1 - La pagina bianca

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«Basta, sono stanco di sopportarti!»Seungmin spalancò la porta della camera da letto, ignorando il cozzare della maniglia contro la parete

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«Basta, sono stanco di sopportarti!»
Seungmin spalancò la porta della camera da letto, ignorando il cozzare della maniglia contro la parete. Ravanò sul fondo dell'armadio per recuperare un vecchio borsone, che utilizzava quando andava ancora in palestra, e prese a riempirlo di vestiti. «Non ti riconosco più, non sei la persona di cui mi sono innamorato e con cui ho deciso di convivere.»

Taehyung si fermò sull'uscio della stanza, la mano stretta attorno allo stipite in legno fino a far sbiancare le nocche. «Lo sai che in questi giorni sono incasinato, che ti costa ordinare al- aspetta, che stai facendo?»

«Me ne sto andando, ecco cosa. Sono stanco, sono stanco di te e del tuo lavoro del cazzo. Spaccati la schiena a dirigere un intero ufficio e poi vediamo se piangi ancora davanti a uno stupido computer!»

Taehyung deglutì a vuoto e si ritrovò ad appoggiarsi allo stipite con tutto il corpo. Le gambe si erano trasformate in gelatina ed era certo che, da un momento all'altro, si sarebbe accasciato sul pavimento di mattonelle grigie, senza potersi più alzare. «Ma-ma che stai dicendo? Min, viviamo assieme da un anno, non puoi-»

«Cosa? Non posso cosa? All'improvviso ti ricordi che esisto?» Seungmin lo inchiodò sul posto con uno sguardo bruciante. I suoi occhi, però, indugiarono sulla figura di Taehyung solo per pochi istanti; la bocca si storse in una smorfia che scoprì i denti, poi Seungmin mormorò qualcosa che suonò indistinguibile alle orecchie del suo fidanzato.

Solo quando lui si girò per continuare a riempire il borsone, Taehyung incontrò il proprio riflesso sull'anta specchiata dell'armadio. Per un attimo, pensò che una strega avesse messo la sua anima in un altro corpo, perché quello che aveva di fronte – coi capelli disordinati e unti, due profonde occhiaie sopra gli zigomi e le labbra spaccate – gli sembrava un estraneo. «Min...» sussurrò, senza staccare lo sguardo dal suo riflesso. Piano, il cuore iniziò ad aumentare i battiti, mentre lo stomaco si svuotava. «Min, aspetta. Mi-mi dispiace, io-»

«No, ho chiuso con te, Taehyung.» Seungmin si scrollò di dosso le mani imploranti dell'altro e prese a chiudere la zip del borsone. Ora, anche i suoi occhi bruciavano e la pelle del braccio, nel punto in cui Taehyung l'aveva toccato, piangeva la mancanza di quel contatto. Imprecò a denti stretti quando il cursore si inceppò. Cercò di fare mente locale; non voleva scordarsi qualcosa d'importante, la sola idea gli faceva accapponare la pelle. Decise, perciò, che se fosse successo sarebbe andato a ricomprarla, piuttosto che varcare di nuovo la soglia di casa.

Taehyung sentì l'impellente bisogno di sbattere le palpebre e lasciare cadere le lacrime, ma la possibilità che quando avrebbe riaperto gli occhi Seungmin fosse già svanito quasi lo soffocò. «Per favore, non puoi lasciarmi così.»

«Che c'è, vuoi che faccia richiesta in carta bollata?! È come vivere con un parassita che prende metà della tua energia vitale senza darti nulla in cambio, Taehyung, e ci ho provato in tutti i modi a fartelo capire, ma adesso sono stanco.» Col borsone in spalla, si incamminò fuori dalla camera, per attraversare quel breve corridoio che l'aveva sempre reso claustrofobico.

Mono No Aware | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora