Capitolo 5: Crescita

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Manchester, 9 settembre 2001

Gli anni volavano via, e la preoccupazione del padre iniziò pian piano a svanire, scomparendo per un po'.
Tommy si era completamente ripreso dalla botta e pian piano stava riprendendosi.
Riley aveva ormai 17 anni, cresceva in altezza ed era quasi maggiorenne, una realtà che sembrava quasi irreale.
La madre, nel frattempo, riuscì a trovare un impiego migliore, abbandonando il ruolo di casalinga. Lavorando di casa in casa, non solo aumentò la sua felicità finanziaria ma anche la sua apertura verso la comunità locale.
Simon voleva trovare lavoro, ma nella sua zona le opzioni erano limitate: barista, casalingo, pizzaiolo o macellaio.
Era negato in quasi tutti i lavori, quindi decise di dedicarsi al lavoro che faceva la madre, il macellaio. Trovò lavoro dove cercavano personale, e nel posto sembravano accoglienti, si abituò presto. Ogni mattina alle 6:30 doveva recarsi nel locale per poi finire il turno a mezzogiorno.
Tommy preferiva rimanere a casa senza lavoro a guardarsi la TV.

Nel locale, Riley conobbe un ragazzo simpatico, basso con i capelli biondi, pieno di lentiggini e appassionato di palestra. Dopo il lavoro andava a salutarlo e a fare quattro chiacchiere, cominciava a legare con qualcuno. Si chiamava Jake.
"Da quanto vivi nel tuo quartiere?" gli chiese un pomeriggio al bar.
"Da tutta la vita..."
"E sei nato a Manchester..."
"Sì, ma lontano da dove vivo adesso."
"Bene, hai mai pensato di andare in altre nazioni? Tipo in Italia, Francia, Brasile..."
"Sì, mi piacerebbe, ma non me lo posso permettere al momento, mi devo ancora guadagnare da vivere e andarmene da casa mia."
"Se vuoi, ti ci posso portare io. Ti andrebbe?"
"Perché no?"

Simon tornava a casa infelice, come se qualcuno lo avesse pugnalato alle spalle. Al lavoro si sentiva solo, senza il suo amico non aveva nessuno con cui parlare, neppure con i suoi colleghi di lavoro, sarà perché ha passato un'infanzia traumatica a causa dei maltrattamenti di suo padre o perché non si è mai trasferito dal suo quartiere. La madre sembrava non badare più a Tommy e Simon, e ogni sera usciva con le sue amiche.

Tommy non parlava più con Simon, passava i suoi pomeriggi a risolvere cruciverba o a guardare la TV.
Riley, quando era a casa, dormiva o pensava a cosa avrebbe potuto fare dopo aver guadagnato una somma sufficiente di denaro. Avrebbe potuto traslocare, e quello era sicuro, ma dopo? Avrebbe dovuto trovarsi un altro lavoro una volta andato via.
Mentre pensava, si distendeva fuori con una birra in mano, guardando il cielo pieno di stelle. L'unica cosa che avrebbe desiderato era poter fare parte di un gruppo di cui si poteva fidare. Temeva che sarebbe potuto diventare come suo padre in futuro, un alcolizzato tossicodipendente. In quei giorni, però, notò che c'era qualcosa che non andava. I giornali che riceveva parlavano sempre della diffusione di cartelli della droga che si espandevano sempre di più, fino a quando la situazione non sarebbe diventata critica negli anni successivi. Riley di sicuro non avrebbe potuto fare niente, eppure la situazione lo incuriosì.

GHOST: La storia di Simon RileyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora