«Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l'occasione per comprendere.»
Pablo Picasso
SEBASTIAN
Due anni prima, febbraio.
Il foglio del test di matematica viene posato sul mio banco, guardo fiero la mia A marcata in rosso. «Eccellente come sempre, signor Prince», si congratula l'insegnante.
Amo i numeri. La matematica è un'arte, un gioco intricato che mi occupa la mente, come un groviglio che dev'essere sciolto.
«Signor Bradley, abbiamo da lavorarci su»
Mi volto per osservare il ragazzo che sta nel banco dietro il mio: Christopher Bradley, alias il ragazzo gay conosciuto in tutto l'istituto. È il direttore del blog della scuola e conosce i fatti di tutti quanti. Sembra trovare più interessanti le sue unghie smaltate di nero e fucsia che le parole del professore.
La seguente mezz'ora passa tra gli sbadigli dei miei compagni e i miei continui interventi. In pratica è una lezione fra me e il signor Adams.
Al suono della campanella, mentre tutti si alzano e se ne vanno, il signor Adams chiede a me e a Bradley di trattenerci. Una volta rimasti noi tre soli, il professore si appoggia alla cattedra e ci fronteggia. «Christopher, quest'anno devi ancora prendere una sola sufficienza nella mia materia», gli fa presente. «Ed è per questo che ho deciso di affiancarti Sebastian»
«Che?»
«Il secchione?», diciamo in contemporanea.«Esattamente», conferma. «Il signor Prince è il migliore del corso e confido nel fatto che riuscirà ad apprendere qualcosa da lui»
Bradley rivolge gli occhi al cielo mentre mastica la gomma. La stessa dall'inizio dell'ora per inciso. «E va bene», dice scocciato.
«Ti avverto, Bradley. O cominci a fare qualcosa o rischi di ripetere l'anno»
Mi massaggio alla radice del naso e sospiro. «D'accordo prof. Me ne occuperò io»
Mi ringrazia e poi ci congeda.
«Allora, se per te va bene cominciamo domani?», domando al ragazzo.Lui cammina con gli occhi fissi sul cellulare, fa una bolla con la gomma e poi la scoppia. «Si, si, come vuoi», liquida la faccenda con un gesto della mano prima di avanzare il passo e unirsi al suo gruppo di amiche. La sua camicia rosa fluo è l'unica cosa che potrebbe essere vista da Marte.
Io scuoto la testa, rassegnato già in partenza.
Alle spalle mi arrivano i ragazzi della squadra di rugby. «Uh, sei la nuova conquista di Cristopher Bradley?», mi schernisce uno di loro avvolgendomi il braccio attorno alle spalle. Con un gesto secco glielo sposto.
Un altro ragazzo mi tira la guancia. «Che carini. Il piccolo nerd e l'unicorno sadomaso»
Continuo a camminare spedito verso le porte della mensa, ma quelle sembrano allontanarsi di un chilometro ad ogni passo che faccio. «Non... non è vero» balbetto io, in imbarazzo.
Il primo mi scompiglia i capelli e poi mi blocca il viso tra le dita, lo sguardo serio. «Stai attento a quello lì», mi anticipa. «Dicono che lo ha bello lungo». Scoppia a ridere seguito dal compagno, poi si dileguano dietro le porte della mensa.
Io resto lì, in corridoio, imbambolato. Mi è passata anche la fame. Cambio direzione ed esco dalla scuola diretto a casa mia.
✩⋅*.⋅༄☾︎
Il pomeriggio seguente non ho proprio voglia di uscire. Tiro un sospiro mentre scendo le scale e arrivo in cucina. «Mamma, io vado. Ci vediamo più tardi»
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Our Last Summer
WerewolfAmy è una diciassettenne dall'indole romantica e da sempre crede che l'estate abbia qualcosa di incantato, come una magia che aleggia nell'aria. Il White Firs è pronto ad ospitare per il loro ultimo anno Amy, i suoi amici, le loro storie e i loro pi...