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<<Ruby, svegliati. È l'alba, l'esercito si sta riunendo, devo andare>>. Aleks era già preparata per la battaglia, con l'armatura sul corpo. Stava scuotendo il corpo addormentato di Ruby volendola svegliare. La troiana aveva passato tutta la notte nel suo letto. Aleks glielo aveva proposto la sera prima, e aveva avuto paura di contraddirla. Non che fosse dispiaciuto ad Aleks, ma ora doveva tornare nella vita reale.
Ruby aprì gli occhi molto lentamente e afferrò il braccio di Aleks. Quest'ultima non di rese conto che il gesto di Ruby fosse solo un gesto innocuo e senza sotterfugi, e per riflesso si buttò per terra, portando con sé l'altra. La fece stendere a pancia in giù, per poi bloccarla sul tappeto vicino al letto con un braccio dietro alla schiena.
Ruby urlò spaventata, non aspettandosi una reazione del genere. Pregò Aleks di lasciarla e di non farle del male. Con le sue urla, Aleks si risvegliò, rendendosi conto solo in quel momento di quello che stava facendo.
Si alzò in piedi di scatto, stando attenta a non fare più del male a Ruby.
<<Io...>>. Aleks si lasciò cadere seduta sul letto, le gambe le stavano tremando, non riuscendo a tenerla in piedi.
Anche Ruby stava tremando. Si stava chiedendo come mai lei per prima aveva cercato un contatto con quella ragazza.
Aleks si alzò finalmente in piedi dopo qualche minuto passato a calmarsi.
<<Non provare mai più a fare un'azione del genere. Ti rendi conto che avrei potuto ucciderti?>>. La rimproverò Aleksandra, con voce ferma.
<<Non lo fai solo perché così puoi usarmi per arrivare al tuo scopo. Qualunque esso sia. Non sono nulla per te. Forse nemmeno un essere umano>>. Ribattè Ruby con stizza.
<<Fino a ieri mi trattavi come se fossi uno scarto di persona>>. Ribattè l'altra.
<<Poi mi hai dato uno schiaffo. Ha fatto molto male, sia fisicamente che moralmente>>.
<<Ti stavo dando una lezione, forse nel modo sbagliato, ma almeno così smetti di trattare tutti come se fossero sotto di te>>. Ruby ridacchiò a quella frase.
<<Sono tutti sotto di me. Sono una principessa>>. Fino a quel momento, ad Aleks sembrava che tutto si stesse sistemando, che Ruby avesse cambiato il suo modo di percepire il mondo intorno a sè. Rimase delusa.
<<Finché sei dentro questa tenda, tu rimani null'altro che una prigioniera e di mia proprietà>>.
<<Come potrei dimenticarlo>>.
<<Devo essere sul campo di battaglia tra pochi minuti, tu cosa vuoi fare durante la mattinata?>>
<<Ho scelta?>>. Chiese Ruby alzandosi in piedi anche lei, con tono ironico, ricevendo come risposta un'alzata di spalle.
<<Sì, se stai qua farai dei lavori per me, se invece scegli di venire con me, dovrai combattere contro il tuo popolo>>.
<<Sto nella tua tenda, dammi qualsiasi compito. Non combatterò mai contro mio padre e la mia stessa gente>>. Disse convinta Ruby, con voce ferma, incrociando le braccia.
<<Bene, allora sistema la mia tenda. Preparami il pranzo. Lucida l'altra armatura e porta qua un catino. Combatterò per tutta la mattinata, poi tornerò qua appena dopo l'ora di pranzo. Per il mio ritorno lo voglio pieno di acqua calda>>.
Detto questo, Aleks uscì dalla tenda, lasciando Ruby con le lacrime agli occhi e un peso sul cuore. Ma poi le tornò in mente la sua reazione all'abbraccio di prima. Aleks veniva da una società dove non esisteva la forma d'amore che tutti conoscono, lei veniva da una società dove l'unico amore esistente era quello per le armi, la guerra e il sangue.
Lei al contrario era cresciuta in un luogo dove non si nascondeva la dolcezza e la tenerezza. I suoi genitori si amavano tanto, e amavano i loro figli, nonostante molti arrivassero dalle amanti del padre. Ruby veniva sempre presa in giro perché veniva additata come "la preferita" dei genitori, e lei dentro di sé provava piacere per questo.
Si guardò intorno e vide il disordine che quella spartana era riuscita a fare nel giro di poche ore: la seconda armatura per terra, il letto sfatto e i piatti dove avevano mangiato ancora sul tavolino.
Con molta calma iniziò a sistemare tutto. Dalla lieve luce che giungeva dall'esterno, Ruby capì che doveva essere ancora l'alba. Aveva qualche ora prima che Aleks tornasse.
Nel giro di quaranta minuti aveva sistemato la tenda da cima a fondo, lasciando solo in disordine la seconda armatura della greca, così che potesse lucidarla. Andò a prendere gli attrezzi in un cassone e inizio a levigarla, togliendo lo sporco e cercando di fare notare il meno possibile i graffi che c'erano sopra. Si chiese quante persone del suo popolo aveva ucciso con quell'armatura, ma alla fine scacciò in fretta il pensiero, per evitare di piangere.
Finito di lucidare l'armatura, si recò fuori dalla tenda, non trovando nessuno dei soldati in giro per il campo, ma solo qualche servo che sbrigava le proprie faccende. Fermò un ragazzo che le stava passando in fretta davanti, notò che era vestito con una semplice tunica, come lei. Il ragazzo si girò verso di lei, così gli chiese dove potesse trovare del cibo e come fare per avere un catino di acqua calda. Il ragazzo le indicò una tenda più grande delle altre, lei lo ringraziò e si diresse verso il luogo indicato.
Entrò e vide scaffali e scaffali di cibo, grano e carne. Facendo parte di una famiglia aristocratica, non aveva la minima idea di come si cucinasse; si diresse verso uno scaffale molto piccolo, contenente molti frutti. Ne riconobbe qualcuno, altri invece non ne aveva mai visti, così andò sul classico con qualche mela e un pezzo di pane. Ruby si ricordò che Aleks era di origine spartana, quindi magari era abituata a mangiare in maniera semplice ed essenziale. Nel dubbio prese anche una focaccia con olive verdi.
Tornò alla tenda e sistemò il cibo in un piatto, appoggiandolo poi sul comò. Uscì e tornò a prendere una vasca in legno spaziosa portandola nella tenda della spartana, senza però avere la più pallida idea di come fare a riempirla d'acqua o a scaldare questa. Un fuoco non lo sapeva fare, e nei dintorni c'era solo il mare come fonte di acqua. Appoggiò il catino al centro della tenda e tornò all'aperto, guardandosi intorno.
<<Non sai come fare con il catino, vero?>>. Ruby girò la testa verso destra e vide il ragazzo di prima. <<Ti ho vista entrare nella testa con quello in mano vuoto, e ho pensato che avresti avuto bisogno di aiuto>>.
<<In effetti sì, non ho idea di come si faccia>>.ammise Ruby.
<<Lavori per la piccola spartana vero?>>. La Troiana trovò molto falso il soprannome affibbiato ad Aleks.
<<Sì>>. Rispose con un moto di tristezza.
<<Ti è andata bene, meglio di tanti altri schiavi. Comunque, il catino che hai scelto non era piccolo, quindi ci vorrà molta acqua, e portarlo dentro la tenda senza riempirlo ha reso tutta la situazione più complicata>>. Si avviò verso la fine dell'accampamento, a ovest, dove Ruby vide un fiume alla distanza di circa qualche minuto di camminata.
Non scorreva molto veloce, ma una particolarità molto evidente era che i Greci avevano alzato un po' il livello dell'acqua, portandolo agli argini naturali, dove c'erano accesi numerosi falò, alcuni più grandi di altri, forse più di una trentina.
<<Ma come...?>>. Ruby era stupita.
<<È molto facile tranquilla>>. La rassicurò il ragazzo. <<Prendi un vaso lo riempi di acqua, lo metti sul fuoco finché quella non diventa bollente, e la porti alla tenda, dovremmo fare però più giri, perché la terracotta pesa molto, specialmente quando è riempita di acqua>>.
<<Ma se riempite qua il catino, allora non è più pesante?>>.
<<Si, per questo non se ne occupa mai un servo solo, ma almeno tre o quattro, in modo che possano sollevarla e portarla alla tenda>>.
Ruby guardò il ragazzo: non doveva avere più anni di lei, le sembrava strano che non fosse a combattere, perciò gli chiese perché fosse lì con lei.
<<Beh...>>. Disse il ragazzo <<Sono un prigioniero di guerra del popolo degli Arcadi, semplicemente Ulisse mi voleva con sé come servo personale>>.
<<Sei la sua puttana>>. Il ragazzo rise alle parole di Ruby, nonostante lei le avesse pronunciate con durezza.
<<Si, ma qual è il problema? Questa guerra è imprevedibile, nessuno sa se durerà ancora per molto oppure finirà tra qualche giorno, nessuno sa se i Troiani crolleranno ora o tra 20 anni. Che male c'è a sistemarsi per evitare di rimanere uccisi?>>.
<<I troiani non abbandoneranno mai la Tessaglia>>. Replicò convinta Ruby.
<<E tu che ne sai? Sei una di quelle Troiane che piangono ogni notte per il proprio marito morto?>>. Il tono di voce del ragazzo era sarcastico, ma vedendo che Ruby non era per nulla divertita nella sua testa iniziò a formarsi un dubbio. <<Sei troiana?>>.
<<Sì, sono Ruby, una delle figlie di Priamo, il re di Troia>>.
<<Piacere Ruby, io sono Nesios, umile servo di nobili origini>>. Nesios si inchinò a Ruby ridendo, prendendola in giro.
<<Sei nobile anche te?>>. Ruby era stupida. Si chiedeva come potesse un cittadino di alta classe sociale divertirsi stando lì in quel luogo. A servire un comandante che obbedisce a colui che ha occupato il suo paese riducendo in schiavitù uomini, donne e bambini.
<<Sono quello che tutti chiamano "principino", quello più piccolo della famiglia>>.
<<E come puoi sopportare di stare qua?>>.
<<Vedo il lato positivo, e poi non mi trattano male. Non ho più tutte le libertà che avevo un tempo, me ne rendo conto, ma essendo un nobile portano ancora rispetto per me>>.Nesios alzò le spalle. <<Quindi? Il catino lo vuoi riempire o vuoi stare lì a farmi altre domande?>>.
Ruby si riscosse, e si avvicinò al fiume, riempiendo poi a metà un vaso di terracotta non troppo grande, successivamente lo appoggiò sopra il sostegno che stava sopra il fuoco, in modo che scaldasse l'acqua. Lo stesso fece Nesios, utilizzando un altro focolare.
<<Quanto ci mettono a scaldarsi?>>. Chiese la troiana. Nesios la guardò confuso.
<<Capisco che tu sia stata molto viziata in questi anni passati a impartire ordini a chiunque, ma dovrai aver pur richiesto che ti venisse scaldata una vasca in marmo almeno una volta. Avrai pur visto quanto ci mette>>.
<<Ho sempre adorato immergermi nell'acqua calda, lo facevo quasi ogni giorno, e sempre alla stessa ora. I servi mi facevano sempre trovare l'acqua pronta>>.
<<Quindi non hai mai chiesto loro nulla?>>. Ruby scosse la testa, così Nesios alzò gli occhi al cielo.
<<Ci metterà dieci, al massimo quindici minuti. Non ti preoccupare in un'oretta avremmo finito>>.
<<Aleks mi ha detto che deve trovarla pronta appena arriva, quindi non deve essere fredda>>.
<<Per questo l'acqua si lascia bollire, in modo che sia bella calda e rimanga tale anche per più di venti minuti, la tua bella padrona non arriverà più tardi>>.
<<Non è la mia comandante>>. Nesios rimase in silenzio.
<<Non hai negato che la trovi bella>>.
<<Che senso avrebbe negate l'evidenza? È tanto bella quanto spietata>>. Disse Ruby.
<<La sua bellezza è decantata in ogni luogo e in ogni dove. Tutti conoscono Aleksandra, la sua storia, o almeno quello che si dice su di lei>>.
<<È una spartana inviata per combattere, che altro c'è da sapere?>>. La curiosità della troiana stava salendo. Voleva sapere il più possibile sulla ragazza che la aveva imprigionata.
<<Tanto altro. È di Sparta, questo è vero, e la inviarono qua, anche questo è vero, ma inizialmente non per combattere. Agamennone voleva nuove ragazze nell'harem ed è andato a prendersele>>.
<<È stata portata nell'harem reale di Agamennone?>>. Chiese stupita Ruby.
<<Ci è rimasta per meno di tre ore>>.
<<Perché?>>.
<<Nessuno lo sa con precisione, si sa solo che è avvenuto un omicidio. Le chiacchiere si sprecano: c'è chi dice che abbia ucciso l'eunuco che la voleva aiutare, il suo primo cliente o un'altra ragazza dell'harem>>.
<<E nessuno sa niente di certo?>>.
<<Solo Aleksandra>>.
<<E di sicuro nessuno glielo ha chiesto>>.
<<In realtà sì>>. Nesios alzò le spalle <<E non poche persone, che non hanno fatto una buona fine>>.
<<Che gli è accaduto?>>. La curiosità nella principessa continuava a crescere. Le domande non facevano che venire fuori.
<<Anche su questi girano molte voci>>. L'evasività delle risposte di Nesios non faceva che accentuare la sua voglia di scoprire risposte.
<<Non c'è nulla di certo su di lei?>>.
<<Nulla, solo supposizioni>>.
<<E non si può chiedere a lei>>.
<<Beh, a meno che non vuoi fare parte di quelle chiacchiere senza certezze, è meglio non fare nulla>>.
Nel frattempo, l'acqua nei vasi di terracotta aveva iniziato a bollire. Ruby e Nesios li presero e si diressero verso la tenda della prima.
<<Ora sei curiosa vero?>>. Le chiese Nesios.
<<Certo che lo sono. Vorrei sapere che tragedie ha commesso oltre a partecipare a questa guerra>>.
<<Guardati intorno, questo è un accampamento nel quale tra poco torneranno i soldati. Pensi che loro non abbiano mai creato tragedie? Che non abbiamo mai ucciso?>>.
Ruby si fece pensierosa entrando nella tenda e versando l'acqua. Tornarono poi al fiume a ripetere l'intero processo, più e più volte, in silenzio. Quando finalmente versarono l'ultima dose di acqua nella vasca, Ruby si decise ad aprire bocca.
<<È ovvio che chi tornerà da qua avrà ucciso almeno un uomo, come lo avrà fatto ieri e l'altro ieri, e i giorni precedenti. Ma dubito abbiano suscitato uno scandalo come quello di Aleksandra>>. Finì di parlare che le strisce di pelle si spostarono, mentre la Spartana entrava nella tenda di ritorno dalla battaglia.
Aveva uno sguardo duro, non si riusciva a capire se avesse sentito ciò che quei due dicevano di lei.
<<Grazie Nesios, puoi andare>>. Quest'ultimo se ne andò, non prima di aver lanciato uno sguardo a Ruby un po' preoccupato.
<<Sei tornata prima>>. Disse Ruby.
<<Non ho combattuto. Tuo padre e Agamennone hanno deciso che avrebbe combattuto il miglior guerriero per la conquista finale della Tessaglia. Il mio Re ovviamente ha scelto Achille. Hanno fatto un combattimento durato pressappoco un minuto e il tuo "forte" guerriero troiano è caduto a terra. Morto>>.
Aleksandra si spogliò della corazza e degli schinieri, e anche della stoffa che le stava fasciando seno e dal bacino a metà coscia. Si infilò nell'acqua, anche se non ne aveva bisogno, non avendo neanche una goccia di sangue addosso. <<Avanti, chiedi>>. Disse Aleksandra con gli occhi chiusi e con voce ferma.
<<Cosa?>>. Domandò Ruby stupita.
<<Vi ho sentiti da fuori, o almeno ho sentito l'ultima parte. Chiedimi pure tutto quello che vuoi>>.
<<Non ho nulla da chiedere>>.
<<Sei sicura?>>.Aleks aprì gli occhi, alzando poi il sopracciglio destro. Non credeva a una parola di quello che le stava dicendo l'altra.
<<...Non molto>>.
<<Allora chiedimi, non farò del male anche a te. Almeno non adesso>>. La spartana stava ridacchiando, trovava Ruby molto ridicola per quel suo imbarazzo.
<<Hai fatto male ad altre persone?>>.
<<Faccio male ad altre persone tutto il giorno, tutti i giorni>>.
<<Non intendevo in guerra>>.
<<Neanche io>>.
All'affermazione di Aleksandra, Ruby stette in silenzio per vari minuti, così l'altra, credendo che non avesse abbastanza coraggio, si alzò in piedi e con molta calma avvolse intorno al suo corpo un pezzo di tessuto.
Ruby era quasi un fascio di nervi, iniziava ad avere ancora più paura di quella ragazza, era una guerriera che combatteva contro il suo popolo, ma non le era sembrata così pericolosa.
Evidentemente si sbagliava.
Ma a guardarla meglio non c'era nulla di cui avere paura, tranne forse per i suoi occhi, di un azzurro così intenso che sembravano scrutarti dentro e capire ogni singola parte di te. La troiana posò gli occhi sul corpo di Aleks e ciò che vide la lasciò esterrefatta.
Era una bellissima ragazza, nessuno poteva dubitarne, le sue spalle e i suoi fianchi un po' più larghi del normale mettevano in risalto la sua vita stretta, le cosce e i polpacci sodi di quelle gambe non troppo lunghe, erano da far girare la testa a ogni uomo. Il seno nascosto dalla fascia appena indossata era in realtà prosperoso. Si incantò a guardare per quei pochi secondi che le erano concessi quel corpo perfetto, prima che Aleks se lo coprisse.
Aveva molte cicatrici sul corpo, grandi e piccole, dappertutto. Quella che Ruby trovava più eccitante era sul sopracciglio, non abbastanza grande perché la si notasse da lontano.
Un'altra che aveva attirato la sua attenzione era quella che le passava dalla spalla destra, scendeva al lato del seno sinistro e finiva al fianco sinistro. Era bianca, segno che era stata fatta anni fa, forse nei suoi anni di allenamento.
Ne aveva qualcuna sulle braccia, ma tutte piccole, quasi invisibili, e lo stesso sulle gambe. La sua schiena era attraversata da scapola a scapola da un'altra cicatrice simile a quella sul davanti. <<Perché mi guardi così?>>.
La voce di Aleks la interruppe dai suoi pensieri.
<<Cosa?>>.
<<Ti ho chiesto il perché mi stai guardando in quel modo>>.
<<Perché sei bella>>.
La risposta di Ruby fece imbarazzare a morte questa, indignata con sè stessa per essersi lasciata sfuggire un commento così inopportuno per la situazione.
E ridacchiare di nuovo Aleks, che scosse anche la testa.
<<Va bene>>. Rispose alla fine.
<<Non ci credi?>>.
<<Si che ci credo. Non sei la prima persona a dirmelo>>.
<<Prima o dopo le cicatrici?>>. La domanda era scappata dalla bocca di Ruby, lasciando lei stessa molto sorpresa quasi timorosa della reazione dell'altra. Infatti abbassò subito lo sguardo, non volendo vedere altra ira nascere da quelle iridi.
Aleks rimase senza parole per la domanda, ma dentro di sé sapeva che molte persone avrebbero preferito il suo corpo se lei non fosse nata a Sparta, ma in una città tranquilla.
<<In entrambi i casi, all'inizio le odiavo, specialmente questa lunga tutto il corpo. Poi ho scoperto che in tutte le città greche le cicatrici fanno un effetto che fa impazzire sia uomini e sia donne. Quindi non mi sono più preoccupata di come apparivo>>.
<<Per te contava solo essere bella?>>.
L'istinto di Ruby di tagliarsi la lingua era seriamente alto, non credeva di essere capace di fare domande senza nemmeno riflettere.
<<Per me contava stare bene con me stessa, e a quei tempi non riuscivo neanche a guardare il mio corpo a uno specchio. Mi sono serviti quei commenti, quelle reazioni positive per sentirmi più sicura. Con il passare del tempo non mi sono più servite>>.
<<Perché hai capito che attiri gli uomini anche così>>.
<<Attiro così anche te, principessa>>. Disse in modo sarcastico. <<So riconoscere molto bene uno sguardo pieno di lussuria, e nel tuo c'era più lussuria di quanto ne abbia vista in tutte le altre persone>>.
<<Io...>>. Ruby non sapeva cosa rispondere, quindi rimase zitta. Dentro i lei sapeva che quella spartana aveva ragione. Per quanto le sue risposte fossero state acide, l'aveva sempre trovata bellissima.
<<Tu? Fammi indovinare: non mi piacciono le donne, sono una reale, l'unico scopo della mia vita è sposarmi un uomo scelto dai miei genitori e procreare come se non ci fosse il giorno successivo. Ho indovinato vero?>>.Aleks aveva cambiato la propria voce, rendendola più acuta, imitandola e prendendola in giro. <<Beh, lascia che ti illumini su una cosa: a nessuno frega un cazzo di chi ti porti a letto. Pensi che nessuno sappia dei tuoi fratelli maggiori? Sposati con donne e con figli, che vanno dietro ai giovani sacerdoti vergini di Apollo? Pensavi che la gente non sapesse di tua madre? Ottima donna, per amore degli dèi, ma è così piena di segreti e di amanti, che non si può non notare>>.
Ruby rimase sconvolta dalle parole della ragazza, non si sarebbe mai aspettata che le facesse un discorso così serio e onesto, conosceva anche lei le chiacchiere del palazzo, e di alcune sapeva anche che fossero vere, ma non aveva mai voluto contribuire con i pettegolezzi.
<<Sarà anche così ma...>>.
<<Non esiste nessun "ma" giovane Troiana, è così che stanno le cose, ognuno ha i propri segreti, le proprie ombre da nascondere. Perciò fatti passare questa sottomissione inutile della tua famiglia e portati a letto chi cazzo ti pare. Con o senza il permesso dei tuoi genitori. La vita è tua, non loro>>.
<<Non posso>>. Disse convinta Ruby.
<<Perché?>>. Le chiese allora la Spartana.
<<Contano molto su di me>>.
<<Dimmi una cosa, quanti fratelli e sorelle siete?>>
<<Legittimi?>>.Aleks annuì <<Diciannove>>.
<<Siete in diciannove e uno di voi non ha il diritto di amare chi vuole? Svegliati principessina, e inizia a vivere per davvero. Se fossi fortunata potresti anche fare la fine della principessa Elena>>.
<<La moglie di Menelao?>>.
<<Esatto>>.
<<Che le è successo?>>
<<Cosa le succederà è la vera domanda, lei non ne può più di stare con una persona che non ama, ha l'idea di buttarsi da una scogliera da mesi. Vuoi diventare anche te come lei? Un fantasma che cammina e che non vuole fare altro che mettere fine alla sua misera e infelice vita?>>.






Dieci anni di guerra e una notte d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora