𝗵𝗮𝗱 𝘁𝗵𝗲 𝘄𝗵𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗺𝗮𝗽𝗽𝗲𝗱 𝗼𝘂𝘁

101 10 0
                                    

Yukie sta seduta sulle ginocchia di fronte al tavolino, lancia rapide occhiate di fronte le portate che Ikue posa su quest'ultimo.

È nervosa, anche se non lo dice ad alta voce. I capelli scuri li tiene raccolti in una treccia che le ricade di lato, gli occhi cercano i miei quando mi siedo al suo fianco, per rivolgermi verso Ikue che si siede di fronte, con un piccolo sorriso.

Imbarazzante.

Oltre che... strano.

Questa doveva essere la nostra famiglia? Non credo proprio che potesse funzionare. E io che ci ero rimasto male perché lei se n'era andata come se fosse giusto, lasciandomi con una bambina e una marea di lavoro per mantenerla, aggravato anche con la responsabilità dello studio, la manager...

Che merda, cazzo.

Afferro la forchetta e il cucchiaio dal vassoio, servo Ikue per prima, ma la mano di Yukie mi ferma in principio.

«Prima dobbiamo parlare.»

Ikue annuisce, abbassa un po' lo sguardo.

«So che è strano che io sia qui, ma vorrei rimediare ai miei errori. Papà mi ha detto che ti ha parlato di me e -»

«Perché sei tornata ora? Io voglio sapere la verità, non sono stupida. Ho quasi dodici anni, te lo vorrei ricordare, in caso ti fossi dimenticata chi hai partorito. C'è qualcosa che non va in te, non mi piace e...»

Yukie mi guarda di sfuggita, poi sospira.

«Io non ti conosco affatto, non sei nessuno nella mia vita.»

«C'è una cosa che non ho mai detto a tuo padre, che riguarda il giorno in cui me ne sono andata.»

«Cioè?» Aggiungo perplesso. «I tuoi genitori non mi hanno mai detto nulla, credevo che volessi semplicemente liberarti di noi.»

«La pressione era troppa, Kotaro. Non riuscivo a sopportare l'idea di dover affrontare le conseguenze, di crescere una bambina, di poter finire a sopravvivere sulle tue spalle con il tuo lavoro. Volevo un futuro per me, per quanto sia una scelta egoista, volevo dirtelo, soltanto che non... non ci riuscivo, capisci?»

«Sei egoista, cazzo. Ci hai lasciati, hai abbandonato tua figlia per -»

«Lo so, Kotaro. Cazzo, lo so! Credi che non mi siete mancati? È vero, non ci amavamo più, ma non ho mai smesso di pensare a te... e a te.» Conclude rapida, rivolta verso Yukie. «So che vi siete costruiti una vita, vi ho seguito negli ultimi anni, se solo riusciste a darmi una possibilità, a capire che possiamo...»

«Non possiamo essere una famiglia.» Ribatte Yukie, con un sorriso amaro sulle labbra. «Non ti conosco, te lo ripeto. Mi hai messa al mondo, ma per te... non provo nulla, almeno per ora. Sei un'estranea, sinceramente, e non sono sicura di volerti accogliere per far parte della mia vita. Sto bene così, non te lo nascondo. Io e papà siamo cresciuti senza di te, non abbiamo alcun bisogno... di te, ecco.»

Accenno un sorriso, con le dita le accarezzo la schiena.

«Papà si è rifatto una vita, non ho intenzione di vederti provare a distruggere la sua relazione.»

Ikue sorride un po', inclina la testa di lato.

«Non amo più tuo padre, ciò che c'era in passato è completamente scomparso per me. Non intendevo inserirmi nelle vostre vite per scombussolarle, vorrei soltanto cercare di farvi capire perché ho deciso di essere egoista, ma che sono pronta a rimediare ai miei errori.»

Yukie prende la bottiglia di vetro, versa un po' d'aranciata nel suo bicchiere.

Ne beve un piccolo sorso, poi sospira.

☽ 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 ᵇᵒᵏᵘᵃᵏᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora