38 - Tutto per la famiglia

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Con la punta delle dita tracciò cerchi concentrici sulla fronte di Jungkook

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Con la punta delle dita tracciò cerchi concentrici sulla fronte di Jungkook. Scese lentamente lungo il ponte del naso e scivolò sulla guancia sinistra, finendo per accarezzargli con le nocche la linea sottile della mascella.
«Ti va qualcosa da bere?» Gli chiese in un sussurro, puntando meglio il gomito sul materasso.

Dopo aver disinfettato con attenzione il taglio che Jungkook si era procurato sul piede, Taehyung era riuscito a convincerlo a bere appena un sorso d'acqua tra un singhiozzo e l'altro.
Aveva passato innumerevoli minuti inginocchiato accanto a lui, lasciando baci sulla mano che aveva preso tra le proprie; ed era rimasto così fino a quando Jungkook non aveva trovato un po' di forza per far riemergere il viso dallo schienale del divano in cui l'aveva affondato e guardarlo con i suoi occhi grandi e rossi.
In camera sarebbero stati di certo più comodi, perciò Taehyung l'aveva spronato a salire al piano superiore.
Da quando erano lì, aveva contato almeno sei versi di animali diversi provenire da fuori la finestra.

Jungkook, in risposta, si strinse più forte a lui, il viso affondato nel suo petto.
Il calore delle coperte e la morbidezza del materasso creavano un rifugio pieno di tepore e del profumo di Taehyung. Sognò di poter restare in quel modo per sempre.

«È stata una bella visita la tua, sai? Fatta eccezione per il colpo che mi hai fatto prendere», accompagnò le parole a una risatina, nella speranza di coinvolgere anche Jungkook.
L'unico a rispondergli fu un gufo appollaiato fuori casa, chissà quanti alberi più in là.
Taehyung sospirò. Non ne era sorpreso; dopotutto, Jin gli aveva sempre detto quanto fosse pessimo a sdrammatizzare.
Si grattò la tempia con la mano che stava usando per sostenere la testa all'altezza dello zigomo.
«Sai che i fiori di alcune orchidee hanno colori e forme simili alla femmina dell'insetto che le impollina? In questo modo, i maschi credono di potersi accoppiare, entrano nel fiore e si sporcano per bene di polline. Ripetendo l'azione con un altro fiore, assicureranno l'impollinazione e il proseguimento della specie.»

Jungkook tirò su col naso e, piano, allontanò il viso dal petto dello scrittore quel tanto che serviva a guardarlo. «Davvero?»

«Hmhm.» Taehyung annuì, la mano ora sulla schiena dell'altro, a diretto contatto con la sua pelle. «Pensa che riescono anche a produrre feromoni come se fossero degli insetti, così li attirano con più facilità.»
Con i secondi che passavano, a braccetto di un silenzio quasi innaturale, lui serrò le labbra in una linea dritta.
Avere davanti gli occhi di Jungkook arrossati e ancora lucidi, con tanto di palpebre gonfie, era doloroso come poche altre cose aveva sperimentato. Non era la prima volta che lo vedeva piangere, ma ora non gli sembrava solo triste. Era distrutto. «Scusa Kook, non sono il-»

«Mia madre è stata licenziata.»

Taehyung sollevò le sopracciglia e la bocca rimase aperta come quella di un pesce morto.
Scosse la testa per cercare di schiarirsi le idee. «Perché?»

Jungkook recuperò la mano che lo scrittore aveva ancora sulla sua schiena e la strinse forte tra le proprie.
«Non lo so, non gliel'ho chiesto. Mi ha detto di stare tranquillo, ma come potrei? Siamo stati lontani tanto tempo proprio per avere qualcosa con cui sostenerci e per mettere da parte i soldi che serviranno a crescere Jieun.»
Provò a schiarirsi la voce, ma quella rimase roca e bassa. «Non voglio... non voglio che lei sia costretta a rinunciare ai suo sogni come ho dovuto fare io, hyung.»

Mono No Aware | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora