Violet's pov
Mi guardai intorno qualche minuto, ma in vano: tate non era nelle vicinanze.
Al bar non c'era, così cominciai a girare per la sala nella speranza di rintracciarlo, ma ogni mio tentativo risultava inutile.
-meno male che aveva promesso di aspettarti!- mi rimbeccò la mia coscienza.
Che fine aveva fatto?
- Ma cosa ti è venuto in mente?! È uno stronzo come tutti gli altri ragazzi, ti illudono per poi abbandonarti come una lurida pezza da piedi!-
"Finiscila ora!" Mi urlai contro sperando poi che nessuno mi avesse sentita.
-ecco brava! Sgridati da sola così oltre che assere ritenuta "strana" sembrerai anche MATTA!-
Odiavo quella vocina.
La sentivo molto spesso e a volte mi trovavo persino a risponderle.
Nella maggior parte dei casi era grazie a lei se mi tiravo fuori dai guai, se riuscivo a rispondere a tono alla gente della mia scuola e se riuscivo, nei momenti difficili, ad andare avanti.
Ma quando si trattava dei miei errori era la PRIMA a criticarti.
Sapevo bene che non si trattava di nessun tipo di personcina in miniatura all'interno del mio cervello, ma quando doveva criticarmi proprio non riuscivo a controllarla.
OGNUNO DI NOI È IL PEGGIOR GIUDICE DI SE TESSO.
Ed era vero. Soprattutto nel mio caso.
Una volta ripreso il controllo su me stessa e sulla mia testa decisi di andare a controllare al piano di sopra.
Risalii di nuovo le scale, maledicendo nuovamente quelle scomodissime scarpe, fino ad arrivare al secondo piano, dove erano state affittate un paio di stanze. O questo era quello che credevo.
Una volta arrivata mi soffermai un momento sull'ultimo gradino che si apriva su un lungo corridoio; mi guardai un attimo intorno e per un istante inorridii.
Al piano superiore,una volta passati quelli per le organizzazioni delle feste, venivano messe a disposizione una decina di camere, precedentemente appartenute all'hotel affianco, che si potevano affittare per passare una notte "focosa".
Ovviamente sapevo che un corridoio era stato affittato dalla mia scuola ma evidentemente non era quello.
Il pavimento era ricoperto da una vecchia moquette e, insieme alla muratura, erano entrambi di uno scurissimo color bordeaux accentuato da piccoli, ma numerosi, pois neri. La luce era sicuramente un fattore poco gradito: alle pareti c'erano solo alcune vecchie lampade a muro che emettevano una tenue luce arancione creando una terrificante luce soffusa e mettendo in risalto delle ambigue macchie bianche sul pavimento.
Non mi soffermai più di tanto a pensare al fatto che probabilmente non mi trovai al piano corretto e decisi di fare due passi avanti.
Dovevo trovare tate.
Stravaccato a terra appena sulla mia destra c'era un ragazzo che avrà avuto circa una ventina d'anni, tutto sporco e con in mano una bottiglia di rum mezza vuota che l'aveva costretto ad accasciarsi in un sonno parecchio profondo.
In fondo al corridoio c'era una porta finestra, non molto larga, ma immensamente alta; si apriva su uno spazioso terrazzo dove alcuni ragazzi si trovavano a fumare, forse tate era fra loro.
C'era solo un ostacolo da superare: due ragazzi, anzi due UOMINI.
Erano appoggiati allo stupite della finestra girati uno verso l'altro che si fumavano una sigaretta; avranno avuto circa una trentina d'anni e ,da quanto potevo capire, mi sembravano parecchio ubriachi.
-forza Violet non mi sembra un motivo per smettere di cercare quel cretino, fatti forza e vai su quel terrazzo-
Presi un lungo respiro e mi feci forza.
Cominciai a camminare con un passo abbastanza deciso, anche se un paio di volte dovetti fermarmi di scatto a causa di un gruppo di ragazze urlanti sfreccianti da una stanza all'altra, fino a fermarmi davanti a quei due.
"Permesso" dissi a bassa voce guardandoli dal basso.
Niente. Era come se non ci fossi e come se nessuno avesse parlato.
Ripresi un respiro profondo.
"PERMESSO" gli urlai a testa bassa reggendomi il vestito con le mani.
A quelle parole i due uomini si girarono verso di me bloccando l'uscita.
"Bene bene, guarda un po' chi abbiamo qui" disse quello sulla destra lanciando uno sguardo di complotto al suo collega affianco.
"Potreste farmi passare" gli ripetei senza alzare lo sguardo dai loro piedi.
"E perché mai? Non vuoi restare qui con noi? Potremmo divertirci..tutti e tre insieme"
SCHIFOSO BASTARDO.
Non riuscii a dire niente. Ma ero furiosa.
Ad un tratto vidi i loro piedi fare un passo verso di me, ma ancora prima che io potessi solo pensare di scappare sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla.
"Scusate ragazzi ma questa fanciulla non ha tempo da perdere"
Sollevai lo sguardo all'istante senza però voltarmi; continuavo a guardare fuori dalla finestra cercando di pensare a chi potesse appartenete quella voce. Forse era Tate, era tornato.
"Ei Ei calma amico non intrometterti" rispose a tono uno dei due.
"Non ti conviene metterti contro di me, te lo consiglio" lo intimidì il mio difensore.
"Se no cosa succede?"
A quelle parole mi sentii tirare indietro per le spalle e vidi un ragazzo alto superarmi velocemente scagliandosi contro quei due balordi. Non feci in tempo ad arretrare che con due pugni netti i due ubriachi vennero messi al tappeto dal ragazzo venuto in mio aiuto, ma quando si girò un velo di delusione mi pervase. Non era tate.
Era Mark.
"Mark sei tu!" Esclamai
"Già" disse ridacchiando "sono accorso in tuo aiuto"
Gli diedi una gomitata scendendo le scale.
"Grazie" gli dissi in tono cordiale.
"Ma va, cosa ci facevi lassù?" Mi chiese un po' stranito
"Mi sono persa" gli dissi guardando in basso cercando di non inciampare "stavo cercando Tate, l'hai visto?"
"No ,devo dire che è da quando vi abbiamo lasciati soli che non lo vedo" mi rispose facendomi un occhiolino.
Risposi con un sorriso e ritornammo nella sala da ballo: Si erano fatte quasi le undici e di gente ce n'era ancora parecchia.
Mark mi portò da Cassie e rimanemmo a chiacchierare tutti insieme per circa un quarto d'ora; ci stavamo divertendo un sacco, fino a quando un rumore assordante non pietrificò l'intera sala: era un urlo e subito lo seguì il rumore di uno sparo.Angolo autrice:
Ciao a tutti :) parliamo del capitolo:
Premettendo che mi scuso per il ritardo nel pubblicarlo, so bene che il capitolo è corto rispetto agli altri, ma, nonostante tutto il tempo che ho atteso alla ricerca di un metodo per allungarlo mantenendo il colpo di scena, non sono riuscita a trovarne uno quindi ho deciso di mantenerlo così dato che mi piaceva lo stesso.
Spero che riusciate a capire tutti i passaggi, dato che nella mia testa erano abbastanza incasinati e scriverli al meglio è stato un po' difficile; Violet prova un notevole interesse per tate, il quale però ha deciso di andarsene senza dare spiegazioni.
Dove sarà finito? E quello sparo finale?
Spero che continuerete a leggere la mia storia e che mi facciate sapere cosa ne pensate con qualche commento; al prossimo capitolo.
Un bacione @louisjuliet_ ❤️
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Over Again
Fanfiction~Violet: la classica ragazza "strana", " diversa", piena di pericolosi ricordi. Ci racconta la sua storia con un flashback: ricco di dolore, passione e un'aspra nota di terrore. Lei ricorda tutto, soprattutto lui: Tate. Ragazzo bello e affascinante...