Capitolo 8: 36,070 piedi sotto e oltre

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Nota: Scusate di nuovo per il ritardo, mi sono completamente dimenticata di Wattpad in tutto questo tempo ma eccomi con l'aggiornamento  (/'-')/ buona lettura!


"Congratulazioni!"

NoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNo

"Grazie. Se non sbaglio ho una sua foto." Jotaro scavò nelle sue tasche, tirando fuori il suo portafoglio.

NoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNo

"è molto carina." Kakyoin afferrò la foto, rovinando l'angolo

"E una ragazza molto fortunata."

Perché sto dicendo queste cose?

"Vorresti incontrarla?" L'espressione di Jotaro si rilassò un po', passando una mano tra i suoi ciuffi nero abisso

"è americana, quindi dovremmo viaggiare piuttosto lontano"

SmettilaSmettilaSmettilaSmettilaSmettilaSmettilaSmettilaSmettilaSmettila

"Vedrò." forzò Kakyoin, forzò, un sorriso per aggraziare i suoi lineamenti. Si impegnò tantissimo per mantenerlo, sembrava come se stesse cercando di forzare due poli magnetici dello stesso tipo ad attirarsi

"Pronto a tornare a casa?"

"Di già? Siamo qui solo da un'ora." Jotaro controllò il suo orologio, stranito

"Oh. Ti senti male?"

"Per favore. Andiamo e basta." Kakyoin volle urlare.

PERCHE' MI STAI FACENDO QUESTO

"Va bene." Jotaro non disse nulla al ritorno.

Kakyoin evitò Jotaro il giorno dopo. Non perché non voleva parlargli. Non perché aveva paura di farlo soffrire. Non perché aveva paura di dire qualcosa di sbagliato davanti a lui.

Ma perché aveva bisogno del tempo da solo, così che potesse mandare tutto a fanculo.

Erano passati diversi anni da quando era venuto in questo particolare posto. Era una vecchia casetta abbandonata vicino alla casa dei suoi genitori. Doveva passare attraverso una piccola foresta accanto a casa sua per 15 minuti, prima di raggiungere una piccola pianura piena di erba alta. E al centro di questa chiazza c'era una vecchia e decrepita casetta che si ergeva alla destra e sembrava come se potesse crollare con il minimo sbuffo. Kakyoin strinse i pugni, e Hierophant emerse dal suolo, il verde brillante si illuminò alla luce calda del tramonto. Kakyoin si avvicinò alla casetta, l'erba alta lo solleticò mentre la attraversava. Quando era piccolo, l'erba era più alta di lui, facendolo sentire come una formica, ma ora, l'erba sfiorava i suoi gomiti, mostrandoli tutt'altra vista. La piccola pianura era meravigliosa. Lo era sempre stata. Kakyoin camminò lentamente, così che potesse memorizzarne ogni dettaglio, ogni riflesso, ogni ombra, prima che la sua perfezione venisse rovinata. La porta in legno della casetta scricchiolò sotto il mero tocco di Kakyoin, il legno tutto mangiato e bucato dalle termiti, talmente che poteva a malapena sopportare un picchiettio. Il suono del legno che si disintegrava irritò Kakyoin, alimentando la sua rabbia. Kakyoin non perse tempo a colpire la cornice della porta con un pugno radiato. Il legno si ruppe facilmente, e Hierophant procedette a creare buchi per le pareti fragili. Kakyoin si fiondò nella casetta, e afferrò una sedia che giaceva a terra, lo lanciò attraverso la stanza con un urlo, e frantumò una finestra di vetro.

Mentre Kakyoin distruggeva la casetta che teneva molti ricordi d'infanzia, ricordi di giornate a giocare con Hierophant Green, folleggiando nell'erba alta, catturando grilli, scovando serpenti, si sentì piangere un po'.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 24, 2022 ⏰

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