Capitolo 13

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Draco si legò in vita un asciugamano ed uscì dal bagno tamponandosi i capelli con una salvietta. Sollevò lo sguardo sul letto e si stupì di non vedere la figura del moro ancora placidamente addormentata sotto le coperte. Con una rapida occhiata notò con suo sommo sgomento che non c'era neanche più traccia dei vestiti di Harry che erano stati sparsi per la stanza la notte precedente.

Voltò la testa di scatto verso la scrivania dove aveva frettolosamente nascosto la lettera di Hermione prima di andare in bagno. E la vide. Aperta, spiegazzata e irrimediabilmente letta da occhi che non avrebbero mai dovuto posarsi su di essa.

Il biondo si sedette sul letto, improvvisamente incapace di respirare, affondando le mani nei capelli ancora bagnati e iniziò a darsi dell'idiota. Fu tentato di vestirsi e correre all'istante da Harry, ma se in quelle poche settimane aveva imparato a conoscere abbastanza il moro, temeva che se solo si fosse anche avvicinato al suo appartamento, probabilmente sarebbe stato incenerito, schiantato, o ancor peggio, non voleva testare quanto l'Eroe del Mondo Magico fosse in grado di fare uso delle Maledizioni Senza Perdono.

***

« Il Padrone è già tornato a casa? » domandò Kreacher non appena Harry chiuse la porta con un calcio lasciando cadere per terra tutto ciò che aveva in mano, eccetto la bacchetta.

« Vado nella stanza chiusa. Non ci sono per nessuno Kreacher. Neanche per te. Uscirò quando ne avrò voglia » mormorò il moro livido di rabbia e lanciando l'incantesimo che rimuoveva il sigillo dalla porta chiusa magicamente. La richiuse sibilando ferocemente la formula e si sedette alla sua scrivania.

Appoggiò i gomiti al tavolo e mise le mani nei capelli, dondolandosi lentamente avanti e indietro mentre copiose lacrime cominciavano a bagnargli il viso e annebbiargli la vista. Non poteva dire che Draco l'avesse propriamente tradito. Aveva mentito. Omesso la verità su Ron ed Hermione ma non è che l'avesse propriamente tenuto all'oscuro di tutto. Avrebbe dovuto leggere tra le righe, raccogliere gli indizi cheil biondo gli aveva consciamente dato, capire che c'era sotto qualcosa, ma lui non era mai stato furbo ed intuitivo come Hermione e neanche astuto come un Serpeverde. Lui era un incosciente Grifondoro, pronto a buttarsi a capofitto nelle avventure più pericolose ma, come tutti gli eroi, aveva sempre qualcuno al suo fianco, pronto ad aiutarlo dove lui non arrivava. Questa volta però si era lanciato, fidandosi a torto di un Serpeverde e ora ne stava pagando le conseguenze. Non voleva avere più nulla a che fare con il Mondo Magico e sapeva perfettamente che se solo avesse intravisto Ron ed Hermione non sarebbe riuscito a rimanere a lungo lontano dalle persone che lo avevano amato. Gli mancavano tutti, ma non poteva tornare a essere Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, il Prescelto e l'Eroe.

Sapeva fin dall'inizio che quella cosa con Draco era un errore, ma per una volta nella sua vita aveva voluto provare a fidarsi di un Serpeverde. Proprio di quello stesso Serpeverde che - nonostante gli avesse più volte reso la vita un inferno durante gli anni scolastici - si era impegnato e aveva fatto di tutto per trovarlo. Di sicuro Ron ed Hermione dovevano avergli dato ben più di qualche dritta, indizio o informazione, ma era certo che nessuno dei due avesse mai realmente sperato che Draco lo trovasse. Solo che quando era accaduto, in nome dell'amicizia che per così tanti anni li aveva legati, avevano voluto cogliere l'occasione per rivederlo. Gli volevano bene e lui li aveva abbandonati, lasciandoseli alle spalle come se non avessero mai contato nulla.

Afferrò uno Spioscopio che teneva sulla scrivania e lo scagliò con rabbia verso il camino, mandandolo in frantumi non appena l'oggetto toccò il muro. Se ne pentì all'istante. Era un regalo che gli aveva portato Ron dall'Egitto e per quanto non fosse di grande qualità, era affezionato a quell'oggetto. Ringraziò Merlino di essere un mago e afferrò la bacchetta, lanciando sulle schegge davanti al fuoco un 'Reparo' che rimise subito in sesto lo Spioscopio distrutto e lo richiamò a sé con un incantesimo d'Appello.

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