Parte 1: Tutto l'inizio

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"Veloce!" urlò Fester, mentre usciva da una banca. La piccola me, accese il motore della moto, e quando il padre si mise al volante iniziarono a partire. Con una mano Fester passò una scatola a me. Mi disse "Sai cosa fare". Con la mia mente feci partire una scintilla, che avvicinai al filo della scatola, il filo prese fuoco e buttai la scatola dietro di noi, che posizionandosi sulla macchina della polizia, esplose, facendo saltare in aria le macchine. Ecco era così come passavamo i weekend, per poi nasconderci in qualche parte del mondo. Mio padre era bravissimo a sparire, e io ad incendiare, un duo criminale migliore di questo? 

Tutto ciò durò fino ai 6 anni. Andai a vivere nella casa degli zii Adams, e frequentai la scuola con mia cugina Mercoledì. Io mi facevo amici facilmente, e puntualmente cambiavamo scuola, perché Mercoledì combinava qualcosa. Perdere gli amici, non mi faceva male, mi sentivo particolarmente sola, tranne con Mercoledì, ed ero così grata di essere la sua unica amica.

Nonostante il lavoro criminale di mio padre, non mancava mai ai miei compleanni, e provava sempre ad esserci nei altri eventi importanti. A 11 anni scoprì che loro non erano la mia vera famiglia, io ero stata spedita da una anonima a casa di Fester, beh lui decise di tenermi dopo che io bruciassi la sua cucina. Mi ritengo fortunata, lui è un padre eccellente.  

Arrivò quel giorno, io, la famiglia di Mercoledì e una signora, alta con capelli bianchi, stavamo parlando nel suo ufficio. Io non ascoltai nulla, mi limitai a seguire Mercoledì, l'unica cosa che volessi è di non essere espulsa per colpa di Mercoledì, come le altre volte. Le volevo bene ma così era troppo. Per richiesta di zia Morticia, fummo divise in due stanze diverse. 

La mia si chiamava: "Giovanna Arco". Mi faceva ridere il fatto che hanno messo me in una stanza, che si chiama come una ragazza morta in un rogo. Entrai nella camera della Nevermore Academy. Dentro c'era una ragazza, lunghi capelli rossi, occhiali da sole e una divisa blu, strano ma vero, il blu mi piaceva. "Benvenuta. Piacere, Maxime, sono un vampiro tu?" disse lei, sorridendo facendo uscire due canini lunghissimi. 

"Persefone Adams" quel -Adams- suonava male, sapevo che non era il mio cognome, ma speravo che lo fosse. Per non creare un silenzio imbarazzante aggiunsi: "Io non so cosa sono, creo fuoco, ma tranquilla non ustiono come quello, anzi sono molto diversa dal fuoco". 

Lei ridacchiò. "E' vero quello che dicono su tua cugina?" chiese. Io annuì. 

Quel pomeriggio stesso, uscimmo io e Maxime. Mi fece fare un giro della scuola. Mi piaceva, e la divisa mi donava. Camminavamo parlando di tutto, qualsiasi cosa. Ma a un certo punto andai contro a un ragazzo che stava disegnando una parete. "Stai attenta!" sbuffò, e appena vide chi fossi, aggiunse "Manca solo che mi fai prendere fuoco". Era stato cattivo da parte sua, troppo. 

"Xavier, non significa che se hai litigato con Bianca devi essere scortese con tutti eh!" mi difese Maxime, Xavier sbuffò e riprese a dipingere. Appena ci allontanammo, usai i miei poteri, e feci prendere fuoco per qualche secondo le sue suole, vendetta. Mi girai per vedere la sua reazione, incrociai il suo sguardo. I suoi occhi erano stanchi, riconoscevo quello sguardo: era esausto di nascondere qualcosa... 


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Spazio autrice!

Spero vi piaccia, scrivete cosa ne pensate nei commenti, e se sbaglio qualcosa sulla serie Tv Mercoledì ditemelo, così sistemo. Grazie! 


The artist and his work -Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora