capitolo 13

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Leila;

È passato esattamente 1 mese da quando sono arrivata a Parigi e tutto sta andando a gonfie vele, il lavoro, la famiglia, la mia vita.

Concludo il tatuaggio della mia ultima cliente e sorrido soddisfatta del mio lavoro.

«Leila sei una magia...» sussurra quest'ultima guardando il fianco felice.

«È sempre un piacere!» sorrido pizzicandole leggermente la guancia, si vede che ha solo 20 anni e mi ricorda tanto me.

Metto via tutto il materiale e disinfetto ogni singolo strumento.

«Parigi ti sta dando alla testa, sorellina!» i miei occhi si spalancano non appena riconosco la voce di mio fratello.

Richarlison.

Corro tra le sue braccia che mi afferrano forte a se.
Ogni suo gesto, ogni nostro momento è scolpito nel mio cuore.

«Non ti lascio più andare...» afferma accarezzandomi delicatamente il viso, sorrido e poggio la mia fronte sulla sua.

«Avevo bisogno di te, devo parlarti di tantissime cose» non gli avrei nascosto niente, gli avrei parlato di tutto persino di Neymar.

«Finisci di sistemare che andiamo a cenare insieme!» finisco di mettere a posto ogni cosa per poi uscire entrambi dal negozio.

«Allora da cosa vuoi iniziare il tuo racconto?» mi domanda curioso mettendo le mani in tasca, abbasso lo sguardo imbarazzata.

«Beh, direi di andare a cenere prima non credi?» chiedo senza rispondere alla sua domanda, mio fratello si limita ad acconsentire silenziosamente come se avesse percepito il mio timore.

Arriviamo in un piccolo pub della zona e dopo aver ordinato la nostra cena ci accomodiamo al tavolo scelto. Gioco con le mie dita nervosamente non rendendomi conto della situazione in cui mi ritrovo.

«Siamo tornati insieme, Rich» riesco solo a pronunciare queste quattro parole che quasi mi muoiono in gola. Rich resta impassibile e il suo volto non cambia espressione.

«Buono a sapersi.» non mi guarda nemmeno per sbaglio lasciando dentro di me un gran vuoto.

«Rich...» provo ad afferrare le sue mani ma lui le sposta subito.

«Se solo prova a farti un minimo torto questa volta non mi ferma nessuno, chiaro?»

Ha ragione, solo Dio sa cosa ho passato ma ad oggi bisogna guardare entrambe le facce della medaglia.

«Quindi il coglione si è pentito?» passo una mano tra i miei capelli esasperata: questa proprio non ci voleva.

«Io e il "coglione" ci siamo chiariti, ho scoperto delle cose che avrei tanto voluto scoprire prima.» do un morso al mio hamburgher aspettando le parole di Rich.

«Tu sei felice, Leila?» sorrido come una scema alla sua domanda e annuisco.

Si, sono felice e non mi vergogno a dirlo.
Dopo aver cenato ci rechiamo verso quella che è anche casa mia.

Naymar e Rich non si vedono da tanto tempo, forse da 4 anni. La nazionale li ha sempre tenuti distanti dato il grande caos.

«Ney, sono a casa!» richiamo Neymar che corre verso di me velocemente, qualcosa però lo blocca anzi qualcuno.

«Richarlison.» pronuncia lui, restano a fissarsi per svariati minuti che per me sembrano un'agonia.

«Neymar.» stavolta a parlare è mio fratello ma per fortuna Davi viene in mio soccorso rifugiandosi tra le braccia di suo zio.

«Zio! Che piacere vederti!» esclama mio figlio entusiasto.
Porto lo sguardo sulla figura di Ney che si regge con il muro.

«Davi che ne dici di andare a fare una chiamata a nonna?» domando al biondino che annuisce.

Così lascio mio fratello e Neymar nella stessa stanza da soli, avranno da dirsi molte cose.

Neymar;

Gli occhi gelidi di Rich sono fissi ai miei facendomi quasi perdere l'equilibrio.

«E così sei riuscito a riprenderti Leila.» mormora con un ghigno infastidito.

«Rich io non ho mai smesso di amarla.» lui ride.

«Certo, hai ragione tu.» non appena si gira per andare via lo blocco immediatamente.

«Se solo pensi che possa farle passare di nuovo un inferno ti sbagli, cerchiamo di andare d'accordo come due persone mature.» affermo freddamente.

«Meglio se io vado, ho già interrotto abbastanza» si allontana da me.

«Rich» si gira non appena lo richiamo.

«Nonostante tutto per me tu sei come un fratello» preferisce non stare a sentirmi ed esce definitivamente da casa.

«Dov'è Rich?» chiede Leila entrando in salotto io mi avvicino a lei stringendola in forte abbraccio bisognoso.

«Diamogli del tempo e vedrai che le cose si metteranno meglio» le lascio un bacio sulla fronte promettendo nuovamente a me stesso di non farle mancare più nulla.

«Domani andiamo in un posto, scelgo io!» ridacchia cambiando argomento.

«Al momento ho solo bisogno di te» le afferro saldamente i fianchi facendo scontrare i nostri bacini.

«C'è Davi al piano di sopra che dorme» sussurra portando le sue braccia dietro al mio collo.

«La prossima volta non scappi, de Andrade.» la bacio.

𝐏𝐨𝐞𝐭𝐢𝐜𝐚; 𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora