fare lui, e non senza avere il mio aiuto.

-Che diavolo dovrei farci con quella giacca minuscola? La guarda con sdegno.

-Puoi coprirci almeno le tue grazie al vento, se non vuoi che ridano di te, anche se immagino lo faranno ugualmente se ti vedranno nudo e scalzo con una giacca rosa sulle parti basse. Dico, trattenendo una risata, e lo vedo sbuffare nervosamente.

-Facciamo tutto questo in fretta e vediamo di sparire da qui. Dice, sollevandosi.

Il suo aspetto è semplicemente statuario, non ha un solo difetto.

Guardarlo è un piacere per gli occhi senza precedenti, ma dovrò farne momentaneamente a meno, devo aiutarlo a tornare a casa.

-Seguimi. Viene dietro di me, camminando guardingo e sincerandosi di proteggere la sua intimità con la giacca.

-Fermati. Tuono, vedendo il gruppo di Bowers scendere nella cava di ghiaia dall'altro lato dell'entrata, mentre io e Pennywise siamo accovacciati in una angolo aspettando di poter fuggire.

Mi sollevo con discrezione, e noto che si allontanano verso la cisterna.

-Via libera. Mi sollevo nuovamente, e mi segue, tenendosi attaccato alla mia schiena.

-Non c'è bisogno che tu mi stia addosso come lo zainetto di uno scolaretto, Penny. Sussurro al ragazzo alle mie spalle.

-È che sono agitato dalla situazione, e voglio quindi camminare con te per ogni centimetro di strada. Dice soffocando una certa "paura" tra le righe.

Ridacchio piano, e scuoto il capo.

Paura, lui, come cambiano le cose.

Stando attenti ad ogni singolo angolo, ad ogni passante, e ad ogni vicolo, siamo miracolosamente arrivati a destinazione.

Neibolt Street.

Fugge sul porticato quasi gettandosi dentro la casa per sfuggire al terribile imbarazzo, ed a questo punto è impossibile trattenere una fragorosa risata.

Mi fulmina con lo sguardo quando lo raggiungo all'interno della dimora, ed io non riesco proprio a fermarmi.

-Smettila. Tuona avvicinandosi a me.

-Altrimenti? Dico, e si avvicina ulteriormente, lasciando cadere la giacca dalla sua intimità.

-Altrimenti dovrò darti una lezione.
Aggiunge, cingendo la mia nuca tra le sue mani.

Si avvicina, e la sua lingua si è velocemente insediata dentro le mie labbra, facendomi sussultare dalla passione che sento vibrare in tutto il corpo.

Lo voglio.

Lo desidero.

Stringo il suo collo tra le mani, e prima che possa rendermene conto, la sua eccitazione è esplosa alle stelle sollevandomi e sbattendo con violenza la mia schiena contro il muro della vecchia casa.

Ansimo, e lo sento fare lo stesso vicino al mio orecchio, aumentando disperatamente il mio bisogno di lui.

Strappa di dosso al mio corpo senza alcuna gentilezza ogni vestito, e si getta sui miei seni, mordendo e graffiando con violenza il mio corpo.

-Devo darti una lezione, sì, devo dartela, piccola. Sussurra, e nell'attimo in cui mi accorgo della sua affermazione, entra con violenza inaudita dentro la mia intimità fradicia, lasciandosi andare ad un urlo feroce e passionale in cui ha spremuto il mio corpo contro di lui.

Le sue spinte sono fortissime, al punto che sento le mie gambe desensibilizzarsi, sento il mio corpo perdere forze sotto la sua prepotenza senza precedenti.

Tiro indietro la sua testa dai capelli, e mi guarda con rabbia, spingendo più forte, e con ferocia tale da affannarsi, una gara contro sé stesso cercando di penetrarmi al limite.

Urlo, urlo senza contegno, perché sono giunta all'orgasmo più assoluto, sentendomi svuotata di colpo, al quale segue poco dopo lui, lasciandosi cadere sulle ginocchia trattenendo il mio corpo al suo, stretti al muro in un abbraccio stanco, sporco, e senza respiro.

-Ti amo. Sussurra faticosamente, chinando la testa sulla mia spalla.

-Anch'io. Rispondo, e mi chino sulla sua spalla allo stesso modo.

Tutto questo è così folle.

Già.

Una di quelle follie che però, ti mantiene viva.





pennywise, stay away from my heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora