Il senso di ogni cosa

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Con Niccolò andiamo a bere qualcosa ma senza esagerare, anzi, per festeggiare veramente e basta. Chiacchieriamo del più e del meno come abbiamo sempre fatto ma dobbiamo andare via dal locale dove siamo seduti, giustamente anche loro devono andare a casa a riposare così ci mettiamo a fare una passeggiata sul lungomare.

<Aò lo sai che pensavo l'altra sera?> mi chiede

<No, che pensavi?>

<Che io e te abbiamo anche le stesse lentiggini> ride -É proprio vero...-

<Sì beh..> dovevo prendere la palla al balzo ma mi interrompe

<Poi ho visto anche che con mia madre avete fatto pace o bho. Non so, cosa c'era che non andava all'inizio?>

Beh, qui devo decisamente prenderla questa palla al balzo <Ascolta Niccolò...> si ferma improvvisamente e si poggia sulla ringhiera del lungomare guardandomi interrogativo <Ascolta è che.. in effetti già la conoscevo. É successo.. 23 anni fa>

<Ammazza, io manco c'ero 23 anni fa, ancora vi portate appresso i rancori. Menomale che v'è passata. Ma come vi siete conosciuti? Perchè?> si stava già un poco innervosendo

<Non sono rancori ma qualcosa di più. Famme finì. Beh 23 anni fa ovviamente eravamo molto più giovani, ho conosciuto tua madre ad una festa di Capodanno che era stata data là nel quartiere e da quella festa abbiamo cominciato a sentirci e a volte uscire; poi siamo usciti sempre di più. Sapevo che era già sposata e c'era tuo fratello> si stacca dalla ringhiera come se avesse capito qualcosa ed urla un <MA?>

<Stai calmo Nic, ma.. c'era qualcosa tra di noi che era forte, le nostre serate erano romantiche ma anche piene di passione>

<Va bene, va bene basta Fab ti prego! Quel che è passato è passato tenetevelo per voi, non voglio dare di stomaco proprio in questa serata perfetta, non dirò niente tranquillo, amen>

Sapevo che l'avrei rovinata dicendo quello che stavo per dire ma non potevo proprio più aspettare, Anna era dalla mia parte e quello era comunque il momento perfetto <No Nic, mi fai finire, mi dispiace>

<Ma non voglio sapere i dettagli!>

<No niente dettagli scemotto.. è un'altra cosa. Una serata di aprile siamo stati presi da una passione ancora più forte, non so dirti bene il perchè; era l'aprile del '95. Ricordi tutte le cose, ehm, ambigue che posso aver detto? Tipo l'ultima, "buon sangue non mente"..?> era diventato pallido in un istante, sibillò un sì e forse tremava anche un pochino <o anche quello che hai detto tu poco fa, che abbiamo le stesse lentiggini>

<O l'altra sera i miei fratelli mi hanno detto che siamo uguali in tutto anche nel modo come ci muoviamo...> oh menomale, ancora riusciva a parlare anche se tremava

<Ah, non lo sapevo. Beh hanno ragione e anche io l'ho sempre notato..>

<Cosa stai cercando di dirmi?> i suoi occhi divennero lucidissimi, non potevo aspettare oltre

<Niccolò..> feci una pausa che sicuramente sembrò eterna per entrambi <Niccolò, io sono tuo padre. Sono venuto in ospedale anche appena nato, tua madre mi chiamò subito> ma mentre parlavo iniziò a piangere e mi spinse via urlandomi contro <Ma che cazzo stai a dì Fabrì?>

<Calmati Nic ti prego! Anna era d'accordo che te lo dicessi se avessi vinto Sanremo Giovani>

<Per rovinarmi un momento bellissimo e la vita adesso? Vaffanculo a tutti e due!> corse via in lacrime, provai a richiamarlo ma non mi rispose.

Niccolò

-Ma che cazzo dice? Che sta succedendo?- Avevo la testa in subbuglio mentre cercavo di correre lontano, il più lontano possibile, avevo talmente tanti pensieri in testa che non sapevo più cosa pensare. Perchè in tutti questi anni mi era stata nascosta una cosa simile? L'unica cosa che mi dava un minimo di conforto era il fatto che adesso sapevo perchè ogni cosa era uguale alle sue.

L'abbraccio di un figlio al padre || Ultimo e Fabrizio MoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora