Sento i miei passi riecheggiare nell'oscurità della foresta.
La luce debole della luna rischiara leggermente le sagome contorte degli alberi attorno a me, permettendomi di riconoscere a malapena il paesaggio.
Ma non mi serve luce per orientarmi, conosco a memoria ogni singolo centimetro del bosco, lo percorrevo ogni giorno da bambina per andare a giocare con le mie sorelle e i bambini del villaggio, percorrendo un sentiero sconnesso, conosciuto da pochi, isolato dagli altri si arriva ad una piccola radura verdeggiante con al centro un grande salice piangente.
É lí che giocavo da piccola con un mio amico, ed è lí che stó andando adesso, nel cuore della notte per rivederlo.
Ma non più come amico.
Sento il calpestio dei miei passi e le foglie secche scricchiolare, in questo punto dovrebbe esserci un albero dal tronco cavo sulla mia destra, mi faccio spazio tra i rami e picchio il pugno destro sull'albero per capire se è quello cavo.
Sorrido compiaciuta, è arrivato il momento di girare a sinistra.
In cinque minuti mi trovo nella radura, al momento circondata da sagome oscure di alberi.
Mi fermo un attimo per cercare di abituare gli occhi all'oscurità.
Pian piano le figure confuse degli alberi iniziano a farsi più nitide e riesco a vedere bene il salice.-Stoyàn!- urlo cercando di scorgere la sua sagoma.
Silenzio.
-Stoyàn! Sono io!- giro su me stessa per vedere se qualcuno sbuca dall' oscurità.
Niente.
Fuori inizia a far freddo, avvicino le braccia al petto cercando di riscaldarmi e inizio a sfregare le mani.
Crack...qualcuno dietro di me ha appena schiacciato un rametto.
Sento il cuore pulsare veloce nel petto, provocando dei rimbombi talmente forti che mi sembra di sentirne l'eco nella foresta.
Prendo un respiro profondo e mi giro lentamente.
-Stoyàn?- mormoro, dall' oscurità non arriva alcuna risposta, cosí faccio un passo avanti, ma sbatto contro qualcosa lanciando un urlo di terrore che fa vibrare tutte le foglie del bosco.
-Scherzetto!- dice la voce familiare della cosa contro cui ho sbattuto.
Mi stacco e finalmente riesco a distinguerne le forme: un ragazzo alto e ben piazzato.
Il sollievo nel vederlo e talmente forte da farmi quasi male.-Stoyàn! Mi hai fatto prendere un colpo!- dico sollevata gettandogli le braccia al collo.
Lui ricambia l'abbraccio ridendo.
-Non intendevo farti spaventare troppo- risponde accarezzandomi la guancia con il pollice.
Gli sorrido.
-Abbiamo poco tempo- faccio accarezzandogli dolcemente il braccio destro che tiene serrato attorno ai miei fianchi - mio padre e mia madre potrebbero accorgersi della mia assenza- dico piano.
Non riuscivo a vendergli il volto per via del buio, ma so che in quel momento sorrise.
-Allora non perdiamo altro tempo- dice.
Mi appoggia l'indice sotto il mento per sollevarlo e lentamente avvicina le sue labbra alle mie, le sento morbide e calde, le sue mani scivolano leggere sulla mia schiena soffermandosi sui nodi del corsetto per scioglierli, a ogni tocco sento un brivido sempre più forte, chiudo gli occhi lasciandomi cullare da quella stupenda sensazione, mentre ci dirigevamo lentamente verso il salice.
STAI LEGGENDO
PETROVA
FanfictionQuesta è una specie di biografia del mio personaggio preferito di The Vampire Diaries: Katherine Pierce. Spero che a qualche fan sfegatato come me possa piacere:) leggetelo anche se non siete fan☺ P.S. Premetto che alcuni fatti e personaggi sono di...