29 Maggio 1942 parte 2

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Sentivo la guancia destra pulsare perla botta subita, non era la prima volta che mio padre alzava le manisu di me, solitamente lo faceva per rimproverarmi, sapevo che infondo era per il mio bene, ma quella volta, quella volta non sembravanemmeno mia padre. Lo sguardo che brillava in quei gelidi occhi eracarico d'odio e giunsi alla conclusione che quello non era il solitoschiaffo da rimprovero, quello era il suo modo per sfogarsi.


Quando il terzo pugno mi colpì nonriuscì più a tenermi in piedi e caddi a terra, rimanendo immobile afissare il pavimento di marmo bianco sul quale erano ricadute dellepiccole gocce di sangue.


Sentì le lacrime agli occhi, ma lericacciai giù. Non volevo piangere, non davanti a mio padre, nonvolevo dargli quella soddisfazione.


Alzai gli occhi e lo vidi barcollaretenendosi una mano sulla fronte, si appoggiò debolmente alloschienale di legno di una delle panche sistemate in fila e mi rivolselo sguardo.


L'odio che prima riempiva quellosguardo sembrava essersene andato, lasciando spazio alla solitafreddezza che li contraddistingueva.


-Spero- cominciò cercando dicontrollare la voce tremante per la rabbia -che questo ti sia servitoda lezione.


Cercai di recuperare un po' di forzaper riuscire a raccogliere un po' di voce.


-Padre- mormorai -perchè lo fate?Perchè mi impedite di sposarmi? Non capite che sposandomi la nostrafamiglia non cadrebbe nel disonore?- dissi sentendo le lacrimeraggrupparsi nella mia gola.


Per tutta risposta sulle sue labbraspuntò un ghigno, si staccò dalla panchina sulla quale era statoappoggiato fin'ora e si avvicinò a me, mi sollevò il voltoappoggiando l'indice sul mio mento, costringendomi a guardarlo negliocchi.


-Lo capisco molto bene- sussurrò -cometu, Katerina, dovresti capire che non puoi costringere un uomoqualunque a sposarti- disse allontanandosi nuovamente senza smetteredi guardarmi.


-Che cosa?- domandai confusa -io non hocostretto proprio nessuno a sposarmi, è stato lui a domandarmelo, enon è un uomo qualunque, è il padre di mio figlio!- urlaiesasperata.


-è la verità?- mio padre rivolse ladomanda verso un punto preciso nell'oscurità tra le colonne chesostenevano la chiesa.


Il pugno che senti allo stomaco nelvedere la persona che emergeva dall'oscurità fu più forte edoloroso di tutti quelli che mi aveva tirato mio padre.


Stoyan era lì, impassibile, in piediin mezzo alle colonne che osservava la scena senza alzare un dito.


-Mente, io e lei eravamo amici, quandomi ha confessato di aspettare un bambino, mi sono allarmato e mi sonorivolto a voi, signore, sapendo che avreste preso la giusta decisioneal riguardo, non so di chi sia il bambino, non lo ha mai confessato,come vi ho già detto mi aveva addirittura pregato si sposarla,avremmo dovuto celebrare il matrimonio oggi, ma voi capite, non possosposare una donna già disonorata!


Sentì il pavimento crollarmi sotto ipiedi e a quel punto non riuscì piu a trattenere le lacrime, nonriuscivo a guardare in viso l'uomo che avevo creduto mi amasse,l'uomo che aveva detto di amarmi a tal punto da voler condividere conme il resto dei suoi giorni, lo stesso uomo a cui avevo vistobrillare gli occhi, quando gli avevo confessato di aspettare unbambino da lui.


Un uomo che ora scoprivo di non avermai conosciuto come credevo, un falso, che non mi aveva mai amatoveramente.


-Certo, potete andare ora - sentenziòmio padre -avete fatto bene ad avvisarmi Stoyan.


-Nessuno problema signore-


Lo sguardo che mi lanciò quando uscìdalla chiesa fu come una pugnalata dritta al cuore, non c'erarisentimento, non c'era l'amore che vi avevo letto un tempo, eracanzonatorio, come a dire "Povera, credevi davvero che ti avreisposata, credevi davvero al mio amore per te?".


Quello sguardo fu troppo, avevosopportato le botte, avevo sopportato la delusione nel vedere Stoyanvoltarmi le spalle, ma non potevo sopportare anche quello sguardo.


Le emozioni presero il sopravvento,sentì la testa cominciare a girarmi velocemente vidi il sorrisoperfido sulla bocca di Stoyan e lo sguardo serio di mio padre.


Poi finalmente svenni, e trovai pacenell'oscurità.


PETROVADove le storie prendono vita. Scoprilo ora