Siamo appena arrivate, scendiamo dal treno e cerchiamo di capire verso che lato andare. Alla fine ci ritroviamo a seguire le altre persone con la speranza che vanno verso il mare. Teresa continua a lamentarsi dell'ombrellone, mi fa ridere quando si arrabbia per delle sciocchezze.
Quando troviamo finalmente la spiaggia andiamo in quella libera, cerchiamo uno spazio in cui stare e quando lo troviamo iniziamo a mettere l'ombrello, dopo una mezz'ora finalmente ci riusciamo. Ci togliamo i vestiti, metto la crema e andiamo in acqua a fare il bagno.
Teresa si tuffa subito, io ci metto un bel po per ambientarmi, inizia a schizzarmi e decido di buttarmi in acqua. All'inizio fa freddissimo, poi mi abituo alla temperatura.
Restiamo in acqua a ridere e scherzare fino a quando ci viene fame
"ho fame, usciamo?"
"anche io"
Usciamo dall'acqua e andiamo sotto l'ombrellone che stranamente non è volato via. È la prima volta che vado al mare con qualcuno che non sono i miei genitori, ed è il primo giorno di mare dell'anno.
Io mangio un panino e bevo la birra, ormai calda, che abbiamo comprato ieri, mentre Teresa fuma una sigaretta presa da me, si è già arresa nell'imparare a fare le sigarette. Quando finisco di mangiare decido di provare anche io a farne una, dubito che riesco, ma voglio provare.
Non è tanto difficile come pensavo, è un po complicato chiuderle, ma ci riesco. Con il tempo prenderò sicuramente la mano.
"Che tabacco è?" chiedo
"Marlboro Gold"
Le Marlboro gold sono le mie sigarette preferite, infatti quando riesco le prendo sempre. Finito di fumare ci stendiamo sul telo da mare e mettiamo un po di musica.
Mentre prendo il sole rispondo ad Alessandro che ho ignorato fino ad ora. Il tempo in acqua è passato velocemente e non me ne sono resa conto.
"Mi manchi, è una merda stare senza sentirti"
L'occhio cade subito su quel messaggio.
"Tutto bene?" mi chiede Teresa
"Si, perché?"
"Hai gli occhi lucidi"
Oddio, mi fa questo effetto? Forse sto perdendo la testa per questo ragazzo.
"Ti sei innamorata?" mi chiede Teresa con tono scherzoso, sembra leggermi nel pensiero.
"Temo di si, questa cosa mi spaventa"
"Perché? L'amore porta felicità"
Non mi aspettavo quelle parole da lei, da quando ha una cotta per quella ragazza ha perso la testa.
"Lo dici tu che fino a qualche mese fa mi dicevi che l'amore non esiste?" le dico ridendo.
"Può capitare. Ma seriamente, cosa ti spaventa?"
"Ho paura che lui non prova ciò che provo io, che si stufi di me, della distanza, che magari da un giorno all'altro va via"
"Ma hai visto come ti tratta? È palese che anche lui ti vuole.
Se ti ama veramente la distanza è l'ultimo dei problemi"
"Forse ti preferisco quando fai la stronza e dici che non ti interessa quello che dico" ridiamo entrambe, ma rifletto sulle parole che mi detto e ha ragione.
Dovrei parlare ad Alessandro di quel che provo.
Rispondo ai messaggi e lui entra subito su whatsapp.
"Non ti sei fatta sentire molto oggi..."
"Dici di tenerci, ma ne sei sicura? A me non sembra"
"Sono stata in acqua fino ad ora, il tempo è volato, ma questo non significa che non ti ho pensato!"
"Boh"
"Devi fidarti di me"
"Mi fido"
"Non sembra"
Discutiamo per un po, poi si scusa per il suo comportamento e io lo perdono.
Gli chiedo che fa e continuiamo a parlare: lui mi racconta della sua mattinata e io gli parlo della mia.
Quando torna a lavoro io e Teresa torniamo in acqua, dopo poco decido di uscire per scrivergli un messaggio e riassicurarlo.
Teresa resta lì ancora un po, io mi metto sul telo da mare per abbronzarmi.

Si sono fatte le 17:00, ci avviamo verso la stazione con la speranza di non perderci.
Fortunatamente troviamo la strada, il treno dovrebbe arrivare tra un quarto d'ora, il tempo di una sigaretta.
Ho iniziato a fumare meno di un anno fa, ero uscita dalla palestra con una mia amica, stavamo aspettando il pullman e io volevo provare. Lei mi avvertì che era meglio di no, ma non l'ascoltai. All'inizio non mi piaceva per niente e non sapevo nemmeno bisognasse aspirare, poi ho imparato e non sono più riuscita a smettere. Mi pento ancor tutt'ora di questa cosa.
Arriva finalmente il treno, facciamo i biglietti e ci sediamo. Teresa inizia a lamentarsi del bruciore.
"Te l'ho detto che dovevi mettere la crema solare"
"Zitta"
"Ora tieniti il dolore e non lamentarti"
Non mi sono abbronzata per niente ma almeno sta sera posso dormire senza dolori. Nel treno lei passa il tempo a lamentarsi mentre io lo passo a parlare con Alessandro.
Una volta arrivate decidiamo di fare un giro dentro Foggia prima di rientrare. Andiamo da Uniko, il locale più conosciuto della città.
Offre il servizio bar, pasticceria, drink, pancake, milkshake, pizza e servizio enoteca.
Prendiamo due ciambelle alla fragola e ci sediamo al tavolo fuori per mangiarle.
Alessandro mi invia un audio di 2 minuti dicendomi di ascoltarlo con calma quando posso. Sono veramente curiosa di sapere cosa dice in quell'audio ma gli do ascolto e non lo sento.
Finito di mangiare le ciambelle facciamo un giro e poi andiamo alla fermata dei pullman, Teresa va via e io salgo sul pullman. Metto le cuffiette e parte 'non abbiamo età' di Luchè.

Arrivata a casa mando un messaggio ai miei per tranquillizzarli, anche se so che si sono dimenticati di me, e vado in doccia per togliermi la sabbia che si è attaccata sulla pelle. Dopo aver fatto la doccia indosso il pigiama pulito e mangio il panino che mi è avanzato accompagnato dalla birra.
Mi metto a letto, accendo il ventilatore e ascolto l'audio di Alessandro.
"Sai, in questi 23 anni sei la persona migliore che mi sia capitata.
Conoscerti è stato l'inizio di una nuova vita per me. Voglio passare l'eternità con te, mi fai bene al cuore.
Con te sto da dio, non posso immaginare neanche tre ore senza te.
Sei entrata nella mia vita e l'hai stravolta, come mai nessuno aveva fatto.
Non mi interessa niente oltre te: o te o nessuna.
Non esiste nessuna cosa più bella di te.
Quando ridi in chiamata è bellissimo, la tua risata mi contagia.
Ti giuro, sto provando a migliorare per te e forse non te ne accorgi ma mi stai aiutando molto con la depressione, anche se è difficile.
Scusami per l'audio troppo lungo, ma ci tenevo a dirti queste cose"
Quando finisco di ascoltare l'audio scoppio in lacrime, tutto questo non mi sembra vero. Mi arriva una chiamata: è Alessandro.
Restiamo in chiamata per un paio d'ore, mi racconta della sua giornata a lavoro e io gli racconto della mia giornata al mare.
"Comunque Ale, devo dirti una cosa"
"Oddio, è la prima volta che mi chiami Ale.
Comunque dimmi"
Ha un tono preoccupato e io sono in ansia.
"Non credo che da parte mia sia solo amicizia"
"Cosa vuoi dire?"
"Non sono mai stata così bene con qualcuno, con te mi sento libera, mi sento me stessa. Mi fai provare emozioni mai provate fin ora"
"Ti amo Lea" Il mio cuore smette di battere per un secondo, sto sognando?
Dopo aver realizzato quelle parole cerco di formulare una frase sensata, ma non faccio in tempo
"Vuoi essere la mia ragazza?"
"Si Ale, ma ho paura"
"Di cosa?"
"Non vorrei che il nostro rapporto cambiasse, non vorrei che ti scocciassi di me, che dopo un po iniziasse a pesarti la distanza, che"
Non mi fa finire di parlare e dice subito
"Si mi rompo della distanza, perché voglio averti qui, voglio abbracciarti, vedere il tuo sorriso e baciarlo.
Ma non me ne vado, io avrò sempre bisogno di te"
"Ci sono così tante belle ragazze dove lavori tu, perché dovresti preferire me? Non ci siamo nemmeno mai visti dal vivo"
"Sentirti ridere vale più di una scopata con loro"
"Ti amo Ale"
È la prima volta che dico "ti amo" a qualcuno e sono felice che la prima persona alla quale lo dico sia lui.
"Stavo pensando"
"Si?"
"Ti va se per il mio compleanno scendo giù da te? Così lo festeggiamo insieme?"
"Certo che mi va"
Non mi sembra reale.

Un amore mortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora