Parte 5: il gioco

1K 48 6
                                    


Tornai in camera esausta, ricoperta dai pensieri. Perché il bacio si era bloccato? Era un segno? Non era fatto per me? Perché a me? 

Misi il pigiama, con gli occhi socchiusi dal sonno, mi sdraiai sul letto ma non mi addormentai. La mattina dopo a lezione non riuscì a seguire, tenevo la testa sostenuta da una mano e fissavo un punto fisso. Xavier non era presente alla lezione, sentivo la sua mancanza...

"Tutto okay? Sei uno zombie..." comentò Maxime. "Sì, non ho dormito, ieri stavo per baciare Xavier ma siamo stati interroti, non faccio altro che pensare a quello... ho bisogno di caffè" spiegai, sedendomi sul letto. Erano ormai le cinque del pomeriggio, le lezioni e i club extra-scolastici erano terminati, avevo un grande senso di vuoto e pesantezza addosso. 

Maxime si sedette affianco a me e mi abbracciò in silenzio, avevo bisogno proprio di questo, di silenzio e sensazione di sicurezza, da quando Mercoledì si era fissata con il caso non era più come prima, o magari era colpa mia? O è sempre colpa mia? 

"Ho una idea" disse Maxime, staccandosi da me. La guardai male. "Ora con che cosa te ne esci?!" chiesi. "Hai bisogno di baciare Xavier, cosa c'è di meglio del gioco della bottiglia? Io, te, Enid, Mercoledì, Xavier e Ajax! Che ne pensi?". 

Era una idea geniale. "E se invitiamo Artemisia?" domandai, facendola sobbalzare. "Come-Cosa-come-capito-tu?" balbettò. "Sono la tua compagna di stanza e una buona osservatrice, ho notate le occhiate che vi date tu e lei durante la pausa pranzo e altre cose..." spiegai. Lei sorrise arrossendo. 

Radunati tutti in camera mia e di Maxime, ci sedemmo in cerchio, con una bottiglia in mezzo. "Dovremmo baciarsi?" chiese Mercoledì, "No ci guardiamo" risposi in modo ironico. "Io opto cambiare le regole, facciamo obbligo e verità" disse schifata Mercoledì. "Ma non funziona così" protestammo. 

Mercoledì vuole rovinare anche il mio secondo bacio? Aveva capito che mi piaceva Xavier? 

Mercoledì girò la bottiglia e finì su Artemisia, un licantropo dai capelli lunghi e scuri, con un area molto dolce. "obbligo o verità?" chiese annoiata Mercoledì, se era annoiata perché era qui? Cosa voleva fare? Aveva un piano? Dire che avevo una sensazione brutta è poco... prevedevo una tragedia. 

"Obbligo" rispose Artemisia, sorridendo. "Bacia Maxime!" esclamai senza permesso, tutti si giranno verso di me. "Scusa, Mercoledì deve decidere..." aggiunsi. "A me va bene" sbuffò Mercoledì. Si baciarono a stampo, entrambe arrossirono, intimidite ma felici. Artemisia girò la bottiglia e finì su Enid, decise verità e dovette confessare che stava con Ajax, dopo di che toccò ad Ajax, decise obbligo e naturalmente come obbligo dovette baciare Enid, con il coro che incitava in sottofondo, poi finì su di me. 

Guardai intensamente Ajax, "Obbligo o verità?" chiese. "Obbligo" risposi. "Bene...emh-allora devi-" non poté finire la frase perché Mercoledì si intromise. Le mie preoccupazioni divennero vere, Mercoledì voleva fare qualcosa. 

"Okay finiamo questa pagliacciata!" esclamò alzandosi. "Bravo Xavier, sei proprio un Hyde spettacolare, ti sei trovato qualcuna che ti tiene il gioco! E brava te Persefone a credergli!". 

"Mercoledì cosa cavolo dici? Ma ti senti quando parli?" urlò Xavier alzandosi. "Eri sempre presente quando Hyde c'era, disegni di lui, e gli altri indizi portano a te, per non parlare di quel graffio!" esclamò Mercoledì, quasi impassiva, facendo percepire solo poca rabbia. 

"Ieri l ho mandato io! La smetti con questa idiozia Mercoledì?" entrai nelle difese di Xavier. Avevo rabbia che ardeva come fuoco dentro di me, ero delusa, come aveva potuto? Lei doveva essere la mia migliore amica... perché era così accecata dal caso? Cosa centrava la mia vita con il caso? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?

Il Sheriff Donovan Galpin entrò nella stanza. "Grazie Mercoledì!" ringraziò ammanettando Xavier. In quel momento mi sentì spaesata, Xavier non protestò, si fece solo scappare una lacrima.

 "No! No! E' innocente! Lasciatelo stare!" Urlai, ma mi bloccarono. "Ragazzina fai fare il mio lavoro" disse il Sheriff Donovan Galpin. Le lacrime iniziarono a scendermi una ad una, ero triste e delusa, sentivo persa, estranea a tutto. Incrociai lo sguardo con Xavier, quei bei occhi erano così spaventati, per colpa di un caso? PER COLPA DI UN CASO? 

"Mercoledì ti odio! Come hai potuto? Stai facendo un errore gravissimo! Lui è innocente!" Sbraitai, le lacrime scendevano velocemente come le mie parole, non credevo più a Mercoledì, era troppo... era fuori dalla mia vita. 

"E' lui Hyde! Vuoi passare il tempo con un mostro?" ribattè Mercoledì. 

"Preferisco passare il tempo con un mostro, che con una persona come te! Sei malata!" urlai. 

Mercoledì non rispose. 

Uscì e mi recai alla centrale di polizia, non potevo era contro le regole, ma chi se ne frega! Quella corsa durò ore, ma il mio cevrello non ragionava più, aveva lasciato spazio al cuore, non sentivo caldo e neanche freddo, ero come uno zombie, solo che correvo per mangiargli il cuore non il cervello, lo avrei fatto per lui, mi aveva migliorata e Mercoledì me lo portava via, come poteva? Io non le avevo fatto nulla, mi sentivo pugnala, una sensazione che non passerà in fretta. 

"Non puoi stare qui!" sbraitò lo Sheriff Donovan Galpin, gli incendiai i pantaloni ed rubai le chiavi, trovare dove era Xavier fu come un gioco da ragazzi. Entrai...lui era lì... tutto legato...il mio povero Xavier...


-------

Spazio autrice

Okay per ora basta :) 

The artist and his work -Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora