-Buongiorno, prego. Cosa le porto?-
Tutti i giorni Yuzuki si avvicinava con la sua solita leggerezza ai clienti seduti ai tavoli, prendeva le prenotazioni e ritornava dietro al bancone.
Preparava l'ordine, con l'aiuto dei suoi colleghi, e poi portava quanto richiesto.
Sempre con quel sorriso vivace in volto.
Chishiya quella mattina, come suo solito, era lì.
-Buongiorno, dottore. Il solito tè?- domandava lei.
-Si, ti ringrazio.-rispondeva lui.
Ogni giorno la scena era sempre la stessa: lui entrava in quel bar abbozzando un mezzo sorrisetto per salutare e poi si accomodava al tavolo in fondo, vicino ad una piccola finestra, sempre da solo.
Lei appena lo vedeva entrare aspettava qualche minuto per poi avvicinarsi, pur sapendo cosa avrebbe ordinato.
-Toglietemi una curiosità, dottore. Perché non ordinate mai altri tipologie di tè?- domandò lei quella mattina e lui, sorpreso da quella domanda inaspettata, incrociò lo sguardo della ragazza.
Quegli occhi non li avrebbe mai dimenticati.
-È una storia lunga, in realtà.- tentennò nel risponderle.
-Capisco. Non voglio rubarle tempo.- cercò di giustificare la sua insolita domanda.
La prima volta che entró in quel bar qualche mese fa, per poterla rivedere, ordinò quel famoso tè ai frutti di bosco, e lei gli confessò che era il suo preferito. Non c'era un motivo in particolare per il quale glielo abbia detto, semplicemente ne sentiva la necessità.
Da allora Chishiya si presentava lì ogni mattina, chiedendo il solito.
-Non so lei ma io ho costantemente bisogno di cambiare tutto, anche il mio tè preferito. La monotonia mi rende davvero triste.- esplicitò ancora lei.
-Mi scusi, parlo troppo, ne sono consapevole. Le lascio il suo spazio.- disse rammaricata e fece per andare dietro al bancone.
-Potrei raccontarti la storia del tè appena finisci il turno.- la fermò lui.
D'improvviso Yuzuki si girò, accettando con piacere la proposta, sperando di non essere arrossita notevolmente.Per la prima volta Chishiya non utilizzò la razionalità, ma il cuore.
Sapeva che la carta che stava giocando era ben rischiosa e che avrebbe potuta ferirla in qualche modo, ma voleva essere davvero cauto con lei.Sapeva che incontrarla e parlarle sarebbe stato difficile.
Non poteva farsi sfuggire nulla.Non poteva rivelarle che in realtà entrambi si conoscevano da quando erano solo dei bambini.
Non poteva dirle di tutte le volte che lei lo chiamava a tarda sera perché voleva che lui la aiutasse con gli esercizi di matematica.
Non poteva dirle che prima dell'incidente i due confessarono reciprocamente i loro sentimenti.Non poteva confessare quanto gli mancasse.
Non poteva, perché ciò sarebbe diventato un ostacolo per la sua guarigione. Lo sapeva fin troppo bene.
Yuzuki aveva solo diciassette anni quando quell'uomo completamente ubriaco la investì con la sua auto; mentre Chishiya ne aveva già diciannove e, come se fosse uno scherzo del destino, si ritrovava al primo anno di università a studiare medicina.
I genitori di lei lo chiamarono in preda al panico e,senza esitazioni, corse in ospedale.
Quando la vide distesa su quel letto completamente bianco, monitorata e controllata da numerevoli fili, si sentì morire.
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𝑪𝑯𝑰𝑺𝑯𝑰𝒀𝑨 - 𝑮𝑨𝑴𝑬 𝑶𝑽𝑬𝑹
Fanfiction«♡︎» Qual è la vera natura degli esseri umani? In molti ritengono che gli uomini abbiano da sempre questo innato sentimento di disprezzo ed odio nei confronti del prossimo e che tutti i sentimenti positivi che possono provare nelle loro vite non si...