DUE

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CAPITOLO DUE

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CAPITOLO DUE

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POV'S FEDERICO

Quella sera era fondamentale: era la notte di Juventus - Inter. L'aria era fredda, ma non importava, l'atmosfera era così calda che nessuna bassa temperatura aveva importanza. I nostri tifosi cantavano a squarciagola nonostante la partita non fosse nemmeno iniziata e mi scaldarono il cuore.
Nonostante l'ansia da prestazione, dentro di me, avevo un buon presentimento. Inoltre, ero anche finalmente tornato tra la lista dei convocati ed avrei dovuto dare tutto.

Io ed il resto dei ragazzi ci stavamo riscaldando in campo, feci qualche corsa, qualche scatto, un paio di passaggi e provammo numerosi schemi che il mister ci fece testare nel corso della settimana. Poi toccò alle punizioni, non ero mai stato un asso, ma dovevo continuare ad allenarmi per migliorarmi sempre di più, ogni giorno che passava.
Appoggiai il pallone a terra concentrato più che mai ed appoggiai le mani sui fianchi pensando a come avrei dovuto calciare il pallone nella rete.

« Sei carico? » Mi domandò Perin, il nostro secondo portiere, poggiandomi una mano sulla schiena. « Stasera giocherai anche tu. »

« Si, lo so bene. Sono pronto. » Accennai un sorrisetto. « Dai, adesso vai in porta che devo farti gol! » Gli schiacciai un occhiolino e fece come gli suggerii.

Le otto e quarantacinque si avvicinavano e, di conseguenza, il fischio del calcio d'inizio era sempre più vicino.
Rientrai con il resto dei miei compagni negli spogliatoi, come al solito ero sempre uno degli ultimi  a rientrare, adoravo bearmi di quell'atmosfera. Camminai con Milik verso l'ingresso degli spogliatoi e ne approfittai per salutare con la mano i tifosi che ci chiedevano il cinque dagli spalti.

Poi successe l'incredibile: incontrai gli ultimi occhi che avrei mai pensato di rivedere quella sera, quelli di Benedetta.
Lei era lì, tra gli spalti accanto a Thessa pronta a godersi lo spettacolo, il grande match, uno dei più attesi di tutto il campionato di Serie A.
Non ero mai stato bravo a mentire, mai, e sicuramente si era accorta che ero completamente spiazzato dalla sua presenza, mi aveva preso totalmente alla sprovvista. Il mio cuore era arrivato in gola, la mia sudorazione era improvvisamente aumentata e presi a respirare in modo più affannato.

Una volta rientrato nello spogliatoio per l'ultima volta prima di rientrare in campo avanzai verso Manuel con il cuore che batteva forte nel petto. Dovevo parlagli assolutamente, avevo bisogno di spiegazioni, lui sapeva sicuramente tutto.

« Che cosa ci fa lei qui? » Ringhiai.

Manuel finì di sistemarsi il calzettone sinistro e, con estrema calma, si voltò verso di me scrutandomi ed alzando un sopracciglio confuso. « Lei chi? La tua ragazza? »

AGAIN | FEDERICO CHIESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora