18

179 14 4
                                    

Capitolo 18.

Cammino dritta per la mia strada. Sento che mi sta chiamando ma continuo ad ignorarlo.

Inizia poi a chiamare sul cellulare,a mandarmi sms e io non rispondo a nessuno di essi.

Come è entrato all'improvviso nella mia vita,così allo stesso modo deve andarsene.

Entro in casa e salgo in camera mia. Il cellulare si collega automaticamente al wi-fi e trovo almeno una cinquantina di messaggi su Whatsapp.

Leggo chi mi ha scritto e trovo messaggi sia di Meg che di Joe.

Li apro e li scorro rapidamente. Come mi aspettavo Joe ha avvisato Meg e lei vuole che chiariamo.

Nemmeno le rispondo,non per maleducazione,semplicemente non mi va.

Mi sento presa in giro,forse non tanto da Meg,ma non ho voglia di parlarne con nessuno.

Se ho detto ciò che ho detto è perchè lo pensavo.

Se ho fatto ciò che ho fatto è perchè sono coscente delle mie azioni.

E non so neanche se mai lo perdonerò. Si è preso gioco di me,ha giocato con i miei sentimenti,mi ha illusa e ora ferita.

Non lo definisco un vero e proprio odio,ma di certo non sarà come prima.

Forse ho fatto in fretta a mollare la colpa a lui,forse sono io il vero problema. Sono un caso disagiato e ho scaricato la mia rabbia contro di lui.

Ma non ho accettato che lui,nonostante mi ha chiesto di frequentarlo,ha preferito paragonarmi alla sua ex.

E' vero,forse l'ho solo criticata in base all'apparenza,forse non la conosco bene quanto lui,ma sentire quelle cose da lui,mi ha ferito.

Insomma se non gli andavo bene perchè mi ha mentito? Perchè ha continuato ad uscire con me? Solo per fare ingelosire l'ex?

Non capisco,ha proprio evitato questa cosa.

Eppure c'è qualche misera speranza che non sia così e che per lui io significhi qualcosa.

Non ne ho idea,forse la solita illusione.

Suonano alla porta,a lungo. Mi alzo e vedo ad aprire e trovo Joe,in ginocchio con gli occhi rossi e un mazzo di rose bianche.

E in un attimo,tutte le mie sicurezze,la mia barriera protettiva tutto è crollato.

Ho sentito lo stomaco chiudersi e stringersi,come un grosso nodo. Mi sto sentendo altamente in colpa e non dovrei,lo so.

Ma non ce la faccio a vederlo così,quindi gli prendo la mano e lo aiuto ad alzarsi. Lo porto dentro casa e lo faccio sedere sul divano.

Vuole o no,dobbiamo parlare. E' la cosa migliore.

Joe: Mi dispiace.

Io: Tranquillo.

Joe: No,ti ho ferito,sono stato uno stupido a dire quelle cose. E' solo che faccio fatica ad andare avanti,mi capisci?

Io: In qualche modo sì e mi dispiace aver criticato la tua ex,non la conosco bene.

Joe: No,bhe hai ragione. E' un pò così lei. Particolare direi.

Io: Ma vi amavate quindi a te andava bene così.

Joe: Io non l'amavo.

Io: Allora perchè sei stato con lei?

Joe: Ero costretto,ma ora voglio stare con te.

Io: Perchè?

Joe: Ho ripensato a tutto quello che mi hai detto e sarei un coglione a lasciarti andare via dalla mia vita così.

Io: Ah sì,scusa se ti ho offeso,ero arrabbiata.

Joe: Non ti scusare. Io tengo molto a te.

Io: Anche io a te. Vuoi andare alla festa?

Joe: Non mi importa. Voglio stare qui con te ora.

Io: Per me va bene.

Ecco avete presente quando vorreste rompere tutto in mille pezzi,avete tantissima rabbia sa sfogare e poi ci ripensi? Credo di averlo appena fatto. Gli ho appena dato una seconda opportunità. Correrò il rischio.

{to be continued} 

When you look me in the eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora