Sei

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Luca

Okay, era il momento, dovevo conoscerlo. Dovevo conoscere Alex. Dovevo parlarci, almeno 5 parole.

Mi feci coraggio e andai da lui, aveva appena finito di parlare con una ragazza, anche se si vedeva che non le interessava quello che gli stava dicendo.

Mi guardò. Feci un sorriso.

- Ciao, io sono Luca. Tu? -
chiesi molto timidamente.

Beh, erano 5 parole no? potevo andare, missione compiuta.

- Io sono Alex, piacere. -

Oh no, aveva continuato, quindi dovevo farlo anche io.

Mi strinse la mano molto forte ed io feci lo stesso.

- Beh...emh.. -

Balbettai.

- emm...come va? -

Sorrise.

- Tutti bene, grazie, a parte il trasferimento improvviso qui in Italia, per il resto bene. -

- Non ti piace qui? - chiesi.

- No no, anzi. Solo che mi devo un po' abituare alla nuova vita e soprattutto alla nuova lingua, che fortunatamente mio fratello mi ha insegnato. -

- Beh, dai mi sembra che vada bene la lingua no? -

- Si si infatti ho imparato in fretta. - disse orgoglioso guardandosi intorno.

Parlava bene l'italiano, ma aveva ancora l'accento britannico, e non era male.

- Ma come mai ti sei trasferito prima a Dublino e poi in Italia? - chiesi senza pensare.

ci mise un po' a rispondere, avevo paura di aver dato troppa confidenza e che non volesse rispondere.

Iniziò a parlare. Stava solo cercando un modo per dirmelo. Troppe paranoie.

- Per mio padre -

Come pensavo.

- Aveva un lavoro che hanno dovuto spostare a Dublino il prima possibile, perché altrimenti l'azienda sarebbe fallita.
Dopo qualche anno l'azienda è riuscita a risanare i debiti e a costruirsi una sede più grande qui in Italia e quindi si è spostata di nuovo, per noi era scomodo, ma ci siamo dovuti adattare. Non mi andava di dover iniziare una nuova vita, farmi delle nuove amicizie, conoscere i nuovi professori, e a mia madre non andava di dover cercare lavoro di nuovo, dopo la fatica per trovarlo a Dublino, ma non avevamo scelta, era grazie al lavoro di papà che la famiglia andava avanti. - continuò lui senza problemi.

Continuammo a parlare finché non ci interruppe la voce della professoressa, appena entrata in aula.

Il resto delle ore passò molto in fretta, usciti da scuola salutai Alex e mi sedetti ad aspettare l'autobus.
Francesca stava arrivando, anche lei appena uscita a scuola.

Ci salutammo, salimmo insieme sull'autobus che arrivò qualche minuto dopo e ci sedemmo uno di fronte all'altra.

- Come è andata oggi? - mi chiese.

- Molto bene -

- Hai parlato con Alex? - chiese ridendo con tono sarcastico.

- Si - affermai.

Lei alzò un sopracciglio come se non ci credesse.

- Riformulo la domanda...hai parlato con Alex? Ricordati che intendo nella realtà, non nei tuoi sogni - mi richiese con lo stesso tono.

- Ti ho detto di si! - affermai di nuovo.

- Cioè, Davvero? Ma sei andato tu da lui? o è venuto lui da te?- mi chiese.

- Io io - risposi.

- Davvero? che bello! Sono contenta! - disse entusiasta.

- che vi siete detti? - chiese lei.

- Ci siamo presentati e poi mi ha parlato un po' di lui - risposi.

- Ah bene, come ti sembra? - mi chiese.

- Beh, un ragazzo simpatico - risposi io.

- Mh, okay. Bene questa è la mia fermata, ci sentiamo più tardi. - disse.

- Okay. A più tardi. Ciao. -

- Ciao - mi salutò.

La mia fermata era due dopo la sua, arrivato, scesi dall'autobus sperando che Alex sarebbe potuto diventare qualcosa di più di un mio semplice amico.

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Scusate la mia assenza, problemi. Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Al prossimo capitolo :) .

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