4| SWIMMINGPOOL

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Con la sua mano sul mio viso intenta tapparmi le labbra, non riuscivo a pronunciare correttamente nemmeno una singola parola. Tutte le domande e le parolacce che volevo urlargli contro non erano altro se non suoni gutturali. Quindi puntai sul liberarmi dalla sua presa spingendo il suo braccio, che contornava il mio basso ventre, verso il basso con entrambe le mani. Non importava però quanta forza applicassi poichè Chishiya non si smosse di un millimetro, addirittura mi fece accovacciare per terra, tenendomi sempre la bocca serrata con la mano sinistra.

-Fa la brava. Dopo mi ringrazierai.- mi sussurrò. Era talmente vicino che riuscii a percepire il suo respiro sul mio collo.

Intanto il mio campo visivo era offuscato dal gruppo di ragazzi dietro il quale mi aveva trascinato Chishiya e tutto era contornato da un assordante silenzio. Tutti stavano osservando e ascoltando attentamente qualcosa, un qualcosa che era troppo lontano per poterlo scorgere.

Purtroppo non sono mai stata una persona paziente, quindi pretendevo risposte immediate su quello che stava accadendo fra la folla.

Gli morsi la mano con tutta la forza possibile e, finalmente, riuscii a spiccicare parola.

-Mi spieghi cosa sta succedendo? Ma soprattutto, cosa ti è saltato in mente?- Sempre accovacciato per terra, spostò il suo sguardo dalla sua mano dolorante a me.

-Mi hai morso la mano.- disse semplicemente, ricevendo come risposta uno sguardo confuso ed irritato.

-Fai sul serio? Dopo tutto ciò che ci infliggono, ti stai davvero lamentando di un...- cercai di rappresentare verbalmente i miei pensieri ma fui nuovamente zittita dal ragazzo.

-Punto primo, abbassa la voce da ochetta che ti ritrovi. Punto secondo, si mi hai fatto male.- roteai gli occhi e, sbuffando, mi alzai in piedi per poter avere una visuale migliore su ciò che mi circondava. Chishiya, ancora seduto per terra, cercò di attirare la mia attenzione tirando un lembo del mio pareo.

-Cosa c'è? Mi stai distraendo...non riesco a vedere nulla.- dissi, girandomi verso di lui.

-La cosa importante è che loro non vedano te.- rispose, catturando la mia curiosità. Mi sedetti di fronte a lui per invitarlo a parlare e ad approfondire la situazione, intuii però che il ragazzo non era intenzionato a continuare.

-Allora vorrà dire che lo scoprirò da sola.- minacciai, con l'intenzione di alzarmi nuovamente per dirigermi verso la folla, ma prima che potessi farlo, finalmente parlò.

-Si fanno chiamare "i lottatori". A capo di questo gruppo c'è il numero due, Aguni, che è un passo indietro solo al Cappellaio. Sono gli unici che hanno libero accesso alle armi e possiamo dire che non hanno un caratterino facile da gestire, un po' come il tuo ma moltiplicato per dieci.- mi spiegò.

-E questo dà loro il permesso di sparare senza motivo? E poi non capisco il nesso fra me e loro...perchè non dovrebbero vedermi?- chiesi ancora.

-Semplicemente è meglio starne alla larga.- sviò per la medesima volta la mia domanda, palesando che ci fosse un qualcosa in più che non volesse dirmi.

-Usagi, Arisu e Kuina sono ancora li'...dobbiamo raggiungerli.- affermai, alzandomi di scatto e dirigendomi verso la folla. Insomma, quei tipi non erano affidabili, ed io mi sentivo tremendamente in colpa nel rimanere nascosta mentre loro erano in giro a rischiarsela...inoltre dovevo ad entrambi un favore. Mi avevano salvata e, se fosse stato necessario, io avrei salvato loro.

Li cercai, dando spallate a destra e sinistra, finchè non mi sentii afferrare il polso.

-Yuzuki no! Se ne occuperà Kuina.- cercò di convincermi.

𝑪𝑯𝑰𝑺𝑯𝑰𝒀𝑨 - 𝑮𝑨𝑴𝑬 𝑶𝑽𝑬𝑹 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora