Parte 6: paradiso

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Mi fiondai davanti alla gabbia dove era rinchiuso Xavier. Misi le mani sulle sbarre fredde come il resto della stanza. Altre lacrime uscirono. 

"Mi dispiace non volevo farti piangere" disse Xavier, mettendosi davanti a me. "E stato come un gioco da ragazzi entrare qui no?" provò a tirarmi su il morale. 

"Non è colpa tua" risposi sorridendo. Lui fece una breve pausa

"Persefone...io voglio essere tuo...ti amo"

"Ti amo anch'io" risposi immediatamente. 

Infilai le mani nelle sbarre e aggrappai i suoi fianchi, la mia bocca toccò la sua, ci baciammo. Sentì una sensazione ultraterrena, ero in paradiso, ero rigenerata, noi ci stavamo baciando, la mia bocca era unita alla sua. 

Ci staccammo. "Persefone sei la mia musa" mi disse, facendo uscire una mano dalle sbarre per accarezzare le mie guance. "Tu sei il mio pittore, ti amo Xavier". 

Io volevo essere sua, finalmente lo ero, ero la ragazza del più bel ragazzo di tutta Nevermore Academy. 

Senti un rumore sinistro. "Cazzo! Sta arrivando il Sheriffo!" sbuffai. "Vai! Muoviti!" esclamò Xavier, lo guardai e gli diedi un bacio a stampo. Mollai le chiavi per terra, per poi far sciogliere le grate della ventola in due secondi, e in altrettanto poco tempo, riuscì ad infilarmici dentro e scappare. 

Uscì senza farmi vedere. Ma Trovai una macchina famigliare parcheggiata davanti alla stazione di polizia. Assomiglia alla macchina di mio padre, Fester... cosa ci fa qui? Mi spia? So cavarmela da sola! 

Mercoledì uscì dalla macchina. "Sali dobbiamo parlare" ordinò, aprendo la porta per i posti sul retro. "No, non ti voglio parlare, vedere o respirare la tua stessa aria" risposi arrabbiata, ancora fuoco mi bolliva dentro di me. "Su cara non incendiare tua cugina!" scherzò una voce famigliare. Fester? Mio padre era qui?

Fester uscì dalla macchina. "Papà!" urlai correndo verso di lui, per poi abbracciarlo. "Cavolo sei cresciuta però!" disse in modo affettuoso. 

"Persefone queste sono le mie scuse" ammise Mercoledì. Mi voltai verso di lei staccandomi da mio padre. "Beh ma lui è comunque dentro la prigione!" sbottai. "Lui chi? Un criminale di guerra? Un ladro? Un truffatore? Qualcuno che ha fatto un colpo di stato? Chi?" chiese curioso, e troppo eccitato Fester. 

"No- un semplice studente cotto di tua figlia, finito nei casini per colpa mia" rispose senza emozioni Mercoledì. "Grazie, questo lo percepisco come un -hai ragione tu-" ridacchiai io. Ma lei mi fulminò con lo sguardo. 

"Ah-vabbè-sarà divertente" sospirò Fester, sapevo che era geloso come ogni padre farebbe, ma non ci diedi peso. "Come facciamo?" domandai. 

Dopo due ore mi trovavo dentro la macchina, avevo le mani sul volante e delle bombe sulle ginocchia. Xavier portato da mio padre, entrarono in macchina, accesi e partimmo. 

"Sai guidare?" chiese Xavier impaurito. "No, ma non pensare a questo" dissi passandogli una bomba. Accesi con la mente il filo che doveva azionare la bomba. "Al mio tre la lanci" gli ordinai. 

"1-2-3" lui la lanciò, fidandosi di me. In quei tre secondi io e mio padre cambiammo posti, così lui finì al comando della macchina e io a lanciare le bombe. Xavier aveva lanciato male quella bomba, perciò solo una macchina della polizia era stata distrutta su tre. Aprì il mio finestrino e chiusi quello di Xavier. "Cara appena giro su questa strada, lancia la bomba e mira bene" mi avvertì mio padre. "Bene...aspetta" disse. Girammo e "ORA!" urlò, io buttai la bomba azionata, ma qualcosa andò storto, non esplose. 

"Non è esplosa!" urlai disperata, non era mai successo. "Non ti preoccupare ne abbiamo un altra, continuiamo su questa strada sterrata per poco!" mi rassicurò mio padre. Xavier si girò verso di me. "Buona fortuna credo" disse, per poi girarsi a guardare dritto, tutto impaurito, come un cucciolo. 

Finimmo su una autostrada, in contro mano. "Siamo sicuri?!" domandò preoccupato Xavier. "Non ti preoccupare" ridacchiò Fester. I cittadini di Jericho, vedendo ciò tutti si spostarono per dare spazio alla polizia, ormai erano ai calcagni, si avvicinava sempre di più, e di più. BOOM ci avevano tamponati, beh scacco matto...era il momento perfetto.

Erano uno affianco a l'altra, mentre tamponavano contemporaneamente la nostra macchina. "Cosa hai intenzione di fare?" chiese Fester. "Aspetta...aspetta" dissi. Appena entrambe le macchine della polizia toccarono la nostra lanciai la bomba, entrambe esplosero. C'è l'avevo fatta! Eravamo salvi! 

Per noi fu un momento di fuga. Finimmo in dei boschi. Appena scesimo c'era Mercoledì ad aspettarci. "Cosa ha visto ragazzo? Un morto?" scherzò Fester, dando una pacca a Xavier, che era molto spaventato. "Beato lui" commentò Mercoledì. "Beh, per me è ora di andare" disse Fester mi diede l'ultimo abbraccio, prima di dire l'ultima frase: "E' stato un ritorno al passato, comunque per me sarà facile nascondermi, pensate voi al ragazzo. Ehi! Ragazzo tratta bene la mia bambina" dopo di che sparì. 

"E' stato spaventoso..." disse Xavier, senza contesto, era terrorizzato. Mi misi in punta di piedi, e gli diedi un bacio sulla guancia. "Calmati è passato" provai a calmarlo. "Almeno hai conosciuto mio padre" aggiunsi. "Hai ragione" ammise Xavier, sorridendo. Mi guardò e mi diede un bacio a stampo. "Grazie mia cara musa" disse sorridendo. 

"COMUNQUE" si intromise Mercoledì, facendoci passare la nostra attenzione da noi a lei. "Xavier dovrà stare nascosto nella capanna dove disegna, gli porteremo cibo. Non ti preoccupare Xavier non morirai di fame, mia cugina ti farà visita, devi sopravvivere per 24 ore, poi tutto sarà finito, ho deciso di liberarti non perché mi stai simpatico, ma per mia cugina" spiegò. Quest'ultima affermazione mi fece sorridere. 

Io e Xavier ci spostammo nella capanna, e ci sedemmo a terra. "Xavier" dissi sottovoce, avvicinandomi lentamente. "Amore?" chiese lui. Misi le mie mani sul colletto della sua maglia. "Sai anche io voglio essere tuo" ammisi, guardandolo negli occhi. Dopo di che spostai il mio sguardo sulla sua bocca. "Hai delle labbra così carnose" commentai. "Pure le tue sono belle" disse lui, mettendo le sue mani suoi miei fianchi. "Troppo belle" aggiunse. Ci baciammo, un bacio molto profondo. Poi lui si spostò sul mio collo. 

Dopo di che gli diedi un pezzo del mio paradiso... 


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spazio autrice

Oggi ci ho messo l'anima, comunque spero che abbiate capito cosa intendo con "paradiso" ;). 

Comunque non farò nulla di specifico perché non mi piace sessualizzare troppo un personaggio, spero vi piaccia e sì, tra poco c'è la fine... 


The artist and his work -Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora