Capitolo 10: Pazzia

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"Buenos días amigo."

Simon riuscì a malapena ad aprire gli occhi, vedendo tutto luminoso come la luce del sole che gli apparve tra le palpebre.
Aveva un forte mal di testa, compreso un dolore bestiale all'addome, e avvertiva il volta stomaco girandosi da tutte le parti.
Cominciò a vedere lentamente, finché davanti a lui apparve una figura spaventosa: Manuel Roba.
Indossava una maschera da teschio con ancora il trucco nel volto. "Ehi ehi ehi... svegliati."
Simon non riusciva neanche a parlare, era seduto e notò che le sue braccia erano bloccate da due catene nei braccioli.
Non oppose resistenza.
Cominciò a balbettare, girando la testa da tutte le parti e osservando le guardie che avevano i fucili puntati su di lui. Si trovava in una stanza completamente vuota con un proiettore di luce puntato addosso. Di fianco a lui c'era un secchio con strumenti casuali: coltelli, martelli, seghe, forbici...
"Guardami, amigo, guardami," disse Roba con voce scura. Buttò via la maschera e prese qualcosa dal taschino della sua giacca bianca.
"Vedi, ora voglio dimostrarti cosa succede quando qualcuno osa mettersi contro di me." Poi prese un tirapugni d'oro che luccicava intensamente, chiaramente di grande valore.
Roba se lo mise nella mano destra e, spaventosamente, tenne stretto il suo pugno.
Simon capì subito cosa stava per accadere e, senza voce, cominciò ad agitarsi.
Manuel gli sferrò un pugno facendolo sputare sangue dalla bocca; Riley girò di scatto la faccia.
Respirò a malapena, con il cuore in gola, agitandosi nuovamente, e Manuel gli tirò un altro pugno.
"Questa è... fede... capisci?" gli disse Roba, mostrandogli il tirapugni macchiato.
Simon aveva le labbra sporche di sangue, la testa gli girava pesantemente, chiuse gli occhi lentamente come se fosse svenuto, e a Roba non importò affatto.
Continuò a tirare pugni fino a farlo cadere insieme alla sedia, riempiendo il pavimento di sangue.
La parte destra della sua faccia era viola, con la bocca che perdeva altro sangue e il naso quasi rotto.
"Vi avevo detto che nessuno metterà fine alla droga... e che nessuno mi avrebbe fermato, ed ecco le conseguenze che ottenete..." Roba gli tirò i capelli, alzando la testa verso la sua parte.
Più tardi lo rimise al suo posto come prima.
Si alzò e prese il secchio che era vicino a Riley.
Tirò fuori dal secchio un coltello appuntito con il manico di bronzo che non era affatto rovinato.
Prese il colletto della sua maglia a maniche corte nera, girò la testa verso il suo stomaco e gli infilzò il coltello con un rapido movimento, facendogli schizzare sangue.
Simon urlò senza fine, ma Manuel gli tappò subito la bocca.
Gli fece poi una cicatrice sul suo braccio sinistro.
"Questo... questo è ciò che fa la droga, questa è pazzia, e questo è ciò che più mi diverte!" disse Manuel con voce alta.
Simon fissò il punto in cui gli fece la cicatrice, incapace di urlare dal dolore e dal bruciore che provava.
Più tardi, una guardia di Roba arrivò con del nastro adesivo nero in mano e gli lo mise sugli occhi per non farlo vedere. Manuel ordinò poi ai suoi uomini di portarlo fuori dalla sua casa, così gli tolsero le catene che aveva tra le sue braccia e lo liberarono.
Gli misero poi una corda attorno alle gambe e di nuovo tra le sue braccia, impedendogli di dimenarsi.

Una volta usciti dalla casa, lo posarono nell'erba alta del giardino di Roba. La villa non era molto grande, ma era ben difesa dalle sue guardie.
Era buio profondo.
Con violenza, una guardia gli tolse lo scotch dagli occhi, facendogli riprendere la vista.
La prima cosa che notò fu un enorme gancio di quelli utilizzati per appendere la carne.
Riuscì a capire cosa gli volevano fare, ma non poteva muoversi a causa della corda che aveva tra le gambe.
Uscirono dalla casa anche Manuel e il suo sicario, che aveva un M13 completamente d'oro tra le mani.
Roba urlò "APPENDETELO", e con uno scatto felino la guardia vicina a Riley lo prese a fatica. Andò dritto al gancio cercando di appenderlo, ma Simon cercò comunque di scappare con fatica.
Fu poi appeso a quel gancio nella parte dell'addome su cui era stato colpito con la pistola pesante del sicario di Roba.
Uscirono urla di dolore dalla bocca di Riley, insieme al sangue che colava per terra e alla ferita che era ormai più grande.
Le guardie di Manuel attorno a Simon si misero a ridere, compreso Manuel stesso, che cominciò a fumarsi una sigaretta.
Passato un po' di tempo, Riley cominciò a perdere nuovamente i sensi, fino a quando smise di urlare e chiuse di nuovo gli occhi.
Roba capì che era ormai morto.
Ordinò al sicario di tagliare le corde e di toglierlo dal gancio.
Appena tolto il corpo, uscì uno schizzo di sangue che finì nella maschera del sicario.
Poi, con forza, tagliò le corde e le buttò a terra. Manuel stesso prese il corpo di Simon, ormai senza vita, e andò dall'altra parte del giardino di casa sua.
C'erano delle bare di legno completamente vuote, insieme a una pala messa per ognuna.
Manuel mise il corpo dentro quella più vicina.

GHOST: La storia di Simon RileyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora