Neymar;
«Davi!! Scendi che andiamo in spiaggia!!» metto gli occhiali da sole e aspetto mio figlio che scenda al piano di sotto.
«Eccomi papà» Davi prende il suo telo mare e lo mette sulla spalla avviandosi poi verso l'uscita di casa, Bruna gli sorride ed entrambi corrono verso la spiaggia dove ci aspettano Bianca e Cris.
Amo la mia vita anche se sento che manchi qualcosa.
«Ehi Cris, Bianca?» domando al mio amico che tiene all'ombra la piccola Antonella.
«Leila ha la febbre, Bianca le sta tenendo compagnia in hotel» giro gli occhi e mi distendo al sole.
«Per un attimo potresti mettere da parte l'orgoglio e pensare che è la madre di tuo figlio.»
«Cris, i cazzi tuoi.»
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Leila;
«Le, scotti da morire» ammette Bianca coprendomi con un'altra coperta.
Ci mancava solo l'influenza per completare questo breve soggiorno a Parigi.
«Dai non farti prendere dal panico» rido iniziando a tossire, la mia migliore amica sospira e si poggia al muro.
Rimango a fissare il tetto quando di colpo qualcuno inizia a bussare dalla porta.
«Chi è?» chiedo con voce flebile.
«Leila apri, sono Cris» con lo sguardo indico la porta e Bianca la apre, i due si guardano con occhi preoccupati.
«Le, andiamo a casa di Neymar.» apro la bocca stupita e quando mi alzo dal letto quasi crollo.
«Che?? io non ci vado a casa di quel pezzo di» mi blocco subito vedendo entrare proprio lui, eccolo.
«Pezzo di? Ti conviene chiudere la bocca e venire a casa mia se non vuoi finire morta in questa camera d'hotel» ammette lui con non molta delicatezza.
Mi siedo debole sul letto portando una mano in fronte, Bianca ormai sfinita dai nostri continui litigi mi poggia una coperta sulle spalle.
Per essere Agosto e avere la febbre è da pazzi.
«È inutile arrabbiarti, ormai va sempre così e lo sai ma stai male non puoi rischiare di aggravare la tua febbre» annuisco alle parole della mia migliore amica che mi cullano quasi come un abbraccio.
Mentre Cris prende la mia valigia io indosso le scarpe con l'aiuto di Bianca, mentre Neymar resta impalato davanti alla porta smanettando con il cellulare.
«Davi lo sa?» chiedo al brasiliano che annuisce uscendo poi dalla stanza.
Il tragitto verso casa di Neymar non dura molto tanto che già mi ritrovo dentro la grande e lussuosa casa.
«Mamma!» mi giro sentendo la voce di mio figlio e forzo un sorriso debole mentre lui corre ad abbracciarmi.
«Mamma come stai? hai dormito? ti giuro non ti lascio più da sola» ridacchio e gli scompiglio i capelli.
«Ciao Leila, come stai?» saluto Bruna che mi sorride e prende posto sul divano.
«Papà porta mamma nella sua stanza, perfavore» sussurra Davi a Neymar che prima di rispondergli mi guarda dritto negli occhi facendomi perdere quasi il respiro.
«Si, andiamo Leila.» annuisco e lo seguo salendo le scale con molta fatica, non appena varco il grande corridoio del piano di sopra Neymar mi porge delle chiavi.
«Ultima stanza.» le afferro e vado verso l'ultima camera che si presenta davvero grande.
Entro dentro le coperte e respiro il buon profumo che emanano.
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«Quindi adesso è stabile?» apro gli occhi lentamente e li sbarro non appena vedo una flebo attaccata al mio braccio.
«Che cazzo è» mi giro verso Neymar che blocca ogni mia mossa.
«Stai ferma, cazzo.» sussurra al mio orecchio risedendosi sulla poltrona dinanzi al letto.
«Leila, dio mio ci hai fatti spaventare» ammette Bianca accarezzandomi il viso.
«Ma cosa è successo?» passo una mano in fronte e la biondina davanti a me abbassa lo sguardo.
«Io meglio se vi lascio da soli» si alza dal letto ed esce dalla stanza lasciandomi con l'ultima persona che volevo accanto.
«Neymar, cosa è successo?» gli domando.
«Sei letteralmente venuta a sbraitarmi contro di essere un padre di merda, di averti abbandonata durante il tuo periodo di anoressia, di aver fatto mancare a Davi la presenza di un vero padre. Cos'altro vuoi che ti dica? Grazie per aver calpestato i miei sentimenti?» mi blocco sul posto e chiudo gli occhi sentendomi tremendamente in colpa, provo a incontrare i suoi occhi ma non ci riesco.
Adesso ricordo.
«Mi dispiace, Neymar. Anche se quello a chiedermi dovresti essere tu, perché io non mi pento di averti detto queste cose. Mi dispiace solo averti alzato la voce in quel modo fino a perdere i sensi.» ammetto.
Lui si alza immediatamente dalla poltrona e si avvicina pericolosamente a me, deglutisco.
«Se tu avessi voluto ascoltarmi non saremmo qui, quest'oggi, a urlarci contro da 12 anni.» sussurra a pochi centimetri dal mio viso.
«Ascoltare cosa? Altre cazzate Neymar? Altre stronzate?»
«È stato mio padre a mettermi contro di te, non sono stato io.»
E in un attimo mille convinzioni crollano come un castello di sabbia, tutto mi cade addosso rendendomi la persona più fragile dell'universo.
«Mamma!! finalmente sei sveglia» Davi entra in camera sdraiandosi accanto a me e preoccupato mi abbraccia.
Neymar gli lascia un bacio e ci lascia da soli.
Dovevo parlare con lui.
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𝐏𝐨𝐞𝐭𝐢𝐜𝐚; 𝐧𝐣𝐫
FanfictionAnche quando poi saremo stanchi troveremo il modo per navigare nel buio. Colpa della solitudine.