Capitolo 2: Corrente di Ritorno

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Jotaro e Kakyoin insistettero nel ritornare da sé col bus, lasciando la coppia a continuare a giocherellare al mare fino al tramonto. Joseph era preoccupato per Kakyoin, ma si ricordò che il suo bruto nipote era meglio di qualsiasi altra guardia del corpo, e si sentì più tranquillo. Polnareff e Abdul salirono sulla macchina di Joseph, e partirono.

Jotaro e Kakyoin rimasero a fare snorkeling e ad esplorare il fondo marino per ore, ora, e non sembravano stancarsi. Kakyoin puntò a un gruppo di coralli e gli occhi di Jotaro scattarono con un'ombra di un vero sorriso. Kakyoin trovò un paio di stelle marine e Jotaro ne prese una, accarezzandola. Il cuore di Kakyoin tremò quando Jotaro prese la sua mano, suggerendogli di sentire la superficie ruvida della stella marina. Kakyoin tese la mano.

Ora, erano più o meno le 18:30, il sole stava iniziando a tramontare. I ragazzi erano seduti sulla spiaggia, le onde li bagnava delicatamente, arrivando fino a dietro di loro, prima di ritirarsi di nuovo nel mare. Guardarono il sole tramontare lentamente, era quasi come se il sole si stesse immergendo nell'oceano. Kakyoin sospirò. Era una scena così cliché, ma sembrava stranamente genuina. Girò lo sguardo verso Jotaro, che aveva il cappello tra le mani, con il più piccolo dei sorrisi sulle labbra. I suoi occhi riflettevano le luci del tramonto, l'arancio mischiato con il blu

"Guarda, Kakyoin." Jotaro puntò le onde. Kakyoin girò la testa verso il punto che stava puntando Jotaro

"Quella è una medusa." Vero, stava questa forma tonda a cupola della testa, galleggiare su e giù gentilmente

"Si starà godendo la vista anche lei" Kakyoin guardò come le onde spinsero la creatura più vicino alla riva.

Mentre i due iniziarono a prepararsi per andare via, Kakyoin pensò, si era divertito Jotaro con lui in quel modo? Sapeva che la connessione tra Jotaro e la vita marina era qualcosa di grande, e gli dava un grande piacere stare da solo con l'oceano. Che gli stesse rovinando quei momenti con la sua presenza? Non osò chiedere a Jotaro, per paura di sembrare troppo paranoico.

Jotaro sbatté per sbaglio il gomito di Kakyoin mentre si chinava a ritirare il tappeto da picnic

"Scusa" mormorò Kakyoin, con un veloce sorriso sul volto. L'espressione di Jotaro era indifferente, ma dalla piccola luce che mostravano i suoi occhi, Kakyoin sapeva che a Jotaro faceva nulla

"Vuoi una mano con il tappeto? Passami due angoli, così possiamo piegarlo" Jotaro scrollò la sabbia dal tappeto ancor prima che Kakyoin potesse prendere gli angoli. Nel momento che le dita di Jotaro sfiorarono quelle di Kakyoin mentre piegavano il tappeto, Kakyoin non poté fare a meno di memorizzare la sensazione delle dita ruvide di Jotaro toccare le sue mani

"È stato bello" disse Jotaro all'improvviso quando iniziarono ad incamminarsi verso la fermata del bus. Kakyoin alzò un sopracciglio

"Fare snorkeling con te, è stato divertente. Dovremmo farlo più spesso."

Il cuore di Kakyoin fece un balzo contro le costole. Jotaro aveva appena detto che gli era piaciuto passare il tempo con lui e a questo, Kakyoin sospirò felice e annuì. Dovrebbero farlo più spesso.

È terribilmente bizzarro, pensò Kakyoin. Jotaro era un uomo pieno di misteri. Indecifrabile. Intoccabile. Impensabile. Sempre calmo e posato, anche figo. Stupendo fino alle punta dei piedi. La sua voce profonda come l'abisso, tuonando come una tempesta. Gli occhi erano turchese, blu oceano e un pizzico di polvere di stelle, il tutto mischiato assieme. Le sue ciglia nero inchiostro, le sopracciglia piegate ad angolo perfetto. I capelli inchiostro mossi in modo perfetto, tirati indietro ma spettinati. Il suo carattere era estremamente difficile da capire. Anche dopo aver conosciuto Jotaro per quasi un anno, salvo alcuni piccoli dettagli e pecche, Kakyoin ancora non riusciva a capire per niente Jotaro.

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