Niccolò
<Allora sai che c'è?> aggiunge mia madre mentre sto andando ad aprire ad Adriano <Ci vado io domattina a mettermi d'accordo con lui!> mi urla dalla cucina e mentre apro la porta le grido <Ok, va bene!>
<Ma ch'è successo oh> mi chiede Adriano <C'hai na faccia>
<Quando sarai più grande te lo spiego> ridiamo e andiamo in camera.
[...]
Quando sto quasi per mettermi al letto mia madre mi chiede l'ora e il posto in cui si sarebbe dovuta recare.
Fabrizio
È inverno sì, e fa freddo ma non mi andava di vederci sempre seduti al bar, lo aspetto su una panchina qua al parchetto così magari facciamo una passeggiatina parlando e ci scaldiamo. 'Ah ah, in ritardo stavolta eh' penso guardando l'orologio stavolta perché era veramente tardi, non per impazienza o per essere pignolo 'mo lo chiamo' prendo il telefono dalla tasca e vado al suo nome sulla rubrica ma alzo un attimo gli occhi e vedo arrivare Anna al posto suo.
<Ciao> mi dice abbastanza fredda <Niccolò non verrà. Gli ho detto che venivo io per metterci d'accordo "tra grandi" per andare insieme a Sanremo; sapevo che si sarebbe scordato di dirtelo perchè mentre ne parlavamo è arrivato Adriano. Ma poi perché qua al parchetto non ho capito, volevi far ammalare il nostro pulcino prima delle prove del Festival?>
Quelle parole mi tagliarono per un attimo come lame ma probabilmente lei le aveva dette senza dargli troppo peso <Il nostro pul... no comunque non volevo farlo ammalare e beh, alla fine non c'è nulla da mettersi d'accordo se non il treno, questa cosa l'avevo detta solo per rivederlo anche oggi>
<Forse dovresti pensare di più alla tua compagna e ai tuoi figli> se voleva litigare ci sta per riuscire ma stiamo calmi
<Ah e lui cos'è invece! Tranquilla che a loro ci penso tutti i giorni, è lui che non mi sono mai potuto godere, fammi approfittare di questi momenti>
<Senti... io credo che Niccolò qualcosa la sospetti perché non ci riesco, è più forte di me ok, non me ne accorgo che quando parla di te divento strana, ma lui se ne accorge invece. E adesso dobbiamo parlare davvero. Facciamo un patto, ci ho pensato molto. Mi pesa moltissimo ma forse è la cosa giusta.> si era bloccata e respirava profondamente, più volte <Se Niccolò vince, potrai dirgli tutto.>
Sono sbigottito <Anna... me la stai servendo su un piatto d'argento. Io sono sicuro che vincerà> mi fissava <Sei... una donna bellissima ancora. Come quando avevo 20 anni, il tempo si è fermato per te> glielo dovevo dire
<Tu sei come il vino, invecchiando migliori> rise sottovoce ma dovette subito tornare fredda come probabilmente si era imposta prima di venire qui <I biglietti li compro io perché uno in più non mi cambia la vita, ci pensa Niccolò a fartelo avere. Ciao Fabrizio, buona giornata>
Si era già girata per andarsene <Ciao Anna.. a te..>
Non ci credo, me lo ha detto sul serio? Forse dovevo registrarla
[...]
Sono già salito sul treno per Sanremo, è presto ma sono arrivato in anticipo e visto che il treno già era qui fermo ne approfitto per posare la valigia sopra il portabagagli e mi prendo del tempo per chiamare Ermal e metterci d'accordo sul luogo dove ci saremmo incontrati di lì a breve. Il viaggio sarà comunque molto lungo visto che dovrò viaggiare con tutta la famiglia di Niccolò <...Sì Ermal non te preoccupà non se perdemo. Sì sono un po' teso e.. no no niente senti.. poi te spiego. Sì, va bene cia ciao> guardo fuori dal finestrino anche se siamo ancora in stazione, mi affascina vedere tutte queste persone e chiedermi chissà cosa fanno, dove vanno.. ma sento bussare sul vetro dello scompartimento mi giro e trovo Niccolò che sorride ed è già carichissimo lascia la vaglia là e si butta su di me ancora seduto per abbracciarmi <Aò aò che è tutto sto entusiasmo> gli dico ridendo, poi mi alzo per salutare i suoi fratelli e Anna ma mi viene spontaneo prenderle la valigia e riporla su non pensando a suo marito subito dietro. Metto su la valigia e allungo una mano a Sandro chiedendo anche un "come va" per non sembrare scortese.
Ci sediamo mancano 10 minuti alla partenza e Niccolò su di giri inizia a parlare a manetta <Allora come stai? Sei pronto? Ma Ermal perché non è su questo treno? Vi vedete là? State in camera insieme? Volevo starci io con te ma poi mi raggiungono Adriano e Federica. Oddio ma se non ci fanno stare insieme perché te sei nei big e io nei giovani?>
<Oooh Niccolò te calmi manco siamo partiti già sto per mettermi le cuffie> lo blocca Valerio
<Grazie> gli dico scherzando e cercando di rispondere con calma ad ogni cosa chiesta <Allora, sono un po' agitato, Ermal sta arrivando lì e ci vediamo in hotel, non mi ricordo le camere, finalmente conosco la tua ragazza e il tuo migliore amico e sta tranquillo che sta cosa dei big e dei giovani non esiste, mica siamo in un collegio che non possiamo mischiarci>
Sembra già più sollevato, nel frattempo il treno parte, mi guarda e mi fa un segno di "evvai" con il braccio come a dire che il viaggio stava cominciando, ma non quello in treno ma quello che avremo vissuto lì e dopo.
Gli sorrido <Menomale che ci sei anche tu, così lo calmi e si sente più sicuro. Parla sempre di te da quando lo hai chiamato, penso non sia passato giorno in cui non ti abbia nominato almeno un paio di volte> mi dice il signor Moriconi ma sento Anna dire con un filo di voce un <Già>. Sorrido anche a lui annuendo <Lusingato> d'altronde alla fin fine come potevo avercela con lui, non c'entrava nulla e me lo ha cresciuto fino ad ora.
<Eddai pà, mi fai sentire in imbarazzo. Ma approposito di stare più calmo.. dov'è la mia macchinetta della pressione? Mi serve ora!>
<Oddio Niccolò non è possibile, comunque è nello zaino sopra Lorenzo> gli dice la mamma. Scherzano tutti sull'ipocondria di Nic mentre fa disperatamente cenno di smetterla che si sta allarmando. Tutto sommato questo viaggio sarà leggero dai.
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L'abbraccio di un figlio al padre || Ultimo e Fabrizio Moro
Short StoryFabrizio voleva riprendersi tutto il tempo che aveva sprecato utilizzando la sua, la loro, arma migliore: la musica.