Capitolo 14

4 2 0
                                    

Le mani di Stefano sudavano incessantemente, raccolte una dentro l'altra. Un ventilatore bianco girava lento sul soffitto della sala riunioni spostando appena i documenti sparsi sul tavolo. La squadra investigativa del commissariato di Bologna se ne stava seduta in attesa di un resoconto più o meno utile di Stefano. L'ultima volta che si era ritrovato in quella situazione aveva ricevuto due pessime notizie, una dopo l'altra.

Purtroppo per lui però non c'era tempo per i ricordi, bisognava rimboccarsi le maniche e cominciare a tirar fuori qualcosa di utile ed interessante. "Commissario Malaguti, possiamo cominciare" sussurrò Asti, accomodandosi al proprio posto.

"Dunque signori, è giunto il momento di provare a fare il punto della situazione. Ferrari, cosa sappiamo dalle analisi?" domandò Stefano voltandosi verso la lavagnetta alle sue spalle.

"Ho fatto alcune ricerche riguardo il Benperidolo ed effettivamente viene usato per limitare le crisi dovute alla schizofrenia. L'unico problema è che non è detenibile da privati ma può essere somministrato solo da cliniche con un'autorizzazione speciale" rispose Ferrari, con tutta la professionalità che solo lei sa avere.

"Ed ovviamente di ciò Manari non ne ha mai parlato, giusto?" chiese Mattia. "Esattamente" continuò Stefano. "Ciò sarebbe rilevante qualora fossero appartenute alla vittima, ma ne dubito" commentò saccentemente Asti. "Ed è qui che si sbaglia ispettore, questa mattina è arrivata l'autopsia ed indovini un po'? La vittima aveva assunto Benperidolo almeno quarantott'ore prima della morte" disse Ferrari, appoggiando i documenti con i risultati sul tavolo.

Asti e Stefano si guardarono per un istante prima di dividere lo sguardo con Ferrari. "Commissario, le analisi che aveva richiesto su quel paio di mocassini grigi, sono...sono arrivate" disse Mattia balbettando. "Si, giusto." rispose Stefano allontanando le mani dal tavolo. "Cosa ne è uscito?" continuò. "C'è una congruenza con le impronte trovate sul tappeto dove giaceva la vittima"

"Lo sapevo!" urlò Stefano, sbattendo violentemente un pugno sul tavolo. Uno spiraglio di luce cominciava a farsi strada nella vicenda, illuminando una prima plausibile strada. Stefano cominciò a scrivere fugacemente sulla lavagnetta, il più velocemente possibile, in modo da scrivere più informazioni possibili. "Cosa sappiamo su quella carta nel camino, Ferrari?" domandò continuando a scrivere.

"Soldi, banconote da cinquanta per la precisione" ribatté.

Stefano si voltò lentamente, forse stranito da quella risposta, posò delicatamente gli occhiali sul tavolo e asciugatosi il sudore commentò: "Perché bruciare dei soldi?"

Un vento fresco colpì Stefano, segno che una delle sue idee era appena fiorita. Girò la testa, afferrò il pennarello alla sua destra e cominciò a scrivere. 'Fabrizio Manari'

"Voglio entro un'ora qualsiasi informazione su Manari, questo caso sta durando troppo" comandò Stefano, indicando la lavagnetta. "Credo sia solo una perdita di tempo, commissario Malaguti" commentò Asti scuotendo la testa. "Ispettore, abbiamo a disposizione pochi indizi, credo che provare non costi nulla" ribatté Stefano.

"Ha ragione commissario, tentar non nuoce" continuò Asti accostandosi delicatamente al tavolo.

"Ferrari, richieda un colloquio con Manari, se ne occuperà lei, ora però mettiamoci al lavoro, abbiamo bisogno di una pista" concluse Stefano.

Pian piano l'intera commissione lasciava la stanza, speranzosa di trovare quante più informazioni possibili.

"Lei non torna nel suo ufficio?" domandò Stefano, mentre con forza ripuliva la lavagnetta.

"Preferisco lavorare qui, nel caso il permesso del magistrato arrivi prima potrò stamparlo direttamente" rispose Ferrari. Stefano rimase immobile, poi disse:" Dubito che il permesso arrivi entro oggi, credo sia disponibile non prima di lunedì"

"Hm, si, giusto" ribatté. "Commissario, posso chiederle una cosa?" continuò. "Certo, mi dica"

"Ho notato che ultimamente è un po' strano, è sicuro di stare bene?"

Stefano si bloccò immediatamente, come colpito da un vento gelido, alzò gli occhi e rispose: "Si, non si preoccupi...è solo stanchezza"

Entrambi accennarono un sorriso, uno di quelli strani, di circostanza. Uno di quelli fatti per compiacere l'altro. "A proposito, come sta sua moglie? Non ne sento parlare da tempo"

"Bene...tutto alla perfezione. Ora mi scusi ma devo andare" rispose, lasciando sul tavolo il suo amato paio di occhiali.

Malaguti: I Segreti Della DottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora