𝘀𝗼𝗺𝗲𝘁𝗶𝗺𝗲𝘀 𝘄𝗵𝗲𝗻 𝗶 𝗺𝗶𝘀𝘀 𝘆𝗼𝘂

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Controllo la schermata del telefono un'ultima volta, sospiro piano.

Yukie è da Ikue, so che dovrei star tranquillo, ma non riesco.

Anche se...

La sala in cui stiamo consumando i festeggiamenti, dopo la Prima del film, è davvero bellissima. Ci sono boccali di champagne, comparse che vagano dal tavolo del buffet - che ho divorato poco fa con l'aiuto di Keiji - agli angoli in cui lasciarsi intervistare, complimentarsi con la troupe.

C'è una grande vetrata che dà sul palco, su cui sto appoggiato da dieci minuti. Con il mio bicchiere di champagne, che avevo preso per Keiji, che ha rifiutato senza troppe cerimonie.

Un po' strano, eh? Per uno come lui che beve, almeno a questi eventi speciali.

Le tavolate di fronte a me sono ricoperte da tovaglie bianche, qualche stuzzichino è abbandonato davanti a chi ci sta seduto intorno.

Kenma è appoggiato contro Kuroo, che ha la schiena contro al bancone dei cocktail. Dietro ci sono due cameriere, una sembra così rapita da Kuroo, che prova in ogni modo ad avere la sua attenzione. Peccato per lei, appena scoprirà che Kenma lo sta accarezzando da sopra la stoffa del pantalone, sulla coscia, con le piccole dita, senza alcun timore, voglio proprio vedere la sua faccia.

Kenma non è un ubriaco, ma ci mette davvero poco a marcare il territorio. È molto possessivo nei confronti di Kuroo, in questi casi, se si tratta di accompagnarci a qualche evento che riguarda i nostri progetti, non si fa alcun scrupolo. La camicia bianca gli sta un po' larga, ma gli fascia le forme dei fianchi un po' rotondi, la cintura nera sporge dal basso e scivola giù, verso al pantalone nero che stringe le sue cosce, fin sopra la punta della scarpa elegante che indossa.

I capelli neri li trattiene raccolti in uno chignon, due ciocche gli ricadono ai lati del viso. Sembra un po' meno paffuto, le guance sono meno piene. Le labbra schiuse si appoggiano contro al bordo del bicchiere di vetro, quando Kuroo si abbassa alla sua medesima altezza per sussurrargli qualcosa.

Kuroo è in tinta con il suo completo, ad eccezione della giacca rossa che gli copre le spalle larghe. Le dita accarezzano il suo fianco, lo trattengono a sé ogni volta che un fotografo passa a scattare qualche foto, dopo avergli chiesto il tacito permesso.

Tutto sbrilluccica come se fosse oro, oggi.

Takeyuki è seduto intorno a un tavolo di giornalisti, mi lancia qualche occhiata e dei sorrisi.

Sta al suo posto, per fortuna.

Dopo aver rapito me e Keiji, per un tempo indefinito al termine della Prima. Lo ringrazio, davvero. Non sono ancora mentalmente pronto ad affrontare altri giornalisti, occhiate, persino il rumore fastidioso delle macchine fotografiche che mi riprendono come se fossi carne da macello da vendere al miglior acquirente.

«Sei nervoso?»

Accenno un sorriso, con la testa mi inclino verso la guancia di Keiji.

La bacio piano.

E lui sorride, si avvicina a me. Mi sfiora le dita, mi guarda negli occhi.

È davvero come una favola, oggi.

Noi, la Prima, il nostro sogno. Questa grande opportunità che deve averci aperto tantissime strade, anche da divisi, in futuro.

Con le dita mi accarezza i bottoncini della camicia dorata, le fa scorrere piano verso al basso fin sopra la pancia. Sorride di più, le labbra mi sfiorano la guancia quando sussurra contro di me.

«Mi sei mancato.»

Ridacchio.

«Sei solo andato in bagno, Keiji.»

☽ 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 ᵇᵒᵏᵘᵃᵏᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora