Capitolo 1: Vortice

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Kakyoin non era molto appassionato dei luoghi all'aperto. Probabilmente perché si bruciava più facilmente di un vampiro, oppure perché si sentiva un po' insicuro in mezzo alla folla. L'isolamento può provocare tanto a una persona. Kakyoin si preoccupava delle cicatrici sugli occhi e dell'enorme chiazza circolare sullo stomaco e sulla schiena, che la gente la puntasse o meno. Che i bambini lo deridessero, che ci facessero battute sopra. Così Kakyoin usò un po' del fondotinta di sua madre per coprire meglio che poteva, e mise degli occhiali da sole agli occhi.

Non si era mai sentito così insicuro delle sue ferite. Ma anche solo il piccolo pensiero che sconosciuti potessero vederle liberamente lo terrorizzava. Kakyoin prese una camicia grigia per maggior sicurezza. Ma, conoscendo Jotaro e Polnareff, lo avrebbero invitato in acqua. Kakyoin prese il costume che non usava da qualche anno (sperando che gli entrasse ancora) e corse verso la fermata del bus.

Kakyoin aiutò Joseph a piantare l'ombrellone nella sabbia, e si sdraiò sulla tovaglia da picnic. Polnareff si lamentò del caldo pomeridiano, ma smise non appena Abdul puntualizzò il fatto che Polnareff ebbe la più strana abbronzatura quando stavano in Egitto. 
Jotaro era, per una volta, senza la sua giacca di scuola. Tenne il suo cappello, ovviamente, e indossava una canottiera blu scuro, il costume e un paio di infradito. Kakyoin si sentì fin troppo vestito, con addosso pantaloni che gli arrivavano agli stinchi e una camicia a maniche lunghe. Pure Abdul era vestito più comodamente!

"Non hai caldo?" chiese Jotaro. Una delle sue sopracciglia scure si alzò

"Sì, ma, ho la bruciatura molto facile."

"Crema solare?"

"Sì. Ne ho messa un po' a casa."

"E allora? In ogni caso, io e Polnareff andiamo per primi. Nuoti anche tu, no?" Jotaro si chinò per prendere un paio di occhialini e il boccaglio, Kakyoin rimase distratto dal rispondergli da come il braccio di Jotaro si tendeva e si rilassava, da quel movimento fluido delle sue azioni. L'immagine dell'eleganza. Potevi vedere ogni muscolo lavorare chiaramente come il giorno mentre si sfilava la canottiera

"Penso...che mi unirò a voi più tardi. C'è un bel panorama da disegnare ora." mentì Kakyoin. Il "panorama" e il panorama erano senza dubbio molto belli, con l'acqua trasparente e la sabbia dorata. Beh, se non fai caso alle grida occasionali del bambino o lo strillare dei bambini mentre si schizzavano in acqua o la signora a fianco a loro lamentarsi con il marito per l'abbronzatura e ogni altra attività disonesta che stava accadendo tutta in una volta, allora, sì. Jotaro annuì, lasciando le ciabatte dietro mentre corse via a fatica per raggiungere Polnareff in acqua. Joseph e Abdul erano via per comprare delle bevande, lasciando Kakyoin da solo per uno o due minuti.

Kakyoin trascinò la matita attraverso lo sketchbook per segnare l'orizzonte, aggiungendo gli scogli che sbucavano fuori dagli angoli della sua vista sferica. Ma la sua mente partì a largo e il panorama davanti a lui perse il suo fascino. Ciò che aveva preso al sua attenzione era la vista di Jotaro, in ginocchio in acqua, i capelli bagnati e il suo corpo brillare alla luce. I muscoli della sua schiena da soli portarono Kakyoin in lacrime. Era una tale vista da tenere.

Poco dopo Kakyoin ritrovò la sua matita a disegnare un viso, la mascella forte e le sopracciglia definite iniziarono a uscire. Mentre era sul punto di disegnare quei severi, occhi mezzi chiusi, Joseph urlò al ragazzo

"Kakyoin! Cosa fai? Perché non ti unisci a Jotaro e Polnareff per una nuotata?" Joseph diede un colpetto a Kakyoin con il retro di una bottiglia fredda di coca, gli occhi sbarrati dalla sorpresa

"Volevo solo fare un piccolo disegno prima di nuotare" Kakyoin si sollevò gli occhiali da sole. Joseph annuì

"Beh, non farli aspettare troppo, credo. Non perderti il divertimento!" e Kakyoin fu di nuovo da solo per un po'.

Chiuse lo sketchbook dopo aver realizzato che, se uno osservava bene, era Jotaro che stava disegnando. Le orecchie di Kakyoin bollirono dopo quella realizzazione. Si alzò e lentamente si sfilò la camicia a maniche lunghe, pregando che nessuno guardasse la cicatrice nascosta male. Il fondotinta era stato sbavato dalla camicia e dal sudore. Kakyoin si tolse gli occhiali da sole e corse verso Polnareff, Jotaro era come sparito

"Ah, Kakyoin! Era ora che venissi!" i capelli di Polnareff stavano cadendo tutto intorno al suo viso, il suo color argento luccicava al sole. Kakyoin non lo avrebbe riconosciuto se non fosse che stesse urlando in francese a un granchio che gli aveva pizzicato il piede e stesse correndo in giro

"Dov'è Jotaro?"

Polnareff puntò all'acqua

"Sta facendo snorkeling. è laggiù da un bel po' ormai. Non so quanto sia andato lontano."
Kakyoin mise la testa sott'acqua e aprì gli occhi. Si pentì subito di quella decisione. Il sale gli pizzicò gli occhi e tornò in superficie

"Beh, non aprirò mai più gli occhi sott'acqua senza occhialini. Ah beh." Kakyoin rimase lì con Polnareff, ad aspettare che Jotaro tornasse, la sabbia iniziò ad alzarsi tra le dita dei piedi mentre le onde si ritiravano dalla riva. Kakyoin propose di andare alla ricerca di conchiglie, nonostante fosse una richiesta infantile. Ma Polnareff era più che felice di obbedire, chinandosi a terra mentre si incamminò cercando delle conchiglie. Camminarono in giro per qualche minuto, Kakyoin aveva raccolto un granchio, qualche conchiglia rotta e un pezzo di vetro di mare. Polnareff, invece, aveva trovato una bella collezione di conchiglie, tutte con una forma abbastanza buona e un pezzo di corallo morto. Kakyoin si avviò in acqua per lasciar libero il granchio, ma fu fermato da un forte rumore di schizzo di una persona che usciva dall'acqua. Era Jotaro.

Era estremamente ingiusto, quanto fosse elegante e stupendo Jotaro tutto il tempo. Ma questo? Questo era come osservare un dio in persona! Il corpo di Jotaro luccicava, ogni muscolo assorbiva la luce alla perfezione, enfatizzando il suo corpo accentato. Fece per prendere il boccaglio e gli occhialini, togliendoseli con un movimento fluido, come se fosse stato praticato con grazia. Jotaro posò la mano libera sui suoi capelli neri come la pece per tirarli indietro, schizzando gocce d'acqua ovunque, un ciuffo leggermente mosso si posò in avanti, ricadendogli sul viso. I suoi occhi chiari verde-acqua erano fissi su Kakyoin mentre camminava verso di lui. Kakyoin rimase fermo lì in pura meraviglia. Il modo in cui gli occhi di Jotaro erano sempre socchiusi per presunta noia erano estremamente e terribilmente attraenti

"Hai preso un bel granchio. Stavi per lasciarlo libero?" La voce di Jotaro era profonda e tuonò dentro il suo petto, il nome di Kakyoin usciva fuori dalla sua lingua in un modo talmente piacevole che il cervello di Kakyoin sembrava andare in corto circuito

"Uh...sì! Sì, stavo per rimettere giù questo piccoletto!" balbettò Kakyoin. Senza accorgersene stava trattenendo il fiato. Jotaro alzò un sopracciglio, ma il suo sguardo rimase indifferente come sempre

"Va bene. Hai un boccaglio? Se ce l'hai, potresti venire con me. Il corallo e i pesci sono davvero fantastici. Penso ti piacerebbe."

'Io penso che mi piacerebbe se ti sdraiassi solo su di me.' pensò Kakyoin. Ma in risposta alla domanda di Jotaro, scosse la testa

"Ho un paio di occhialini. Ti presto io il boccaglio. Qualche problema con la saliva?" Jotaro si sporse in avanti, chiudendo quello spazio tra loro di qualche centimetro. Kakyoin poté vedere quei bellissimi occhi girare con quei meravigliosi blu e verde. Quasi come un vortice

"No." squittì Kakyoin. La sua mente iniziò a urlare 'bacio indiretto' in modo infantile. I suoi pensieri presero il largo.

Jotaro annuì e si girò per prendere gli occhialini.

Kakyoin non si accorse però che le labbra di Jotaro avevano formato un piccolo ghigno di divertimento causato da quel suo piccolo show di imbarazzo.


The Fear of the OceanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora