Morgan usciva con una donna ormai da due settimane, ma si era accorto che ogni volta Reid lo evitava.
Decise per questo di controllarlo e studiarne i movimenti per poter capire cosa stesse succedendo.
Non era da lui evitarlo in quel modo quindi i suoi dubbi erano più che leciti.
Per iniziare la sua indagine si avvicinò a JJ chiedendole: «Come mai Reid mi sta evitando?»
«Non lo sai?» gli chiese lei sorpresa del fatto che solo lui non si fosse accorto di quel piccolo particolare che tutti avevano notato da tempo.
«Non lo chiederei a te se fosse il contrario» ammise lui senza giri di parole.
«Ti dico solo di provare a ricordare cos'è successo quando sei stato avventato il mese scorso» disse lei per poi aggiungere: «Ma la cosa è partita da due mesi prima»
Morgan per tutto l'orario di lavoro si mise a pensare a quei particolari e lentamente tutto gli fu chiaro.
Lo strano attaccamento di Reid a lui...
Lo strano malessere che gli aveva mostrato quando si era preoccupato per lui...
Il fatto che Reid si fidasse completamente di lui...
Tutto quello era la chiave al suo modo di fare.
Si ritrovarono in viaggio qualche ora dopo per lavorare su un nuovo caso non era un lavoro molto complicato per questo i due fecero squadra insieme.
«Reid, se hai qualcosa da dire fallo» disse semplicemente lui guardandolo seriamente.
«Non ho niente da dire» rispose il ragazzo senza pensarci due volte.
«Ne sei sicuro. Lo sai che il nostro lavoro è pericoloso bisogna sempre dire che cosa pensiamo prima che sia troppo tardi» ammise lui continuando a guidare verso la loro destinazione.
Reid rimase in silenzio guardando fuori dal finestrino, ma come un fulmine a ciel sereno un camion si andò a schiantare contro il loro mezzo facendoli andare a sbattere contro un muro.
Morgan si riprese portandosi una mano alla testa trovandosela poco dopo sporca di sangue, ma quando si voltò verso Reid si morse il labbro liberandosi dalla cintura facendo il giro dall'altra parte del veicolo.
Aprì la portiera controllando il ragazzo, ma vedendo che respirava a fatica si affrettò a chiamare i soccorsi liberandolo dalla cintura stando attento a non muoverlo troppo lo fece distendere sul marciapiede aprendogli la camicia notando un pesante ematoma che s'ingrandiva a vista d'occhio dove fino a poco prima c'era la cintura di sicurezza.
Non sapeva se poteva aver preso dei colpi alle gambe durante l'incidente com'era successo a lui, ma sperava che non ci fosse niente di grave.
I soccorsi arrivarono poco dopo medicandogli la ferita alla testa per poi caricare il ragazzo su la barella in modo da fargli dei controllo approfonditi.
Una rabbia immensa si fece strada in Morgan, ma notando che la borsa di Reid era rimasta in macchina la prese.
Un foglio volò fuori da essa così lo raccolse aprendolo.
"Ciao, mamma.
Ho pensato tantissimo in questi giorni e ho capito che mi conosci meglio di me stesso.
Come hai fatto ad accettare che sono innamorato di Morgan?
Quando l'ho capito mi sono sentito male, eppure, so che è giusto questo sentimento per me.
Per lui molto meno, di certo preferisce le ragazze a me.
Spero che passi presto e che non vada a finire come in quelle storie che mi leggevi da bambino.
Ti voglio bene, mamma"
Lette quelle parole rimise quel foglio al suo posto e lasciando in mano ai colleghi quella situazione andò da Reid in ospedale.
Lo trovò in una stanza che riposava, ma da quello che gli disse l'infermiera il ragazzo stava bene.
Non aveva niente di grave a parte qualche contusione che aveva bisogno di medicinali per riassorbirsi.
Si avvicinò al letto sedendosi su di esso senza muoverlo accarezzandogli delicatamente il volto: «Ragazzino, perchè non riesci a dirmi cosa ti passa per la testa?»
«Perchè so già che non ricambierai mai quello che provo io...» rispose lui con un filo di voce aprendo gli occhi per poi distogliere lo sguardo: «Non finirà come tante storie che ho letto dove l'innamorato rifiutato se ne va per sempre pur di non star male e vedere sempre la persona che ama felice con un'altra»
Si era scoperto e aveva rivelato indirettamente quei sentimenti, ma Morgan sorrise posandogli la mano su la guancia facendolo voltare verso di lui chiudendogli la bocca con la sua: «Ragazzino, dovresti parlare di più ed essere diretto, ma devi sapere che mi sono accorto dello stesso sentimento quando quel camion ci è arrivato sopra come un fulmine a ciel sereno»
Quelle parole lasciarono senza fiato il ragazzo che nonostante il dolore che percorreva il suo corpo si affrettò a legargli le braccia attorno al collo chiudendogli la bocca con la sua.
Non sapevano come sarebbe continuata la loro relazione, ma ci avrebbero pensato con il passare del tempo.
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