treintaseis

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"non è colpa mia" dice prima che io chiudi la porta.

"Non è colpa mia, non è colpa mia. Non è mai colpa tua Pedri. mi dici una cosa, ma te ci tieni a me? Mi ami davvero?" Gli dico arrabbiata.

Lui non mi risponde, così esco dalla camera e torno da Pablo.

"E ora" chiede Pablo.

"E ora so che il tuo migliore amico è uno stronzo e bugiardo a livelli agonistici" dico a Pablo arrabbiandomi ancora di più.

"Vieni qua, su racconta" dice battendo la mano sul posto accanto a lui, dove di solito dorme Ferran, ma che in questo momento è con mia sorella.

"Sono andata di la, come hai detto te, e indovina un po' chi c'era, la sua ex, ma io dico, lo fai apposta" dico sdraiandomi.

"Ricordati che oggi dobbiamo giocare gli ottavi sarà sotto pressione e non sa cosa sta facendo".

"E te lo proteggi pure. Sai che c'è, vaffanculo pablo" dico per poi uscire ed andare fuori dal ritiro.

"Che succede" dice Aymeric sedendosi accanto a me a bordo piscina.

"Non ne posso più di stare qua, prima Pedri che dice che al foto che ho visto era vecchia, poi dopo essere stata da Pablo torno in camera e lo vede baciarsi con la sua ex, torno da Pablo e lui da ragione a quell'altro. Io non ce la faccio più, voglio tornare in Spagna" dico scoppiando a piangere.

"Dai tranquilla, manca poco alla fine del mondiale, ci metteremo poco a tornare" dice anbarcciandomi.

"Lo so. Ma non posso stare qua con Pedri che ogni tanto decide di farmi le corna, Pablo che quando gli pare sta dalla mia parte o dalla sua. Più ciò sto due gemelli che rompono le palle, io voglio soltanto stare in pace, almeno un giorno" dico esausta da tutto questo.

"Dai su, ora non ci pensare, più tosto vatti a preparare che tra poco bisogna andare al campo" dice Aymeric facendomi alzare.

La domanda più grande è come mi vesto. Mi metto la roba di Pablo. Ecco la risposta.
Vado in camera da Pablo che era un bagno e pensando che fosse Ferran esce senza niente addosso.

"Per l'amor del cielo Pablo vestiti" dico girandomi.

"Tata scusa pensavo fosse Ferran" dice mettendosi un asciugamano in vita.

"Anche se fosse stato te saresti uscito nudo" dico sbalordita.

"È pur sempre un maschio Ferran, abbiamo lo stesso corpo"

"Si va bene, dammi il tuo completo della nazionale" dico cambiando discorso.

"Già cambiato idea" dice riferendosi a prima.

"Zitto che torno incazzata, comunque si, ogni tanto ci sta che dai ragione a Pedri" gli rispondo.

"Come ti voglio bene" dice abbracciandomi.

"Anche io tato" dico ricambiando l'abbraccio.

Mi vesto con la sua roba e poi vado diretta in pullman.
Dopo una bella mezz'oretta arrivano anche gli altri, e come sempre Pablo accanto a me e Pedri dietro.
Non abbiamo parlato, eravamo tutti in ansia per la partita contro il Marocco.
Arriviamo alla stadio e i ragazzi si vanno a riscaldare mentre le mogli e le fidanzate si mettono sugli spalti mentre io rimango in panchina, la guarderò da lì la partita.
La partita alla fine del secondo tempo è zero a zero, sicché andremo ai tempi supplementari.
Stessa cosa i tempi supplementari finiscono zero a zero, sicché i rigori.
Ansia. Ansia totale.
Parte il Marocco con Sabri che lo segna.
Poi sta a noi, suo dischetto Pablo Sarabia posiziona il pallone, parte e lo segna.
Ziyech segna.
Carlos Soler pure.
Benoun Sbaglia.
Bouquet invece segna.
Hakimi tira alto e sbaglia.
Sul dischetto posiziona palla Pedri, prende la rincorsa e spiazza Bono che si siede a terra.
Siamo a quarti, abbiamo eliminato il Marocco.
Non ci posso credere. Mi alzo e corrono in campo ad abbracciare i giocatori.
Torno in dietro e mi complimento con mio padre, perché è grazie a lui se siamo ai quarti.
Pablo mi viene subito ad abbracciare e mi porta sotto la porta dei rigori.

"Ricordati che in questa porta abbiamo vinto agli ottavi" dice per poi darmi un bacio sulla guancia.

"Non me lo scorderò tato".

Pablo mi dà una spinta come per dire di andare da Pedri, ma non ci penso neache. Così faccio finta di niente e vado fuori dagli spogliatoi. Tutti mi salutano ed entrano.
Pedri mi saluta a malapena ed entra anche lui negli spogliatoi.
Dopo circa mezz'ora vedo uscire tutti. Manca solo una persona Pedri.
Aspetto altri venti minuti, ma non esce. Così decido di entrare.
Lo vedo seduto nel suo posto che sta piangendo guardando il telefono.

"Pedri che è successo" dico avvicinandomi e sedendomi accanto a lui.

"La mia ex diceva che era cambiata, così abbiamo riprovato dato che te mi avevi detto di prenderci una pausa, ma era meglio che non facessi niente" dice facendomi vedere il suo telefono.

"Pedri, lei non ti merita, come neache io. Ma vai avanti, pensa ad altre ragazze, non te fregare di lei" dico alzandomi.

Stavo per uscire quando lui mi richiama.

"Te mi meriti e come, sei te che sei troppo per me"

"Pedri, siamo troppo tutti e due per tutti. Però sai cosa significa questo. Che io te siamo fatti per stare insieme, ma siamo orgogliosi e non lo ammettiamo".

Lui fa una faccia contenta, poi mi si avvicina e mi dà un bacio, poi mi prende per mano e mi porta fuori dalla spogliatoio.

"Ti amo" dice.

Io non sapevo se rispondere o no, ma alla fine ho risposto con le stesse parole.

"Ti amo anche io, ansi ti amiamo" dico riferendomi anche hai bambini.

Lui mi prende per mano e mi porta sul campo, all'improvviso si accendo le luci del campo, però non tutte, se ne accendono poche che rendono tutta l'atmosfera ancora più bella di quello che lo è già.

"Vieni" dice iniziando a camminare verso il centro del campo.

Io lo seguo, non sapendo ciò che mi stesse per  accadere.
Non ci potevo credere, non potevo credere a ciò che stavo guardando, a ciò che avevo davanti. Ero immobile, li in mezzo al campo.

mi corazon para ti~~Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora