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I giorni trascorsero lenti e monotoni, io e i fratelli Campbell avevamo iniziato ad avere più confidenza.
Rimasi a cena da loro alcune volte, per l'insistenza di Jacob, e spesso passavano del tempo a casa mia.
Iniziavo a sentirmi meno sola.
E soprattutto ci pensavo sempre meno.

Era una mattina fredda di novembre ed io mi alzai per prendere Jacob e poi andare all'università, come sempre.

<<Buongiorno Luna>>
<<Buongiorno Marcus>>
Mi sorrise leggermente ,mentre se ne stava ancora mezzo addormentato, sul ciglio della porta.
Jacob uscì di corsa fuori casa diretto al vialetto, ma Marcus lo fermò prendendolo per lo zaino.

<<Ma che fai!>> protestò
<<Sugli scalini c'è la neve, se non stai attento scivolerai come un allocco>>
Rory uscì di casa ben vestito e ci superò tutti, diretto verso il vialetto, fece saltellando i primi due scalini per poi finirli di scendere di culo per via dello scivolone che aveva fatto.
<<Ecco appunto>> fece Marcus.

Jacob scoppiò a ridere mentre Rory si rialzava con una faccia infuriata e levava la neve dai pantaloni.
<<Andiamo voi due forza>> disse infine.
Io e Jacob ci guardammo perplessi per un attimo.
<<Ma dove?>>
Rispondemmo in coro.
<<A scuola no? Salite sul furgone svelti>>

Guardai Marcus con aria perplessa.
<<L'ho convinto ad andare a scuola stamani, non chiedermi come ho fatto, approfittatene>>
Jacob mi guardò sconvolto e con un'alzata di spalle si incamminò verso il furgone.
<<Grazie Marcus ti adoro>>
Dissi sorridendo.
Di camminare con quel freddo non mi andava proprio e poi per come ero sarei potuta cadere ogni tre metri.

Salutai Marcus e scesi i gradini.
E mi ritrovai a terra in un attimo.
Scoppiarono a ridere tutti e tre, mentre io sentivo solo il dolore al didietro per essermi fatta tutti gli scalini sdraiata.

<<Poi ero io l'allocco>> disse Rory piegato dal ridere.
Mi venne incontro e mi sentii sollevare da sotto le ascelle con una tale facilità che quasi persi l'equilibrio quando mi ritrovai in piedi.
<<Grazie>>  bisbigliai un po' a disagio.
<<Dai andiamo>> accennò un lieve sorriso.

Accompagnammo prima Jacob che si mise a correre verso i compagni nonostante le mille premure che gli avevamo fatto di far attenzione alla neve.
Eravamo rimasti soli, e avevo paura che si formasse di nuovo quel silenzio imbarazzante che si era formato la scorsa volta.
Invece parlammo molto.

<<Quindi tu vieni fino a Londra dall'Italia per una stupida università d'arte?>>
Alzai gli occhi al cielo.
<<Non è una "stupida università d'arte" ma una delle più prestigiose al mondo>>
<<Beh allora devi essere molto ricca per poterla frequentare>>

<<Borsa di studio mio caro, e se fossi ricca come dici in questo momento non sarei in un furgone scassato a parlare con te>>
<<Il furgone scassato intanto ti sta portando a scuola invece di lasciarti congelare per le strade>>
Mi scappò una lieve risata e lui sorrise a sua volta.
Delle volte riusciva ad essere quasi sopportabile, quando non faceva lo stronzo.

<<Eccoci qua>>
Si fermò davanti alla mia scuola dove il piccolo sentiero era ricoperto di neve.
<<Vai davvero a scuola?>>
Chiesi con una mano sulla maniglia della portiera, pronta ad uscire.
<<Si, che c'è di strano, ogni tanto tocca anche a me>>
<<Certo, beh allora grazie>>
Uscii dal furgone, salutandolo con la mano, e lo rimasi a guardare mentre andava via.

<<Io lascerei perdere>>
Disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai e vidi una ragazza dai capelli rossi, molto carina,  che mi fissava esasperata.
<<Come scusa?>>
<<Rory Campbell, è un fuori di testa lascialo perdere tesoro>>
Adesso ero confusa, più di prima.

I cinque fratelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora