tw: smut
Simone continua a guidare nonostante la vista offuscata dalle lacrime; ne ha spese fin troppe, si chiede anche se ne valga la pena per uno come Manuel.
Deve più volte fermare la sua mente, impedirle di ripercorrere i loro momenti più felici, perché è fermamente convinto che non ce ne saranno altri e soprattutto che tutti quelli che hanno vissuto siano stati una semplice menzogna.
Quella maledettissima casa sul mare sembra sempre più lontana e lui è semplicemente stanco, di tutto.
In più piove. Ha iniziato a piovere e lui non ha mai percorso quella strada, non ha mai guidato quella macchina, la pioggia era qualcosa di cui sicuramente non sentiva il bisogno.
Manuel invece, sulla sua moto, corre velocissimo, spera di arrivare il prima possibile e soprattutto integro, viste le condizioni della strada.
Nessuno dei due immagina che l'altro stia guidando a pochi metri di distanza, in realtà.
It's a long road and you're on your own
Take care of my broken soulSimone arriva prima, naturalmente, avendo acquisito un notevole vantaggio.
Il mare è in tempesta, agitato. Produce un rumore che riesce a sentire abbassando leggermente il finestrino. Somiglia tanto a quello del suo cuore in quel momento.
Parcheggia di fronte all'ingresso della casa. Forse inizia a rendersi conto di ciò che è accaduto e della sua fuga soltanto in quell'istante.
Allora inizia a piangere e colpire il volante, ché è l'unica cosa che ha sotto mano. Deve accontentarsi di quello, non avendo la faccia di Manuel a disposizione.
Piange perché ce l'ha più con sé stesso che con Manuel, si maledice perché è certo di aver lasciato che lui lo prendesse in giro, è convinto di non aver voluto guardare in faccia la realtà. È sicuro che se non fosse stato così tanto fragile ed insicuro, se non si fosse lasciato fregare da Giacomo in passato, non sarebbe caduto tra le braccia di Manuel.
Forse avrebbe dovuto ascoltare suo padre. Forse semplicemente non è destinato alla felicità.
Pensa che quella sera vorrebbe soltanto una cosa: sparire. Vorrebbe decisamente sparire.
Vuole scendere da quella macchina che profuma maledettamente di Manuel e chiudersi in casa e dormire, fingere di non esistere.
Allora mette in moto, sa che deve spostarsi. Non può di certo restare parcheggiato al centro di quel vialetto.
Però piove, non vede niente. I tergicristalli sono al massimo della velocità ma la quantità di pioggia che sta venendo giù è tanta da impedirgli di vedere bene. O forse sono le troppe lacrime versate. Non gli interessa più di tanto.
Vuole solo parcheggiare quella maledetta macchina nel giardino della villa, quindi apre il cancello col telecomando.Nel momento in cui il suo piede sfiora l'acceleratore però, sente un rumore tremendo ed un colpo: ha preso in pieno il lato destro del cancello e non ci vuole molta fantasia per capire che la macchina sarà abbastanza danneggiata.
Sbuffa, poi con non poca fatica riesce ad entrare e come se non avesse mai parcheggiato in vita sua, colpisce il muro con la parte posteriore della macchina.
In due sole manovre ha praticamente creato a Manuel una quantità di danni enorme ed un po' ci gode.
Scende dall'auto nonostante fuori stia diluviando e lui non abbia l'ombrello ma soltanto un cappotto ed una camicia sottile e si avvia verso la porta di ingresso della villa.