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La vita di Simone si divide tra le giornate trascorse in università e quelle trascorse in ufficio, queste ultime allietate soltanto dalla consapevolezza che nella stanza accanto avrebbe trovato Manuel se solo avesse voluto. Nel weekend invece entrambi ne approfittano per trascorrere del tempo insieme. È un po' una tradizione, da quando stanno insieme, uscire il sabato e poi ritrovarsi a guardare un film la domenica, oppure a fare una passeggiata in macchina.

Spesso, in realtà, è capitato che i due si ritrovassero a casa di Manuel con lui a suonare il pianoforte e Simone a leggere sul suo divano, avvolto nella coperta che ormai è diventata la sua preferita, dopo aver rubato anche una felpa al più grande.

È un tacito accordo che hanno stretto, per conoscersi meglio, perché alla fine di ogni giorno possano essere soltanto Manuel e Simone, due ragazzi che si amano, senza etichette, senza pressioni dall'esterno, senza giudizi ed occhi indiscreti su di loro.

La permanenza di Simone nell'ufficio di Manuel è ovviamente ridotta, essendo il suo lavoro legato comunque all'università, e ciò implica che gran parte dei dipendenti di quest'ultimo non lo conoscano o, più semplicemente, sappiano chi è ma non lo conoscano di persona.

È proprio il caso di Ginevra, collaboratrice di Manuel da circa un anno e mezzo, alquanto essenziale quando si tratta di presentare i progetti, meno essenziale quando in ballo ci sono relazioni interpersonali.

Chiunque faccia parte del personale infatti non esiterebbe a riconoscere quanto valida sia dal punto di vista professionale ma al contempo non faticherebbe ad individuare il suo palese interesse nei confronti di Manuel come uomo.
Chiunque eccetto Manuel stesso probabilmente, dato che sembra sempre non badare mai alle evidenti attenzioni della donna, ai suoi complimenti o alle sue continue allusioni.

Come quella sera, quel giovedì sera in cui Simone non è in ufficio ma a casa e Manuel, mentre lavora, riesce a pensare soltanto alla serata che vuole passare con il suo ragazzo, non curante della donna che continua ad agitare la sua folta chioma riccia fuori il suo ufficio nel vano e disperato tentativo di attirare la sua attenzione.

Allora gli telefona, strofinando con le rotelle sulla moquette grigia per ingannare il tempo nell'attesa di sentire la sua voce.

Un contento «Manu!» lo distoglie dai suoi piuttosto cupi pensieri. Il sorriso subito ritorna sul suo viso.

Non gli è mai piaciuto l'inverno ma con Simone tutto diviene più piacevole.

«Amore.» mormora, e gli sorride la voce quando se lo lascia sfuggire.

Non lo vede ma lo immagina il rossore sulle guance dell'altro.

«Tutto bene? Dove sei?»
«Dopo quattro ore di riunioni? So' morto, Simò.»

In realtà a Manuel basta la risatina divertita di Simone per sentire la stanchezza scivolare via.

«Che stai a fa'?»
«Sto scrivendo la relazione da consegnare lunedì... il mio capo è un tipo esigente.»

Manuel sorride, ha il viso poggiato sul palmo ed il braccio sulla scrivania. Chiunque lo veda dall'esterno penserebbe ad un adolescente innamorato più che ad un (più che) trentenne.

«Ah si?» sussurra.
«Mh, un tipo serio, abbastanza noioso...» scherza Simone, che nel frattempo ha abbandonato la sua postazione per lanciarsi sul divano.

«Ma ti tratta bene almeno?» domanda Manuel, fingendo apprensione.

«Benissimo... mi dà sempre un bacino in fronte quando entro nel suo ufficio.» dice Simone.

«Un bacino?»

Manuel resta sempre stupito dalla tenerezza che riesce ogni volta a scorgere in Simone, anche nei momenti più disparati, come quello.

Saving graceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora