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Quando Manuel apre gli occhi si trova una massa di capelli scuri ed arruffati a solleticargli il naso. Più sotto c'è la nuca di Simone. Ci lascia un bacio umido. Lo stringe di più, approfittando del fatto che siano entrambi nudi per passare la mano sulla sua pancia morbida.

«Amore mio.» sussurra, muovendo il naso su e giù lungo la sua spalla, con il chiaro intento di svegliarlo, affondando nel suo profumo.

Capisce di esserci riuscito quando sente le dita di Simone intrecciarsi alle sue. Se si trovassero uno di fronte all'altro lo vedrebbe sorridere dolcemente.

«Ciao Manu.» biascica il più piccolo, intrecciando poi anche le loro gambe.

«Ti amo.» dice Manuel, baciandogli una spalla.

Simone ridacchia. «Che bel risveglio.» borbotta, girandosi in quell'abbraccio.

«Ti posso rapire Simò?» domanda Manuel, facendolo ridere, prima di baciargli dolcemente la fronte.

«Che intenzioni hai?»
«Te porto a casa mia e non te lascio più andare, mh?»

Manuel continua a baciarlo, senza di fatto dargli la possibilità di rispondere, finché non è Simone a staccarsi da lui.

«Mi stai chiedendo di venire a vivere con te?» ridacchia alla fine, ansimante.

«Perché, diresti de no, piccolè?» lo rimbecca Manuel, strofinandogli il collo col naso, scendendo di nuovo verso il suo petto, fino a riempirlo di baci, prendendogli i fianchi tra le dita, stringendo, prima di scendere proprio lì e lasciarvici un morso.

«Manuel!» lo rimprovera infatti Simone, ridendo.

«Diciamo che mi sembrerebbe... un po'... presto? Affrettato? Boh... cioè, io ti amo Manuel, davvero, però poi...» inizia a farfugliare poi, agitato.

«Simo, Simone, amore, stai calmo, mh? Mettila così: casa mia è sempre casa tua, quando vuoi. Va bene?» lo rassicura allora il più grande, baciandogli la punta del naso prima di sfiorarlo con un dito.

«E adesso vado a prepara' un caffè... ce starà del caffè in questa casa, vero?» esclama poi, preoccupato, accigliato soltanto per far ridere Simone.

Simone che però in risposta gli si getta tra le braccia, stringendolo sempre più forte, in una specie di abbraccio.

Manuel non può vederli i suoi occhi ma sono leggermente lucidi.

«Giacomo aveva una storia da mesi quando m'ha lasciato.» mormora nel suo collo, stringendolo forte, infilando le dita delle mani tra i suoi ricci marroni.

Manuel come fosse un riflesso gli cinge il busto con entrambe le braccia, accarezzando appena i suoi fianchi con le mani. Lo lascia parlare, in silenzio.

«L'ho scoperto perché una sera io avevo la febbre — cioè, in realtà l'ho scoperto dopo, in ospedale, di avere la febbre, e non avevo voglia di uscire. Lui... si arrabbiò, perché c'era questa cena di un'associazione studentesca di cui lui era a capo e io dovevo per forza accompagnarlo secondo lui.»

Simone fa una piccola pausa. Manuel capisce che probabilmente non vuole guardarlo negli occhi mentre gli racconta di quella parentesi della sua vita, allora con un movimento deciso lo invita a girarsi così da averlo tra le braccia.

Lo abbraccia da dietro, così come si sono svegliati qualche minuto prima.

«Ti amo io...» mormora solo, prima di lasciarlo continuare.

«Alla fine lui se n'è andato furioso, allora io gli sono corso dietro, al locale... e l'ho trovato che si baciava con quest'altro...»

Simone letteralmente gli stritola le dita della mano ed il suo cuore si rimpicciolisce.

Saving graceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora