Capitolo 8

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Mi riportò a casa la mattina dopo, mi salutò con un bacio leggero sulla fronte.
Niente di più, neanche un piccolo sorriso o un "ci sentiamo".
Mi parve strano, ma non ci pensai più di tanto.
Non volevo stargli addosso.
Decisi di riempire subito la vasca e immergermi in essa, cercando di rilassarmi il più possibile.
Squillò il cellulare.
'Chi diavolo è ora?'
Pensai.
Non posso neanche rilassarmi, cazzo.
Era Elliot. Oddio, cos'è successo?
Risposi subito.
-Si?-
Dissi io preoccupata.
-Rebecca, puoi uscire tra un'oretta? Devo parlarti.-
Era serio, troppo serio e avevo quasi paura.
-Certo sì, stai bene?-
Chiesi, ormai, con un filo di voce.
-Vengo a prenderti a casa tua tra un'ora, a dopo.-
Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che riattaccò subito, senza dire nient'altro.
Ero davvero troppo preoccupata.
Decisi di stare ancora un po' nella vasca per calmarmi e non appena passò mezz'ora uscì.
Mi vestì con le prime cose che trovai nell'armadio.
Un paio di leggins neri, una canotta bianca semplice e una felpa grigio scuro con un paio di all star nere alte.
Lo sentì suonare al campanello, a casa c'era solo Lucy, ma era in giardino a pulire le due sdraio bianche di fianco alla piscina.
La avvisai con un cenno della mano e gli urlai che non sarei tornata per pranzo.
Elliot era fuori, sembrava perso.
-Ei-
Dissi.
-Sali.-
Mi ordinò senza nemmeno guardarmi in faccia, non era incazzato, ma non capivo cosa aveva.
Raggiunse casa sua e mi fece entrare in casa.
-Non c'è nessuno, vuoi qualcosa da bere?-
Disse, di nuovo senza guardarmi in faccia.
Mi stava facendo incazzare, stavo tremando quasi, non so se dalla rabbia o dalla paura, ma stavo iniziando a stare troppo male.
-Elliot, parla per favore. Non ce la faccio più.-
Dissi supplicandolo.
-Rebecca...-
Disse serrando la bocca.
-Cosa c'è Elliot, cosa c'è?-
-Ieri notte mia madre mi ha chiamato...-
Non capivo perché era così triste, perso, distaccato, con il suo sguardo sexy vuoto.
Gli lasciai il tempo di continuare tranquillamente.
-Dovrei lasciare Seattle per 6 mesi, se non di più. Ho due tornei di football e ciascuno ha bisogno di minimo 3/4 mesi di preparazione. Non so come lasciare questa città e te per così tanto tempo perché non so neanche se ritornerò. Se vinceremo questi due tornei dovrei restare ancora di più per sfidare la squadra più famosa e forte della Washington Football States.
Non posso rinunciare a tutto questo, ho in ballo tutta la mia vita e non posso.
Ma se lascio te è come se lasciassi metà del mio cuore qui e mi sentirei male ugualmente. Parti con me.-
Cosa? Cosa ha detto? Oddio!
Come faccio a partire con lui? La scuola, mia madre impazzirebbe, Annie pure e non riuscirei a lasciare Seattle.
Ma non ce la farei senza di lui.
Cercai di essere ottimista e di credere che saremo stati insieme lo stesso, nonostante la distanza.
-No Elliot. Non posso e lo sai anche tu. Ma sono felicissima per te, voglio che tu vada e che vinca tutte le partite per te, i tuoi amici, la tua famiglia e per me. Staremo comunque e sempre in contatto.-
Mi guardò triste, ma sorrise per rassicurarmi.
'Oh quel sorriso!'
-Posso chiederti una cosa prima però?-
-Certo.-
Risposi.
-E se diventi la mia prima ragazza? Non quel tipo di ragazza da una notte, voglio che tu sia la prima. La mia prima vera e diversa ragazza. Ti voglio mia con tutto il cuore.-
Quelle sue parole mi scaldarono il cuore in questa mattinata un po' fredda e nuvolosa.
Questo tempo parla da sè.
Elliot se ne sta per andare, e non so per quanto.
Questo tempo rivela i nostri umori, tristi e oscurati.
Lo guardai con le lacrime agli occhi e gli dissi con un filo di voce:
-Si.-
Non riuscì a trattenere il suo bellissimo sorriso mozzafiato e mi baciò con passione.
Era così bello sentirlo finalmente mio.
E ora che siamo solo all'inizio, che stiamo per avere una relazione, c'è già qualcosa che deve mettersi in mezzo.
Non posso farcela.
-Dove vai per i tornei?-
Dissi io preoccupata.
-Georgia.-
È pur sempre lontano, e anche se vorrei andare da lui, dovrei guidare con la macchina perché ho la fobia degli aerei.
10 ore in macchina sarebbero un totale calvario, soprattutto se si è da soli.
Abbassai lo sguardo e mi appoggiai sul suo petto muscoloso.
Come al solito aveva quel suo profumo inconfondibile e stupendo.
Eravamo lì, in piedi, abbracciati e soli.
La sua casa era enorme.
Un soggiorno gigantesco con un divano di pelle bianca elegantissimo in mezzo, una televisione attaccata al muro rettangolare di almeno 2,5 metri×1,5 metri. C'erano due finestre che davano su un giardino enorme, il panorama era fantastico perché si vedeva tutto.
C'erano, anche, tantissimi quadri.
Tutti splendidi e colorati, ti davano serenità e gioia.
-Alcuni di questi, la maggior parte, gli disegnò mio fratello. Era molto bravo.-
Guardava questi dipinti con una tale nostalgia, che mi piangeva il cuore per lui.
-Era bravissimo Elliot, mi dispiace che sia morto così.-
-Non ti preoccupare piccola, è tutto ok. Se ci sei tu è tutto ok.-
Chiusi gli occhi e sospirai.
Sentì il suo dito scorrermi sul labbro inferiore.
Lo baciò e lo morsicò.
'Dio!'
Avevo il fiato corto già ora, il suo tocco mi mandava tutto a puttane.
-Vieni con me.-
Mi portò di sopra, nella sua stanza.
'Oddio'
Era stupenda, gli scaffali erano tutti pieni di trofei di football e il letto era gigantesco.
Aveva una finestra che dava su un balcone enorme e riuscivo a intravedere due sdraio e in mezzo a loro un piccolo tavolo rotondo basso.
Non ebbi il tempo di guardare altro perché mi attirò verso di sé e mi tolse la coda bassa che avevo, accarezzandomi poi i miei capelli.
-I tuoi capelli sono così belli e morbidi Rebecca..-
Mi baciò con delicatezza e mi tolse pian piano la felpa così da rimanere in canotta.
Mi accarezzò le braccia, facendomi un po' di solletico, ma era sopportabile.
Sorrise e mi baciò di nuovo.
-Voglio che ti spogli per me.-
'Cosa? Sul serio? Oh santo cielo'
Non so come fare per essere sensuale, non mi sono mai spogliata per nessuno e la cosa mi mette ansia.
-Io non so se riesco e ad essere...-
Bloccò le mie parole mettendo un dito sulle mie labbra e sussurandomi:
-Shhh, sarai stupenda.-
Ed ero sicura che sarei stata sempre stupenda ai suoi occhi e non ebbi, d'un tratto, più paura.
Iniziai col togliermi la canotta bianca, mi accarezzai i fianchi, salendo su.
Mi spostai i capelli guardandolo in modo serio ma sexy allo stesso tempo.
Aveva la bocca socchiusa e mi guardava con gli occhi ardenti.
Mi sentivo potente nel vederlo eccitato.
Mi tolsi i leggins il più lentamente possibile scoprendo pian piano le mie curve.
Non lo amavo da impazzire il mio fisico, ma non mi lamentavo molto di esso.
Avevo la pancia piatta e poche tette, ma diciamo che la parte sottostante era ok.
I suoi occhi brillavano e lo sentì sospirare.
'Ho lo stesso effetto su di lui.'
Lo guardai per qualche secondo e mi slacciai il reggiseno.
Prima di togliermelo, mi girai così da voltargli le spalle.
Pensai che facendo così, lo avrei eccitato ancora di più.
Lasciai cadere il reggiseno per terra e feci la stessa cosa con le mie mutande di pizzo.
Lo sentì dietro di me e sentì anche la sua erezione premere sul mio sedere nudo.
La sensazione era stupenda, mi sentivo per la prima volta sexy.
-Lascia fare a me questa volta Elliot, voglio farti capire quanto ti voglio e visto che te ne andrai domani, voglio lasciarti andare con un bel ricordo di me.-
Ne sentivo il bisogno, sentivo di doverglielo dare questo mio bisogno.
Se lo meritava e volevo fargli capire quanto lui mi abbia cambiato.
-Sono tutto tuo.-
Rispose trattenendo una risata, era divertito da questa situazione e lo ero anch'io da una parte, ma cercai in tutti i modi di avere uno sguardo serio.
Si morse il labbro e glielo sfiorai con la lingua.
Prima di farlo reagire lo buttai sul letto con una forza che sorprese Elliot e persino me.
Lo spogliai il più veloce possibile.
Stava ridendo come un bambino e non potei fare a meno che sorridere.
-Impaziente la mia dolce Rebecca.-
-Quando si parla di Elliot West, sempre.-
Ed era vero, avevo una voglia immensa di fare l'amore con lui.
Non appena finì, mi misi a cavalcioni su di lui.
-Rebecca ho un preservativo nel comodino alla tua destra.-
-Faremo l'amore senza quell'aggeggio questa volta. Prenderò la pillola domani mattina.-
Mi guardò come sollevato.
Volevo sentirlo dentro veramente, senza avere di mezzo altre cazzate questa volta.
Lo baciai teneramente e lo guardai dritto negli occhi.
Entrai dentro di lui e gemetti a primo impatto.
Era una cosa del tutto diversa, sentirlo davvero dentro di me, mi riempiva.
Elliot rimase a bocca aperta e senza fiato.
Continuai a muovermi su e giù, muovevo anche i fianchi con il suo aiuto.
Era stupendo essere qui con lui, su questo letto.
Continuammo così per altri 15 minuti finché non rimasi davvero senza fiato.
-Elliot..-
Lo sentì venire.
-Cazzo.-
Disse senza fiato.
Restammo così, uno sopra l'altra per almeno due ore senza dirci nulla.
Ci stavamo gustando ogni attimo passato insieme prima della sua partenza.
-Tra qualche ora ho l'aereo per Georgia.-
Ruppe il silenzio creatosi.
-Lo so.-
Mi piangeva il cuore.
-Mi mancherai.-
Il mio piccolo grande Elliot, lo sento così indifeso.
-Anche tu.-
Dissi sottovoce.
Mi accarezzò la schiena come solo lui sapeva fare.

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