31 Dicembre.
Derek si era diretto a lavoro come tutte le mattine.
Arrivato alla sede di Quantico andò alla sua scrivania pensando: Come mai il ragazzino mi sta evitando? Sono due settimane che appena mi vede cambia strada...
Quella domanda lo turbava, eppure, si lasciò andare ad un sospiro rassegnato sapendo che non avrebbe cavato un ragno dal buco.
Spencer rientrò a lavoro quel giorno dopo un brutto infortunio dovuto ad una sparatoria dove il proiettile l'aveva colpito alla gamba.
Utilizzando un bastone scese le scale, ma all'improvviso scivolò in avanti, ma Derek seguendo l'istinto lo sorresse prendendolo in braccio: «Tutto bene?»
«Sì...» ammise lui legandogli le braccia al collo lasciando cadere a terra il bastone aggiungendo: «Ho una sorpresa per te...»
«Una sorpresa per me?» gli domandò curioso andando a sedersi su la sua sedia tenendolo in braccio.
Senza pensarci due volte prese dalla tasca un foglio porgendoglielo: «Buon compleanno, Derek»
Letto il contenuto di quel biglietto ne rimase piacevolmente sorpreso notando che era stato organizzato tutto quanto in modo che potesse vivere più avventure possibile in quei tre giorni.
Quel giorno lasciarono presto il lavoro e per tutto il weekend, Derek, si dedicò a quei giorni all'insegna dell'adrenalina più pura.
Non aveva però idea di cosa regalare al ragazzino per il suo compleanno.
Rientrato a casa decise di fare un po' di domande senza che lui se ne accorgesse fino a trovare e organizzare la serata perfetta per lui.
14 Febbraio.
Avrebbe voluto aspettare fino al giorno del compleanno del compagno per ricambiare quel weekend perfetto che gli era stato regalato, ma Ottobre era piuttosto distante per questo decise di organizzare tutto per il 14, 15 e 16 febbraio.
Un weekend perfetto da passare da soli in casa.
Prese i telefoni di entrambi spegnendoli, aveva richiesto di non essere chiamato per restare vicino al compagno che si era preso una brutta influenza.
Lo lasciò riposare tutta la mattina visto che per tutta la notte non era riuscito a riposare nonostante avesse preso tutti i medicinali prescritto.
Si dedicò a preparare il pranzo in modo che fosse facile per lui da digerire e soprattutto che gli desse un po' di energie.
Appena fu tutto pronto apparecchiò il tavolo, ma prima che potesse andare a svegliarlo, Spencer, si appoggiò alla sua schiena abbracciandolo nascondendo il volto contro il suo collo borbottando: «Cosa c'è a pranzo?»
«I tuoi piatti preferiti, ragazzino» rispose semplicemente lui per poi voltarsi a guardarlo: «Non hai freddo? Stai camminando anche scalzo...»
«Il pavimento è riscaldato. La casa è calda e anche tu lo sei...» ammise semplicemente il ragazzo sorridendogli per poi posargli un piccolo bacio su la guancia: «Non voglio attaccarti l'influenza»
«Ma dai, ragazzino. Quanto sei premuroso» ammise lui senza pensarci due volte.
Gli posò un bacio su la fronte per poi prenderlo per mano portandolo a tavola dove lo fece sedere per poi servirgli da mangiare e prepararsi il piatto.
Si mise seduto al suo fianco dove mangiarono tranquillamente.
Al termine del pranzo andarono ad accomodarsi in salotto davanti al cammino acceso, porse uno scatolone al compagno sorridendogli: «Buon San Valentino, Spencer»
«Non mi chiami ragazzino?» gli chiese lui sorridendogli divertito.
«No, non adesso» ammise lui senza pensarci due volte per poi aggiungere: «Sono curioso di vedere la tua reazione»
Spencer aprì la scatola trovandoci dentro dei libri che da tempo erano su la sua lista, ma lui non era riuscito a trovarli.
«Li cercavo da tempo. Come hai fatto?» gli domandò lui senza pensarci due volte.
«Ho smosso mari e monti per trovarli sperando di vederti così felice come in questo momento. Volevo ripagarti per il regalo che mi hai fatto per il compleanno» ammise lui senza pensarci due volte per poi aggiungere: «Ti andrebbe di leggerne uno per me?»
«Sì...» rispose Reid prendendo uno dei libri adagiando la scatola di lato al divano aprendo il libro che aveva scelto iniziando a leggerlo senza indugiare.
Quella giornata davanti al cammino passò tranquilla per entrambi che rimasero a godersi la pace di quel momento che si erano ritagliati solo per loro.
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