40 - Un pessimo tempismo

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Namjoon si assicurò di poter reggere per bene la pesante padella di ghisa, prima di sollevarla dal manico e rimestarne il contenuto con rapidi movimenti del polso

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Namjoon si assicurò di poter reggere per bene la pesante padella di ghisa, prima di sollevarla dal manico e rimestarne il contenuto con rapidi movimenti del polso. L'olio sfrigolò e il profumo dell'aglio si fece più intenso, diffondendosi nella cucina del ristorante pronto a mischiarsi a quello pungente del kimchi e a quello aromatizzato del pollo fritto.

Quella domenica, il Sunshine sembrava essere stato preso d'assalto da compaesani e da qualche viaggiatore, desideroso di spingersi più in alto per cercare le prime nevi che avevano imbiancato le montagne.

Per una spiacevole casualità, la sua brigata era meno scattante del solito, complice l'assurdo orario di chiusura a cui la sera precedente l'avevano costretti dei clienti poco educati; ma, nonostante la confusione, stava procedendo tutto a dovere.

«Puoi tagliarmi dei pomodorini da aggiungere qui?» Chiese Namjoon a una commis che gli era accanto.

Lei annuì e si diresse verso un mobile per recuperare il tagliere.

Lo chef girò con la cucchiarella il contenuto della pentola che giaceva sul fornello accanto, vi versò un altro goccio di vino bianco e buttò dentro le costatine già lavate e pulite. Se quella non fosse stata la sua cucina, avrebbe trovato divertente come quasi tutti i clienti avessero scelto dei piatti caratterizzati da una preparazione più lunga. Percepì una figura al margine del suo campo visivo e le porse la cucchiarella. «Controlla la cottura della carne e poi impiatta.»

«Sicuro che vuoi che me ne occupi io, hyung?»

Namjoon tirò al petto la cucchiarella e la coprì con l'altra mano, come se qualcuno stesse cercando di strappargliela via. Con occhi sgranati, percorse da capo a piedi la figura di Jungkook. «Che fai?! Il Sunshine non è assicurato abbastanza affinché tu sia qui dentro.»

Lui rispose con un broncio e la fronte corrugata, poi si mise a braccia conserte e, con tutta l'enfasi di cui era capace, gli fece la linguaccia.

Namjoon ridacchiò, ma non smise di trafficare tra pentole e padelle. «Allora? Che ci fai qui?» Sollevò la mano per chiamare con un cenno un altro collaboratore, gli indicò la padella il cui contenuto era perfettamente cotto e il commis si preoccupò di disporlo nei piatti destinati alla sala.

«Volevo chiederti un aiuto» iniziò Jungkook, stringendosi nelle spalle nel vano tentativo di occupare meno spazio possibile. In quella cucina si sentiva sempre ingombrante quanto un rinoceronte. «Taehyung ha-»

«Assaggia» lo interruppe Namjoon, portandogli alla bocca un cucchiaio ricolmo di brodo, la mano appena sotto per evitare di sporcare.

Il ragazzo gli diede retta e, nell'istante in cui il sapore stuzzicò le sue papille, chiuse gli occhi come se fosse caduto in trance. «Hmm, hyung... È pazzesco!» Batté i piedi sul pavimento, la testa reclinata all'indietro. Solo il pensiero fisso di Taehyung lo trattenne dal chiedere di averne un altro po'. «Stavo dicendo: lo hyung mi ha aiutato con una cosa importante in questi giorni e vorrei fare qualcosa per lui, per ringraziarlo insomma.»

Mono No Aware | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora