Capitolo 10

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Mi aspettai di tutto, ma non di trovarmi qui.
Non so dove sono e soprattutto con chi sono.
Non mi ricordo con chi ho lasciato quella discoteca del cazzo la sera precedente e sono più stordita che mai.
Odio ubriacarmi così tanto sapendo che la causa fu lui.. il mio amato e stronzo Elliot.
Il suo tradimento mi fa male tutt'ora, e penso che sarebbe più semplice fuggire, ma non sono così.
Non amo farlo, ma lo voglio.
Solo che scappare da lui, non mi farà scappare dai miei sentimenti ancora costanti, quindi che fare se non subire e aspettare? Alla fine arriverà per tutti, tra i giorni peggiori, quello migliore e non vedo l'ora che ciò accada a me.
L'amore non so se basta, l'amore ti regala emozioni del tutto nuove, ma anche dolori forti.
L'amore non ti lascia scegliere perché è lui a decidere per te, appena lo provi non sei più tu.
Diventi una persona del tutto diversa e soprattutto non riesci più a reagire, cosa a me del tutto nuova.
In questo caso, forse c'è.
Ma la fiducia poi? Dov'è?
Non so se riuscirò a fidarmi di lui, non lo so.
Ho troppa paura di soffrire, ma ho anche paura di perderlo per sempre.
E allora si che cadrò di nuovo nel buio totale.

La stanza è enorme, ma vuota.
Non ha colori, è triste.
Triste come il mio cuore.

Cerco di raccogliere i miei vestiti e andarmene prima che arrivi qualcuno.
Prima di aprire la porta diedi un'ultima occhiata alla stanza per vedere se avevo dimenticato qualcos'altro: nulla.
Ma mi vidi davanti all'enorme specchio in mutande e una maglietta semplice.
'Cosa cazzo?'
Non è possibile.
Apri la porta e corsi il più veloce possibile.
Ad un certo punto sentì una mano tirarmi e un profumo familiare..
Mi girai di scatto ed era lui: Elliot.
La prima cosa che feci fu quella di tirargli uno schiaffio.
Rimasi colpita da quanta rabbia scorreva in me e dalla forza con la quale sono riuscita a fare un atto simile.
-Rebecca io..-
Aveva pure il coraggio di rivolgermi la parola? Dopo tutto ciò che mi ha fatto?
-Vaffanculo.-
Dissi io con un filo di voce prima che le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
-No per favore, io non voglio lasciarti andare così. Tu mi mancavi così tanto e non sapevo cosa fare, come placare questa solitudine..-
Lo interruppi dicendogli
-Tu sei soltanto un fottuto pezzo di merda, la mia mancanza nei tuoi confronti non giustifica un comportamento simile. Anche tu mi mancavi, ed è stato per questo che ti raggiunsi qua.. mi sento un'idiota..-
Dissi ormai singhiozzando.
Tra le lacrime, notai comunque il suo viso.
Era diverso, non triste, di più.
Sembrava deluso, incazzato, impaurito e confuso.
Aveva un'aria persa, vuota.
-Se vuoi andartene vai, non posso trattenerti con la forza. Voglio che tu stia bene e accanto a me a quanto pare non ci riuscirai. Non saprò renderti felice come dovrei, quindi Rebecca, abbi cura di te e del mio cuore.-
Disse senza voltarsi, guardò fisso il tavolo dove appoggiò le sue braccia muscolose ed era così bello anche tutto triste.
Lo guardai un'ultima volta ancora prima di andarmene.
Una cosa che mi mancherà di questo ragazzo? Guardarlo.
Feci per andare quando lui mi disse le sue ultimissime parole.
Erano soltanto due.
-Ti amo.-
Rimasi immobile quando pronunciò quelle due parole, le quali magari dette così non avevano importanza.
Ma suscitarono in me emozioni mai provate in me, diverse da quando lo vidi la prima volta.
Perché questo era un ti amo diverso dagli altri: io me ne stavo andando via.
Un ti amo d'addio è l'ultima cosa che una persona si vorrebbe aspettare, avrei voluto morire in quel momento, ma la cosa che mi sembrò più giusta era quella di andare verso di lui e baciarlo.
Baciarlo così a lungo da fargli capire quanto lo ami anche io e quanto dolore mi ha provocato.
Mi staccai e fummo entrambi senza fiato.
-Elliot, addio.-
Dissi a voce bassa.
-Ci ritroveremo un giorno, te lo prometto. -
Queste furono le ultime sue parole.

Non era la sua infinita bellezza a farmi perdere la testa, era qualcosa che andava ben oltre.
Non sapevo se definirlo amore perché non ho mai creduto in quel tipo di sentimento, ma sapevo che era qualcosa di grande.
Talmente grande da farmi perdere l'autocontrollo.
Ho passato la mia vita nel buio totale senza mio padre.
Ho dovuto fare di questa oscurità, il mio scudo.
Non mi importava di come sarei diventata da quel giorno in poi, volevo solo essere sicura di non soffrire ancora una volta, di non cadere di nuovo in quel tunnel oscuro.
Ed eccomi invece qui, a camminare senza una meta precisa per queste strade a testa bassa.
Ho perso me stessa in quelle strade, ogni passo che facevo in più, era un passo che mi allontanava sempre di più da lui.
Il ragazzo che svegliò in me emozioni mai provate.
Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo finché non sentì davvero il vuoto, mi sentivo come se stessi volando e poi d'un tratto vidi solo l'oscurità, il buio.
Di nuovo.

Aprì gli occhi e notai delle persone di fianco a me.
Non riuscì a distinguerle tutte quante, ero fin troppo stanca e mi sentivo il corpo andare in frantumi.
Mi sentivo almeno quattro aghi diversi infilati nelle braccia collegati a dei tubicini che anch'essi erano fissati a due aste.
C'era un monitor che emetteva dei silenziosi bip e la stanza era completamente bianca.
Sentì una mano familiare accarezzarmi il volto e sentì anche un dolore poco sopportabile mentre sentivo il suo tocco.
Era impossibile confondere quella mano così morbida.
Era Elliot, mi sentivo sollevata di sentire il suo tocco perché così capivo di essere ancora viva.
Sorrisi debolmente, e sentì una sua lacrima cadermi sulla guancia.
Non sentì nulla di quello che forse avrebbe voluto dirmi perché caddi di nuovo in sonno profondo.

Mi svegliai, questa volta più riposata, sulle mie gambe sentì una testa, la sua testa.
Stava dormendo, il viso era rivolto su di me e dio, quanto era bello.
Gli accarezzai lentamente i capelli, quanto mi mancavano i suoi morbidi capelli.
Sorrisi quando fece una faccia buffa per cercare di mettersi comodo.
Povero, chissà da quanto tempo è qui.

Ero così attenta a preoccuparmi di Elliot che non mi accorsi che mia madre e Annie stavano dormendo sedute su un piccolo divanetto a un metro di distanza dal mio letto.
Annie era appoggiata sulla spalla di mia madre.
Era così bella la mia migliore amica, così diversa da me e così bella.
Vedere le tre persone più importanti della mia vita qua con me, mi riempiva il cuore di gioia.
Elliot si mosse e si svegliò di colpo non appena mi vide con gli occhi aperti.
Gli si illuminarono gli occhi di gioia e mi baciò la fronte.
-Sei sveglia!-
Disse guardandomi e accarezzandomi il viso ancora incredulo.
C'erano mille ragioni per cui avrei dovuto lasciarlo, ma il cuore vuole sempre ciò che vuole.
È tutto ciò da cui dovrei fuggire ma c'è quel qualcosa che mi blocca.

Poco dopo si svegliarono anche Annie e mia madre.
-Tesoro!-
Urlò Annie venendomi incontro.
-Oh Annie-
Disse mia madre tra le lacrime baciandomi la mano.
-Sono viva.-
Le rassicurai con un debole sorriso.
Mi sentivo il corpo debole, senza alcuna voglia di reagire.
Mi ripetei di dover stare bene per loro.
-Vorrei stare sola due minuti con Elliot, devo dirgli alcune cose.-
Dissi guardando mia madre ed Annie.
Annuirono e abbandonarono la stanza.
-Rebecca..-
Le lacrime gli rigarono il viso.
-Sssst.-
Lo rassicurai.
-Ti ringrazio per essere stato qui con me tutto il tempo, ti devo un favore.-
Sorrise.
-Posso chiederti questo favore ora?-
-Certo.-
Risposi.
-Amami.-
Disse senza esitazioni.
-Non per forza oggi, basta che mi prometti che lo farai un giorno.-
Questo ragazzo mi confodeva così tanto.. ma mi rendeva euforica allo stesso tempo.
Con lui ritrovavo la tranquillità di una volta.
-Lo sto già facendo stupido.-
Risposi con una risatina.
S'illuminò, mi guardò e mi studiò con quei suoi occhi azzurri senza dire nulla.
Mi sentivo già meglio, essere guardata da lui mi rendeva semplicemente felice.
Sapevo che se non l'avrei amato, sarebbe stato tutto un inferno.
Perché è così, l'inferno è la sofferenza di non poter amare più.
E se non avrei amato lui, non avrei amato nessun'altro.
Sorrise e fu così felice da farmi commuovere.
-Sei così bella e sei mia.-
Si avvicinò a me, con molta attenzione, senza farmi male e mi baciò con passione.
Quanto mi mancava assaporare la sua bocca e sentire ancora il suo odore.
Ero piena di felicità e non riuscivo a non stringerlo a me il più forte possibile.
Una fottuta infermiera interruppe questo bellissimo momento ed Elliot scoppiò a ridere quando vide l'espressione dell'infermiera.
Mentre mi controllava e mi diede le pastiglie Elliot non mi tolse gli occhi di dosso.
-Bene se continui così potremmo benissimo dimetterti tra qualche giorno.-
Disse educatamente l'infermiera.
-Mi ama!-
Disse Elliot colmo di gioia.
L'infermiera si limitò ad accarezzargli la spalla come segno di felicità.

Percepivo la sua voglia di me mentre mi guardava, amavo quel ragazzo e volevo trascorrere la mia vita con lui.
Sapevo che sarebbe stato tutto un casino, ma innamorarsi alla fine e così.
E se non è un amore incasinato non è così bello.


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