5| A CERTAINTY

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I giorni passavano e la Spiaggia continuava ad accumulare persone e, allo stesso tempo, a perderne. I game distruggevano fisicamente e mentalmente e, come se non bastasse, coloro che cospiravano contro il Cappellaio venivano immediatamente scoperti e fucilati. Un vero e proprio inferno in terra.

Chissà quando sarebbe toccato a me.

Chissà quando sarebbe terminato tutto questo.

Chissà se sarebbe terminato.

Per quanto avessi criticato la mia vita, per quanto essa fosse complicata, io la rivolevo indietro. Con tutti i suoi pregi e le sue inevitabili difficoltà.

E' sempre così: quando perdi qualcosa, ti rendi conto del valore che essa ha.

Avevo una tremenda voglia di ritornare nella mia vera Tokyo e risolvere i conti in sospeso con le persone che amavo, dire loro quanto mi dispiaceva di aver recato loro del male.
Volevo impegnarmi nello studio, diventare qualcuno.

Viaggiare, conoscere, apprendere... prima che fosse troppo tardi.

E invece stavo sprecando la mia vita su un inutile tetto insieme a Kuina, Arisu, Usagi e Chishiya.

Mentre io,Arisu ed Usagi ci dirigevamo verso il posto prestabilito per incontrare Kuina e Chishiya mi venne spontaneo domandare se , dopo settimane di alloggio in quella spiaggia e dopo essere stati tanto tempo a contatto con loro, davvero si fidassero di quei due.

-Pensaci: conoscono l'ambiente meglio di noi e sono entrambi molto capaci di affrontare qualsiasi game. L'hai visto tu stessa, no?- mi rispose Arisu. Effettivamente ho avuto la possibilità di partecipare a dei game sia insieme a Chishiya che insieme a Kuina. Si completavano alla perfezione: lei era maledettamente brava a tirare colpi e prendere di sprovvista gli avversari, non ho mai visto nessuno battersi così bene; mentre Chishiya aveva tutte le sue potenzialità racchiuse all'interno della sua testa, riusciva a confondere gli altri, li manipolava a suo piacimento, rendendo le sue prede vulnerabili ed insicure. In poche parole lui era la mente e lei il braccio.

-Non ci fidiamo al cento per cento. Semplicemente cerchiamo di creare alleanze: loro aiutano noi e noi aiutiamo loro.- continuò Usagi.

Effettivamente ci facevano comodo, erano davvero in gamba.

Una volta arrivati sul tetto, Kuina e Chishiya erano già lì.

-Alla buon'ora, qualcuno qui ha dormito poco e ha fatto fatica a svegliarsi?- mi punzecchiò Chishiya, notando il mio viso palesemente assonnato ed i miei capelli totalmente fuori posto, proprio come se avessi appena alzato la testa dal cuscino. Ed era effettivamente così.

-Vai al sodo, ti prego, non voglio innervosirmi già a quest'ora.- mi lamentai. Ormai era un giochino stupido che andava avanti da settimane: lui mi prendeva di mira, faceva battutine ed io rispondevo guardandolo male o zittendolo in qualche maniera. Lui si divertiva in questo modo, a quanto pare.

-Va bene, ochetta. Come vuoi.- ah, quasi dimenticavo quel nomignolo insopportabile.

-Grazie anche alla vostra collaborazione siamo riusciti a mettere insieme tutte le informazioni necessarie per rubare le carte da gioco e prenderne il pieno possesso. Sarà un gioco da ragazzi, se faremo tutto con cautela.- continuò poi, informandoci del perchè ci avesse convocati lì, lontani da occhi indiscreti. Di solito facevamo il contrario: cercavamo posti dove non avremmo destato alcun sospetto, un qualsiasi posto pubblico della Spiaggia, che non avrebbe fatto sospettare nessuno.

Anche perchè chi parlerebbe mai di un piano per tradire il Cappellaio in un posto frequentatissimo della Spiaggia?

-Quindi come procederemo?- domandò Arisu.

-La prima cosa da fare è aspettare il momento giusto. Agire ora sarebbe troppo rischioso. Intanto continuiamo ad aiutare a collezionare le carte, fino ad arrivare alle figure dei re e delle regine.- spiegò il biondino.

Dovevamo aspettare. Ancora una volta. Eravamo tutti stanchi, ma questo al destino non importava minimamente.
Questa situazione cominciava visibilmente a starci stretta.

-Kuina, per caso sei riuscita a trovarle?- mi avvicinai alla ragazza chiedendole implicitamente, quasi sussurrando, se era riuscita a recuperare un pacchetto di sigarette.

-Oh, si. Ecco a te.- mi rispose, estraendole dalla tasca dei suoi jeans aderenti.

Pensare a Kuina come alleata di Chishiya o, addirittura, come persona inaffidabile, mi faceva sentire un mostro. Era davvero preziosa, e non lo dico solo perché mi procurava le sigarette, ovviamente.
Odiavo il modo in cui puntualmente mi chiudevo a riccio con tutti e,soprattutto, il modo in cui io non riesca minimamente a rilassarmi e ad essere me stessa con qualcuno.

Sarebbe stato un peccato perderla.

-Non ho parole per descriverti.- dissi sorridendo.
-Lo so.- affermò, facendomi l'occhiolino.

-Comunque, Chishiya...- dissi accendendomene una -anche se non è il momento giusto per agire, penso che dovresti spiegarci nel dettaglio come procederemo in futuro.- lo incitai a parlare.

Volevo analizzare il piano che aveva in mente, molto prima che potesse metterlo in atto.

-Comunque tu fumi troppo.- rispose,rivolgendo il suo sguardo verso di me. Un'altra abitudine fastidiosa: sviare le mie domande.

-Stai ignorando la mia domanda.-

-Tutto a tempo debito. Ora è presto per spiegarvelo, vi ho portati fin qui solo per avvisarvi di essere arrivato ad una conclusione.- spiegò.

-Che senso ha tenerci col fiato sospeso? Non abbiamo nessun tipo di sicurezza in questa specie di mondo. Chishiya...almeno tu, dacci una certezza.- sentii il mio tono di voce disperato e, mi sa, di non essere stata l'unica a percepirlo. Le persone presenti mi guardarono in silenzio e con pietà, quasi come se si ritrovassero nello mie poche parole.

Dopo averli guardati uno ad uno, e dopo aver fatto pressione col mio sguardo su Chishiya, mi giro, sedendomi sul cornicione del palazzo, con le gambe a penzoloni.
La sigaretta si consumó in fretta, così come il silenzio.

-Va bene.- lo sentii acconsentire, dopo poco, alla mia richiesta. Mi girai verso di lui, come per dargli il permesso di continuare a parlare.

Ci illustrò il piano: Arisu si sarebbe introdotto all'interno della camera costantemente sorvegliata del Cappellaio, dove avrebbe cercato una cassaforte che avrebbe dovuto aprire tramite un pin di accesso. La restante parte del gruppo sarebbe stata posizionata in aree diverse della spiaggia per poter tener d'occhio la situazione e avvisare Arisu in caso di pericolo.

-E perché proprio Arisu?- domandai.

-E poi perché avresti scelto tu i ruoli da darci? Dovremmo votare, o fare un qualcosa di simile!- mi appoggiò Usagi.

-Ragazze, è okay. Andrò io.- disse Arisu, beccandosi delle occhiatacce da parte di Usagi.

-Yuzuki, sbaglio o hai delle perplessità nei riguardi del piano?- domandò con fare sicuro Chishiya.

-Molte, troppe perplessità.- dissi avvicinandomi a lui.
-Come puoi biasimarmi? È un piano ideato da te...è ovvio che non mi fidi.- dissi puntandogli un dito al petto, indicandolo.

-Allora chiarirò tutte le tu incertezze, stasera. Ti aspetto in camera mia. Una volta eliminati i tuoi dubbi potrai raccontare tutto ai tuoi amichetti.- disse guardandomi dall'alto, per via dell'altezza che ci divideva.

Da lontano sentii Kuina sghignazzare, così mi girai con fare stranito.

-No è che...siete proprio come cane e gatto, siete così...-

-Allora è deciso. Possiamo dividerci. Ricordate di non dare troppo nell'occhio.- la interruppe Chishiya, non lasciandole altro spazio per parlare. Così entrambi si ritirarono nelle proprie camere.

Stasera avrei ottenuto le risposte che cercavo.

𝑪𝑯𝑰𝑺𝑯𝑰𝒀𝑨 - 𝑮𝑨𝑴𝑬 𝑶𝑽𝑬𝑹 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora