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Sono le cinque e mezza del pomeriggio,io sto congelando e nemmeno uno dei sei tossici viene ad aprirmi alla porta.
Bussare avevo bussato,ma erano già passati due minuti e nessuno aveva mosso un dito.
Mi stavo per arrendere quando sentii qualcuno che apriva la serratura della porta.
Finalmente.
<<Si?>>
"Un drogato"
Un ragazzo alto, scheletrino dai capelli rossicci e in canottiera e boxer mi aprì la porta con fare assonnato.

<<Ciao, scusami sono qui per due motivi->>
<<No senti noi non siamo credenti e non abbiamo soldi per comprare nulla,tornatene nelle capanne da scout da cui vieni>>

Stava per richiudere la porta ma la bloccai
<<No hai capito male, sono qui per l'annuncio e Henry mi ha inviato perché sono la vicina nuova>>
Il ragazzo mi guardò abbastanza confuso.
<<Maria,vicina, nuova , universitaria, dimmi se c'è una parola che ti apre la mente>>
<<Ahhhh>>quasi urlò <<Ho capito chi sei si,quella che sta a scrocco da Maria e tutta la faccenda si>>
<<Si proprio lei>> finsi di non essere infastidita,ero lì solo per il lavoro, non mi anadava nemmeno il thè,sempre che questa casa lo avesse mai visto il thè.

<<Ah si scusa entra,io sono Marlin>> e mi allungò la mano,i nomi dei fratelli non erano un granchè.
<<Piacere Luna>>
Ora mi rivolgeva un sorriso carinissimo, troppo per essere il fratello di quel cafone di Henry, due su cinque li avevo conosciuti.
<<Scusami davvero,dormivo e ci metto un po' per connettere, vuoi qualcosa da bere,da mangiare?>>
Aveva subito una trasformazione nell'arco di due minuti che mi lasciò stupefatta,non aveva niente a che fare con quello che mi aspettavo, era davvero gentile e con fare abbastanza goffo

<<No ti ringrazio davvero>>
<<Accomodati>>
Mi sedei su un divano marrone,ormai vecchio e con le molle scassate,l'ambiente del salotto sembrava quello di un signore in pensione che vive solo e non si interessa di come risulti la casa.

Infatti era tutto molto in disordine, riviste e libri di scuola sparsi sulla poltrona abbinata al divano e sul tavolino da caffè davanti a me.
Il tavolino in vetro era pieno di macchie lasciate dalle tazze e mozziconi vecchi di una vita.
Accanto al divano un enorme libreria piena di libri e altre cianfrusaie di antiquariato e oltre il tavolo una televisione a tubo catodico con sopra montagne di cassette.

Da un lato mi piaceva, apparte l'odore di fumo e l'aria viziata l'ambiente mi ricordava l'ufficio di papà, sempre in disordine e odorante di pipa.
Marlin si fece spazio sulla poltrona scostando alcune riviste.
<<Allora, hai detto che sei qui per l'annuncio>>
<<Esattamente, sono appena arrivata e nonostante stia "a scrocco" come dici tu da Maria ho bisogno di mangiare anche io>>
<<Si,scusa e certamente hai ragione, in realtà l'annuncio lo ha messo mio fratello Marcus,quindi devi chiedere a lui>>
<<Okay e dove lo trovo io tuo fratello>>
Il ragazzo non era molto sveglio.

<<Ora è a lavoro, ma dovrebbe tornare fra poco, sono quasi le sei e lui stacca>>
<<Perfetto, posso aspettare qui o di scoccia tanto?>>
<<No figurati stai qui quanto vuoi,sono tutti fuori non è un problema>>
<<Lavorate tutti quanti?>>

Degli altri ragazzi da quando ero arrivata non ne avevo visto nemmeno l'ombra, solo Henry che rientrava la sera con un vecchio furgone scassato

<<Oh più o meno,io, Rory e il piccoletto Jacob studiamo ancora,gli altri due sono a lavoro da un bel pò ormai>>
<<Scusami ma ci metterò una vita ad impararvi tutti>>
Marlin sorrise
<<Okay ti faccio un piccolo riassunto>>

Alla fine di quella conversazione avevo capito che Marlin era probabilmente il più affidabile,frequentava la scuola ed aveva l'aria di uno che si impegnava.
Questo Rory invece stava finendo la scuola a calci diciamo, uno sciupafemmine con la voglia di far niente,non diverso da Henry che oltre al lavoro aveva la passione di bere e spassarsela in qualche tipo di club.
Infine Marcus, invece doveva essere colui su cui tutto dipendeva essendo il più grande e l'unico che si era reso conto che Jacob, il fratello più piccolo,avesse bisogno di una babysitter.

Ma chi sono io per giudicare,dato che la metà dei fratelli ancora non si è vista.
<<Credo di aver capito tutto, siete in davvero tanti>>
<<Ai nostri genitori piacevano le larghe famiglie>>
Già i genitori,possibile che questi sei vivessero da soli in un buco di casa e che i genitori fossero volatizzati nel nulla cosmico.
Ma a me l'invadenza non piace e nemmeno ci conosciamo così bene da intraprendere questi tipi di conversazioni così mi limitai a sorridere.

Alla fine accettai un caffè data l'insitenza di Marlin, tuttavia di caffè aveva veramente poco.
Parlammo del più e del meno quando finalmente si sentii il motore di una macchina fermarsi nel vialetto della casa.
<<Deve essere Marcus>>

Marlin si alzò e si precipitò alla porta, suo fratello entrò buttando le chiavi in un vecchio portacenere sistemato sul mobile dell'ingresso.
Sembrava distrutto, i capelli bagnati dal sudore gli ricadevano sulla pelle olivastra e i vestiti erano logori e pieni macchie.
Diciamo che la vista era comunque piacevole
<<C'è qualcuno per te Marcus>>
Il ragazzo alzò lo sguardo su di me con fare interrogativo.
Mi alzai in piedi e mi diressi verso di lui
<<Ciao, sono la vicina nuova ho visto l'annuncio che hai lasciato sul cancello>>
Marcus spostò lo sguardo su suo fratello
<<È quella di Maria?>>
Questi ragazzi sono tutti così spocchiosi?
Marlin annuì debolmente e Marcus si rivolse di nuovo a me con fare prepotente
<<Senti ragazzina, il lavoro lo offro a chi ha bisogno e non a quelli che si possono permettere di vivere a scrocco in una villa di lusso>>
E questi sono i ragazzi gentili di cui parlava Maria?
Non mi immagino le persone scontrose qui allora.
Quando stavo per rispondere aggiunse:
<<Inoltre non penso che quanto offriamo sia abbastanza per quelli come te>>
Sputò quel "te" in maniera talmente acida che non ci vidi più dalla rabbia.
<<E come sarebbero quelli come me ?>>
Fece un sorrisetto sghembo e si avvicinò a me
<<Sei una di quelle a cui non bastano i soldi del papino e che andrà a lamentarsi con le amichette di quanto stressante e faticoso sia il nuovo lavoro che è costretta a fare per comprarsi le scarpe nuove,io quelle così non le voglio nemmeno vedere, quindi esci da casa mia e vai a fare pace con il papi>>
Si voltò verso il fratello con ancora quel ghigno in volto
<<Vado a fare una doccia, la principessa ricorderà dov'è la porta>>
Si stava avviando verso il corridoio di fronte all'ingresso quando si interruppe al suono della mia voce
<<Brutto stronzo>>
<<Scusami?>>
<<Senti brutto maleducato, Maria mi ha detto di venire dai ragazzi Campbell perché sono dei "tali tesori" e sapranno sicuramente essere dei grandi vicini, invece l'unica cosa di cui mi rendo conto è che siete uno più partito dell'altro>>
Feci una pausa e quasi urlai
<<Sono venuta qua per un lavoro,hai ragione sto a scrocco da Maria e vivo in una grande e bella villa, ma tu della mia vita non sai veramente un cazzo e non te ne deve fregare nulla del perché io venga qui a chiederti di badare al tuo fottuto fratello, quindi sei pregato di non fare tanto il superiore perché la tua vita fa più schifo di tutte quelle degli altri e di comportarti educatamente da ora in poi perché domani alle sette passo a prendere tuo fratello e lo porto in quella merda di scuola>>
Pronunciai tutto ad un fiato e camminai fuori da quella casa passando in mezzo alle facce sconvolte dei due fratelli.
Pensai di aver esagerato ma poi mi tornò in mente il suo discorso di prima e la rabbia risalì.
"Come si può essere tanto maleducati e come si permette di giudicarmi così dal nulla"
Rientrata in casa mi stesi sul divano ed iniziai a sperare di non sentire le sirene della polizia o uno dei fratelli che bussa alla mia porta, nonostante oggi sia in vena di Campbell.
Quella sera cenai con un piatto di pasta e dopo aver finito di lavare i piatti me ne andai in salotto a guardare la tv, tuttavia me lo sentivo che quella conversazione non fosse ancora finita.
Aveva riniziato a piovere e fuori si sentiva il tintinnio di uno dei "portafortuna" fatti di conchiglie di Maria.
Decisi di andare a dormire, spensi la tv e iniziai a dirigermi al piano di sopra  avrei dovuto scegliere una delle mille camere che la casa di Maria proponeva.
Tuttavia come da mio presagio il suono del campanello interruppe i miei pensieri.
"Ma perché non me ne sto mai buona accidenti a me"
Brontolai me stessa mentre mi dirigevo alla porta d'ingresso.
Appena aprii Marcus se ne stava lì in piedi appoggiato allo stipite con un espressione stanca.
<<Si?>>
<<Senti, non mi piaci , però i miei fratelli hanno ragione e se non trovo nessuno che badi a mio fratello sono nella merda quindi il lavoro è tuo>>
I modi continuavano a migliorare ma adesso si facevano passi avanti.
<<Okay...grazie?>>
<<Domani discutiamo di tutti gli orari e dei soldi che ti devo>> e mentre ormai si allontanava dalla strada mi gridò
<<E comunque passa alle 7.40 la scuola non è ad un'ora da qui>>
Rimasi per un attimo sbigottita sul ciglio della porta.
"Questi sono proprio scemi".

I cinque fratelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora