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tw: smut

9 mesi dopo



Manuel viene svegliato da una voce che gli risulta incredibilmente fastidiosa ma che, man mano che ritorna in sé, riconosce ed inizia ad apprezzare. Per quanto però ami quella voce, che altro non è se non quella del suo ragazzo, deve necessariamente farlo smettere di parlare e per una ragione ben precisa, considerando anche sono le due e trentaquattro di notte.

Si alza piano, cercando di non fare rumore, indossa la prima felpa che trova e si avvia verso la cucina dove trova Simone chinato su una serie di fogli, impegnato a ripassare.

«Simone...» mormora, per annunciarsi e non farlo spaventare.

Simone, sorpreso, incrocia i suoi occhi e lui lo trova incredibilmente stanchi ma soprattutto spaventati. Gli viene quindi istintivo abbracciarlo alle spalle, poggiando la guancia sulla sua spalla e lasciandogli una serie di piccoli baci sulla guancia.

«Andrà tutto bene, amore.» gli dice, strofinando una mano sulla sua spalla.

«Ho paura.» pigola Simone, in risposta.

«Lo so che hai paura, anch'io avevo paura, non l'ho dimenticato... però tu adesso vieni di là, io ti abbraccio e ci addormentiamo, mh?» propone Manuel, prima di lasciargli un altro bacio, questa volta sulla tempia.

«Va bene?»
«Va bene...»

Simone lo segue nonostante vorrebbe restarsene lì a fissare quei fogli.
Finalmente però riesce a trovare un po' di pace quando si ritrova stretto tra le sue braccia, sotto le coperte, con il naso incastrato tra il suo collo e la sua spalla.

«Quindi andrà bene...» mormora, prima di cedere al sonno.

«Andrà benissimo.» è l'ultima rassicurazione di Manuel che posa le labbra tra i suoi ricci neri, aspettando che chiuda gli occhi ed inizi a riposare.

La mattina è tutta un'altra storia invece, Simone sembra un'altra persona e Manuel non sa proprio come prenderla. Gli sembra tranquillo, rilassato quasi.

Qualcosa però non gli permette di credere a quella storia che il suo ragazzo sembra volergli raccontare ed infatti lo trova qualche minuto prima di uscire di casa, in bagno, a guardarsi allo specchio del bagno impegnato a fare respiri profondi.

Bussa delicatamente. «Posso?» domanda a bassa voce.

Non riceve risposta ma vede la chioma del fidanzato sobbalzare appena, segno che debba aver annuito.

Gli cinge il busto con entrambe le braccia, distendendo la mano destra sul suo stomaco, sopra la camicia, facendo attenzione a non muovere la cravatta.

«Respira con me, mh?» sussurra, muovendo la mano in calmi movimenti circolari, cercando di spingerlo ad imitare quella lentezza.

«Va meglio?» chiede dopo un po'.

Simone questa volta sorride, annuisce, poi poggia la mano sulla sua, intrecciando le loro dita.

«Grazie, Manu.» dice, girandosi poi e poggiandosi al suo petto.

«Non ti nascondere da me, Simone... io ti amo sempre, lo sai, vero?» sente il bisogno di ricordargli Manuel, giocando con le sue dita — piene di anelli, per l'occasione.

«Sì... anche io ti amo sempre. Oggi pure un po' di più.» ridacchia il più piccolo.

«E allora ci andiamo a prendere 'sta laurea, si? Insieme.» scherza Manuel, dandogli un ultimo bacio in fronte.

Saving graceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora